Mentre le fatture delle coop Faro 85 e Nuova Presenza sono ancora ferme negli uffici e i lavoratori senza stipendi, la segretaria Clara Crocè propone al commissario Croce e al sindaco che verrà un nuovo modello per i servizi sociali: puntare all'internalizzazione.
“Definirla una patata bollente appare persino riduttivo. Se non verrà maneggiata con cura, la prossima amministrazione rischia di trovarsi tra le mani una bomba potenzialmente distruttiva, le cui “schegge”, impazzite, rischiano di causare morti e feriti”. Così la segreteria della Funzione Pubblica Clara Crocè definisce i servizi sociali messinesi. L’ennesima metafora che spiega benissimo il caos che da mesi regna nel settore. Tanti gli appellativi cercati anche dalla cronaca per descrivere ciò che continua ad accadere nello strano mondo delle cooperative, delle fatture che un giorno ci sono e l’indomani spariscono, dell’assistenza ad anziani e disabili, dei lavoratori che si incatenano, non mangiano, dormono per giorni davanti al Comune, non prendono gli stipendi da tre, cinque, sette mesi e nonostante tutto continuano a lavorare. La certezza è che è la bomba potrebbe esplodere da un momento all’altro. Clara Crocè prova a guardare avanti e lancia un messaggio a chi, dopo le elezioni di maggio, si ritroverà tra le mani questa patata bollente.
“La gestione dei servizi sociali è tutta da rivedere e riorganizzare e deve rappresentare una delle priorità del futuro sindaco. Il terzo settore, diversamente da come accaduto finora, non può più essere terra di nessuno, o meglio della politica. Una politica che per raggiungere i propri obiettivi, ancor di più in fase elettorale, avanza illusorie promesse di occupazione causando un duplice danno: alimenta false speranze nei cittadini e condanna al mal servizio gli utenti”. Riorganizzazione dunque. La Fp Cgil propone anche un modello. La sindacalista intende porre all’attenzione del commissario Croce, ma ancor di più a chi si candida alla guida del governo della città, l’ipotesi di un’internalizzazione del settore che può garantire una pluralità di obiettivi: abbattimento dei costi e miglioramento dell’offerta per gli utenti. “Siamo convinti che soltanto attraverso una ri-pubblicizzazione dei servizi si possono ridurre le spese e il carico fiscale”. La Fp Cgil, dati alla mano, intende presentare al futuro amministratore cittadino, una piattaforma in cui vengono evidenziati i molteplici vantaggi di un sistema di organizzazione interno dei servizi sociali, salvaguardando gli attuali livelli occupazionali.
Nell’attesa si chiede al commissario Croce anche un confronto con le organizzazioni sindacali in vista della pubblicazione dei bandi di gara. «Non vogliamo trovarci nelle condizioni di dover scartare un uovo di Pasqua che contenga brutte sorprese, puntiamo a procedure trasparenti per rivedere alcune clausole contrattuali che hanno inceppato il sistema dei pagamenti». L’obiettivo è soprattutto uno: fuori la politica dai servizi sociali. «Non sarà sufficiente rifarsi il look per partecipare alle gare. I lavoratori e il sindacato vigileranno sul regolare svolgimento di tutte le fasi”.
Nel frattempo però l’ormai triste bollettino quotidiano delle fatture da cui dipendono gli stipendi dei lavoratori non migliora. In questo fine settimana si è registrato ancora uno stop al pagamento degli stipendi ai lavoratori delle cooperative Nuova Presenza e Faro 85. Il motivo lo spiega ancora Clara Crocè che non sa più che parole utilizzare per definire una situazione che per i lavoratori è diventata insostenibile ormai da tempo. Le fatture per queste cooperative non sono riuscite a lasciare la Ragioneria Generale per un errore di natura tecnica e sono state rispedite al Dipartimento Servizi Sociali. “Sono tornate indietro perché non provviste delle cosiddette note di credito, per le penalità applicate dal Dipartimento servizi sociali per la mancata sostituzione del personale nel mese di ottobre. Le cooperative, a quanto pare, non hanno alcuna intenzione a presentare le note di credito, ma contestano le penalità. Il risultato: lavoratori alla fame” spiega la sindacalista. Lavoratori costretti comunque ad assicurare i servizi a proprie spese perché altrimenti rischiano una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Il sindacato lancia un monito. “Le cooperative che non possono pagare gli stipendi devono consegnare le buste paga dei lavoratori al Comune affinchè lo stesso possa pagare almeno tre mensilità” Pagamento diretto e certezze per i lavoratori che insieme al sindacato sono ancora una volta pronti alla mobilitazione. (Francesca Stornante)
Sarebbe veramente l’ora di attuare tutto questo che viene proposto!!!
Non ce la facciamo più a subire la cattiva gestione di questi servizi!!!
ma ancora credete alle barzellette come fanno poi a fare le coop i xxxxx suoi assieme i nostri cari politicanti