Conferenza stampa di presentazione per il candidato alla Presidenza: «Chi pensa a “taxi” elettorali o a chiederci di farci da parte ha sbagliato strada»
Il messaggio politico di Luigi de Magistris è forte e chiaro. Che si tratti di Cinquestelle o di Mario Oliverio & C. o del Pd, chi vuole può dialogare per supportare la sua corsa, non per chiedergli di rinunciarvi.
Così il sindaco di Napoli uscente, stamane al Grand Hotel Lamezia di Lamezia Terme (e online), nella sua conferenza stampa “di presentazione” quale candidato alla Presidenza della Regione Calabria. Ed è la prima, di questo tipo; anche Amalia Bruni, per dirne una, ha avuto la sua “prima uscita” ma con lei c’era direttamente il segretario nazionale del Pd.
Non «un uomo solo al comando»
Un one man show che però non vuol essere, chiarisce l’interessato, la protuberanza di «un uomo solo al comando».
E per chiarirlo in modo dinamico, l’ex pm della Procura di Catanzaro già in apertura chiarisce il Dna di una coalizione «civica, ma politica: non è il civismo dell’approssimazione», puntualizza.
L’ex magistrato fa presente «quanta gente c’era da San Lorenzo del Vallo a Monasterace malgrado una Calabria che bruciava con un’aria irrespirabile». Nella sua visione, è dunque la propulsione “dal basso” a risultare decisiva.
E ringrazia uno per uno movimenti e liste a supporto: Democrazia e autonomia (meglio noto come movimento demA), con propulsore il responsabile nazionale per il Mezzogiorno Michele Conia, che è anche coordinatore della coalizione per le Regionali calabresi. Un’altra Calabria è possibile, animata da un gruppo di politici e attivisti in cui spicca l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Calabria resistente e solidale, «che sta con noi dal primo momento», sottolinea Luigi de Magistris, così come Mimmo Lucano, Equità territoriale e vari altri movimenti. E poi altri soggetti come Primavera della Calabria, (il laboratorio politico fondato dalla cosentina Anna Falcone), altri movimenti, associazioni, comitati «e tanti semplici cittadini».
Gioco di squadra
Certo anche visivamente la scelta è di presentarsi volutamente da solo; di certo, l’opzione più opportuna per non fare “figli e figliastri”.
Del resto, il richiamo al gioco di squadra è quasi un pay-off. Un’allocuzione costante per 40’ circa d’incontro tra De Magistris e i rappresentanti delle testate giornalistiche. Che a sua volta è articolata in due metà: i primi 20 minuti per il discorso diretto del candidato alla Presidenza, i secondi per i botta-e-risposta coi giornalisti.
Settimana-chiave
Ad avviso del politico partenopeo, siamo di fronte a un’autentica «settimana-chiave». Perché la prossima settimana «concluderemo le liste e le sottoporremo al vaglio dei calabresi e di chi vorrà esaminarle, la Commissione parlamentare Antimafia o altri».
E sulle individualità che eventualmente ne facessero le spese torna il tema della “rivoluzione”, ma anche della “squadra”: « Non possiamo consentire a nessuno di “mettere a rischio” questa “rivoluzione” – osserva Luigi de Magistris –. E chi è preoccupato che in questo modo si possano perdere voti non ha capito nulla…».
Perché? Perché quella che ha di fronte è, per l’interessato, la quarta campagna elettorale (due per la sindacatura di Napoli e una per Strasburgo). E a suo avviso, complice la peculiare legge elettorale regionale, «sarà la più difficile. La vinceremo se risulteremo totalmente credibili» al cospetto dei calabresi, evidenzia de Magistris.
Alleanze & C.
Inutile girarci intorno, dopo mesi e mesi in cui de Magistris ha girato e gira la Calabria come in un minuzioso carotaggio, quella lametina tutto poteva essere tranne che una conferenza “di presentazione”.
Un’occasione, semmai, per mettere i “puntini sulle i”. Per chiarire alcune questioni in particolare su un tema di rovente attualità come le alleanze.
E qui, l’ex europarlamentare puntualizza: «Con Pd e Cinquestelle abbiamo dialogato, ma non ci siamo mai seduti a un “tavolo” per farlo. Piuttosto, l’abbiamo fatto spiegando cos’è questa coalizione e chiedendo loro di sostenere questa realtà».
Perché, argomenta il candidato Governatore, i dèm in particolare «in mille interviste parlano di laboratorio, di civismo, d’apertura alle istanze popolari, ma poi ci hanno chiesto una sola cosa: di farci da parte. Ma noi a loro, così come a Mario Oliverio e a chiunque altro, ripetiamo: v’interessa supportare una reale alternativa, con donne e uomini dal profilo impeccabile quanto a coerenza? Bene, allora venite. Se qualcuno pensa però a un “taxi” elettorale, a un supporto imperniato su “pacchetti” di voti, beh… allora ha sbagliato strada. Noi riusciremo a fare quel che i calabresi ci chiedono perché siamo liberi, indipendenti e con quel pizzico di follia che serve. Idealisti e “visionari”, ma con esperienza amministrativa e tanta concretezza».
Ecco perché la coalizione con le sue liste – ancòra non si sa quante e quali – con sensibilità diverse, intende «parlare a tutti». Cioè alla gente “di Sinistra” («E io lo sono fin da ragazzino: non come quelli che dicono d’essere di Sinistra, senza però esserlo»). Ma anche a liberisti, moderati, gente di centrodestra delusa da quella coalizione. Agli elettori di Cinquestelle: «Ma dico agli elettori, non a parlamentari e dirigenti che hanno fatto il contrario di ciò che dicevano di voler fare». E poi al “popolo di Internet” e, in particolare, «a quella metà d’elettori calabresi che alle urne non ci va più da anni».
Fermo restando che la Calabria ha bisogno soprattutto «di persone pulite e “di rottura”».
In questo senso, Luigi de Magistris fa un vero e proprio appello alla stampa: «Non raccontate più che la nostra coalizione è il luogo in cui si può mescolare ciò che non è mescolabile».
Ogni tipo di “distanza”, tuttavia, «non è di tipo personale. Il punto è che al nostro interno non può esserci chi è incompatibile con la “rottura del Sistema”».
Valori, Giustizia, finti duelli
E c’è un passaggio su Giustizia & Valori destinato a far discutere, anche perché parte dalla sintonia col recentissimo documento della Conferenza episcopale calabra. «Puoi avere una condanna irrevocabile ma essere molto degno di stare con noi – spiega de Magistris, pensando forse specificamente a qualche suo candidato di punta –. Ad esempio, per aver subìto una condanna ingiusta o per fatti che con la criminalità non c’entrano niente. E, al contrario, puoi essere apparentemente adamantino ma, in concreto, eticamente incompatibile coi nostri Valori».
Ecco perché ad avviso dell’aspirante Governatore il 3 e 4 ottobre sarà possibile dare solo due voti: « Quello per noi, cioè per il cambiamento. E dall’altra parte, chiunque ci sia, Amalia Bruni o Roberto Occhiuto, un voto per la continuità rispetto al passato. Soggetti che fingono solamente di combattersi, ma che sono preoccupati solo di battere noi».
Insidie dietro l’angolo
A fronte di specifica domanda, il possibile inquilino dell’ultimo piano della Cittadella regionale che porta il nome di Jole Santelli si sofferma sull’«errore più grave del centrodestra». Che per de Magistris è stato «non far nulla per garantire i diritti minimi essenziali a fronte del fiume di denaro pubblico ricevuto dallo Stato per fronteggiare al meglio il Covid».
È l’assist ideale per scagliarsi una volta ancòra contro il Presidente facente funzioni Nino Spirlì. Che nell’opinione del sindaco di Napoli, in atto, «non è nessuno: dovrebbe compiere solo atti d’ordinaria amministrazione, dovrebbe pensare magari a come spegnere gli incendi e invece pensa a come fare assunzioni e cooptare portaborse».
Battaglia «girando borgo per borgo, strada per strada», dunque, con la sensazione d’avere la vittoria in mano, argomenta Luigi de Magistris. Che però ha anche un sospetto, e lo dice nitidamente.
«La nostra sarà una maratona, c’ispirerà la medaglia d’oro per la marcia vinta dall’Italia alle Olimpiadi. Ma, sappiatelo, sarà anche una corsa a ostacoli. Preparatevi dunque a ostacoli anche insidiosi, mine, frazionismi… vedrete», è il monito di Luigi de Magistris ai suoi, ai quali torna a raccomandare compattezza e gioco di squadra.