La discarica di Mazzarrà chiude ancora per il vento. Di Maria attende buone nuove da Croce

La discarica di Mazzarrà chiude ancora per il vento. Di Maria attende buone nuove da Croce

Francesca Stornante

La discarica di Mazzarrà chiude ancora per il vento. Di Maria attende buone nuove da Croce

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lunedì 29 Aprile 2013 - 11:18

Dopo giorni di emergenza, da ieri sera la raccolta rifiuti è ripresa a pieno ritmo ma stamane è stato impossibilie portare i rifiuti in discarica. Il sito di Mazzarrà è nuovamente chiuso per il vento

La raccolta è ripresa quasi a pieno ritmo ieri sera, alla fine di una giornata in cui l’emergenza rifiuti ha toccato il suo picco massimo è iniziato il lento ritorno alla normalità. Ieri sulle strade si sono accumulate circa 800 tonnellate di immondizia. La raccolta a singhiozzo, garantita in questi giorni tra carenza di carburante e difficoltà a scaricare per lo stop della Seap che porta i rifiuti a Mazzarrà, lascerà strascichi ancora per qualche giorno.

Oggi si sperava di ricominciare a lavorare a pieno ritmo, anche grazie alla Seap che fidandosi ancora una volta della parola del commissario Di Maria, aveva detto si alla ripresa del servizio. Ma questa mattina la brutta notizia è arrivata da Mazzarrà Sant’Andrea. Anche oggi la discarica è rimasta chiusa per il forte vento, i mezzi non hanno potuto raggiungere il sito per scaricare, negli uffici di Messinambiente si spera che i cancelli riaprano al più presto, altrimenti qualsiasi sforzo sarà nullo. Da ieri sera i mezzi della partecipata sono riusciti a raccogliere circa 300 tonnellate di immondizia, ne restano altre 500 intorno ai cassonetti, per quelli si procederà con la raccolta a mano. Il problema restano i mezzi ormai carichi che non hanno potuto scaricare. Se Mazzarrà non riapre si resta fermi.

Intanto oggi il commissario di Messinambiente Di Maria è tornato, come quasi tutti i giorni, a Palazzo Zanca per discutere con il commissario Croce. La partecipata ha bisogno urgente di finanziamenti per poter sopravvivere, altrimenti tra pochi giorni il problema si presenterà di nuovo. Servirebbero subito almeno tre-quattrocentomila euro per riuscire a saldare almeno un altro acconto ai fornitori ormai con l’acqua alla gola. In questi giorni Di Maria spera di avere buone notizie.

(Francesca Stornante)

Un commento

  1. le tasse aumentano ma il servzio non esiste, la magistratura dove è??

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