Sciarpe, bandiere, clacson all’impazzata. Messina torna in festa come il 5 giugno 2004. Non è serie A, ma è il simbolo della rinascita, dell’abbandono di cinque anni infernali, della speranza di un futuro roseo che possa emulare le gesta del Football Club senza ripetere un finale inglorioso
A 9 anni di distanza, piazza Cairoli si ritinge di giallorosso per una promozione del Messina. L’ultima era stata ben più prestigiosa: verso quella seria A che aveva regalato gioie (la vittoria a San Siro e il settimo posto) e dolori (la sciagurata retrocessione). Quella di ieri, però, se è il caso, ha il sapore ancora più dolce. E’ il simbolo della rinascita, dell’abbandono di cinque anni infernali, della speranza di un futuro roseo che possa emulare e, perché no, anche superare le gesta della squadra di Parisi e Di Napoli, ieri presenti al San Filippo a festeggiare coi tifosi e la città.
La speranza è tutta nelle parole del patron, Pietro Lo Monaco, che ieri ha festeggiato la prima promozione di una squadra totalmente sua: “Il percorso sarà completato quando questo stadio sarà tutto pieno”. Un sogno, il sogno di rivedere 40mila cuori giallorossi battere al San Filippo è il sogno di tutti, di chi ci è sempre stato e di chi era rimasto troppo deluso da anni di cattive e inopinate gestioni.
5 anni come quelli trascorsi dal 1993 al 1998, quasi come se la maledizione della serie D, per il Messina, non potesse durare meno. “E fu il primo passo verso la A” recitava uno striscione della curva sud del Celeste, in quel Messina-Rende del 27 aprile 1998. Fu una profezia, un sogno lungo una cavalcata ricca di gioie per i tifosi biancoscudati, un sogno poi infranto dalla mancata iscrizione al campionato di serie B 2008-2009.
Lo striscione esposto ieri dai tifosi, sulle vetrate della Tribuna B, è ancora più ambizioso. “E fu il primo passo verso l’Europa”. Folle secondo alcuni, secondo chi vede in quella di ieri una semplice promozione dal campionato di serie D a quello di serie C2 che sì, meglio dell’inferno della D lo è, ma è pur sempre un campionato minore, con squadre che non si avvicinano neanche lontanamente al blasone ed alla storia del Messina. Ma è la stessa follia riscontrata in quello striscione del 1998, quando gli anni a seguire dimostrarono che tanto folle non era, tutt’altro.
Ed allora bentornato Messina. Quelle bandiere giallorosse, a piazza Cairoli, rappresentano il simbolo, la testimonianza di una città non si arrende. Che c’è ancora chi la ama ed attraverso un rettangolo verde, un pallone ed una maglia, sosterrà Messina ed il Messina su palcoscenici, si spera, sempre più prestigiosi. Forza Messina.
(Marco Ipsale)
calcio e focaccia , questa è messina
Panem et circenses.
Adesso. i problemi di messina sono spariti in un colpo solo.
Gli emigrati degli ultimi 50 anni sono già in viaggio per tornare.
Da domani a messina circoleranno 1000 autobus e 500 tram; 10000 vigili urbani regoleranno il traffico; i servizi sociali funzioneranno alla grande; aprirà un grande centro di riabilitazione per lungodegenti ed una casa di riposo pubblica per i vecchietti a 100 € all’anno; le strade saranno lisce come tavoli da biliardo; gli ambulanti spariranno dalle strade; i commercianti diventeranno tutti onesti (soprattutto durante i saldi) ed i prezzi caleranno del 200%.
Non a caso, Garofalo è subito salito sul carro del vincitore.
Ma se fosse stata la promozione in A che facevano?
Ma per favore.
Giuseppe Vallèra.
Peccato che mancavano ….MIMMO E STELLARIO