Vaglio preliminare per altri 40 indagati coinvolti nell'inchiesta della GdF sulle false unioni per ottenere permessi di soggiorno
Si aprirà il prossimo 7 dicembre l’udienza preliminare per le 40 persone coinvolte a vario titolo nell’operazione Zifaf, l’inchiesta dalla Direzione Distrettuale antimafia e della Guardia di Finanza su una rete di falsi matrimoni tra italiani e stranieri per conseguire i documenti e ottenere l’ingresso in Italia.
A celebrarla sarà il giudice Monica Marino, che dovrà esaminare le accuse che la Procura ipotizza per i 40 indagati rimasti. Per tutti il Pm Rossana Casabona ha chiesto che vengano processati. Ad aprile scorso è stata invece emessa la sentenza per altre 9 persone, condannate con pene tra i 3 e i 6 anni.
Tra tre mesi, invece, dovranno comparire nell’aula della Corte d’Assise:
Amalia Vizzari, Giuseppa Carrolo, Carmela Pollara Maggio, Giuseppa Di Pietro Fazio, Carmen Cami, Said Al Hajli, Hamid Aliani, Pasqualino Avenoso, Kamel Beckour, Omar Boudraa, Maria Antonia Cannarozzo, Laid Dechuaqui Mohamed, Valentina De Marco, Gianpiero De Tommaso, Omar El Asri, Najat El Jihaoui, Zakaria Elmermissi, Josephine Faralla, Maria Fileti, Paolo Grasso, Costanza Grech, Olyes Mohamed, Pia Maria Lauria, Khadija Mazouak, Rosalia Mazza, Boubetra Messedaa, Ackraf Rami, Abderrahim Rhorba, Antonino Vizzari, Alessia Concetta Cotroneo, Amine Elhakhimi, Rosaria Papandrea, Antonino Augliera, Antonino Cuscinà, Mohamed Kassimi, Bouchta Zouhair, Maurizio Mondello, Carmela Panetta, Patrizia Morabito, Aicha Naciry.
Il giudice ascolterà il Pubblico Ministero e i difensori – gli avvocati Pietro Ruggeri, Giuseppe Bonavita, Pietro Giannetto, Maria Grazia Minutoli, Giovanni Mannuccia, Salvatore Silvestro, Andrea Freni, Sandra Crisafulli, Antonio Bongiorno, Mauro Giacobello, Tindaro Celi, Ilaria Intelisano, Aldo Lombardo, Giovanni Villari, Rosa Guglielmo, Antonio Cambria, Nino Cacia, Franco Tomasello, Antonello Scordo e Filippo Alessi – poi deciderà se rinviarli a giudizio o archiviare le accuse contro di loro, prosciogliendoli.
La retata è scatta alla fine del 2020 con l’arresto di 16 persone da parte del GiCo delle Fiamme Gialle. Decisive le intercettazioni telefoniche: agli organizzatori si rivolgevano stranieri – soprattutto nordafricani – che avevano necessità per esempio di non essere espulsi come irregolari.