Gullì (Fi) mette in luce il paradosso: nulla di fatto dopo 32 anni, i commercianti d'ortofrutta operano tra i roghi di rifiuti ma senza videosorveglianza
REGGIO CALABRIA – «Le vittorie hanno sempre tanti, tanti padri. E gli episodi brutti? Gli eventi che rappresentano una sconfitta per tutta la società?». Così Forza Italia, in relazione a una delle più scottanti, inestricabili piaghe del tessuto produttivo del Reggino: il “nuovo” (…si fa per dire…) Mercato agroalimentare di Mortara.
Busillis Mortara
«Oltre trenta operatori commerciali attivi al Centro agroalimentare di Mortara di Pellaro da ben dieci anni (sì, avete capito bene, lunghi dieci anni) sono ingiustamente “marchiati” come commercianti abusivi – rileva il candidato di Forza Italia al Consiglio regionale Nino Gullì –. Svolgono la loro attività fra mille carenze igieniche, sanitarie, logistiche e di servizi in quello che Mimmo Agliarà, presidente della cooperativa “Ora” che li riunisce, giustamente definisce da sempre un “non-mercato”».
Ma c’è un aspetto considerato incredibile dall’imprenditore “prestato” alle fila azzurre: «Il Centro agroalimentare è una delle più brucianti “incompiute” del territorio metropolitano di Reggio Calabria. E lo è da 32 anni. Da quando, cioè, insieme ad altre realizzazioni come il mattatoio, il canile comunale e il deposito dell’Atam, diede corpo – rammenta Gullì – alla più importante scheda progettuale del “decreto Reggio”: il Centro integrato di Mortara di Pellaro. Ed è proprio per questo che nel 2011, cioè comunque oltre vent’anni dopo il varo della legge numero 246 del 1989, è sorta la drammatica condizione di questi lavoratori».
La vergogna, a 32 anni dal “decreto Reggio”
«Dieci anni fa, gli storici Mercati generali di via Aspromonte furono sgomberati per le gravi carenze igienico-sanitarie. E come spesso accade, si lasciò la “via vecchia” senza preparare per tempo la “via nuova”.
Agli operatori mercatali non restò che occupare i box di una struttura a tutt’oggi priva di servizi essenziali».
Il paradosso: tra i roghi di rifiuti, ma senza videosorveglianza
Eppure «invano, fin qui, gli aderenti alla cooperativa hanno chiesto un sistema di videosorveglianza».
Insomma: un “fatto dei commercianti”, una vicenda pericolosissima per l’ecosistema, per la salute pubblica e per l’incolumità di un pezzo importante della Reggio Calabria produttiva che tutti noi portiamo in tavola ogni giorno rispetto alla quale lo Stato e le sue articolazioni locali parrebbero volersi dichiarare dei semplici passanti, totalmente all’oscuro dei fatti.
«I commercianti dell’ortofrutta attivi a Mortara vorrebbero solo poter svolgere il proprio lavoro in maniera regolare. Il nostro impegno per sanare questa ferita non mancherà – fa presente Nino Gullì –: saremo sempre vicini a chi vuol solo lavorare onestamente, pagando le tasse, versando il contributo richiesto per gli spazi in cui praticare la propria attività commerciale. E faremo in modo che tutto questo accada al più presto, a dispetto delle negligenze dei decenni passati».