Il Consiglio ha dovuto riconoscere il pagamento di circa 5 mila euro ad un fornitore
ROCCALUMERA – Un debito fuori bilancio di poco superiore ai 5 mila euro ha provocato la protesta del gruppo di opposizione che ha espresso voto contrario, denunciando una gestione non corretta da parte dell’Amministrazione comunale. Il debito era relativo alla fornitura, avvenuta nel 2020, di cestini per le deiezioni canine, e derivava da un decreto ingiuntivo pervenuto al Comune il 28 luglio 2021.
“Già il costo dei 14 cestini, pari a 4.080,00 euro più IVA, era consistente – spiegano i consiglieri di minoranza – ma poiché la somma non è stata pagata, nonostante ci fosse regolarmente l’impegno spesa, la ditta fornitrice è dovuta ricorrere, dopo un anno, al decreto ingiuntivo, con conseguente aggravio di interessi e spese legali pari a 1.203,35 per aver riconosciute le somme spettanti”.
La minoranza si chiede perché non sia stata regolarizzata la fattura dal momento che esisteva l’impegno spesa e la successiva liquidazione. “Il sindaco, a questa domanda – proseguono i consiglieri – ha risposto candidamente: “Perché c’è stata una dimenticanza da parte degli uffici”. E come non aspettarsela una risposta del genere? Per il sindaco le colpe ricadono sempre sugli altri, non è mai una responsabilità sua o degli amministratori!”.
Secondo l’opposizione, però, a smentire questa affermazione, esiste una diffida della ditta fornitrice risalente al 15 gennaio 2021 che non è stata portata a conoscenza dei consiglieri di minoranza “né si è riusciti a sapere se c’è stata una risposta da parte dell’Ente”. “La cosa più grave – attacca la capogruppo Rita Corrini – è che non è stata inserita nella proposta di riconoscimento del debito fuori bilancio, proposta peraltro incompleta, approssimativa e mancante di una relazione dettagliata, né tantomeno il sindaco si è pronunciato sulla questione, probabilmente perché non poteva avere più scusanti per il mancato pagamento. Se fosse stata, dunque, un’amministrazione un poco più attenta avrebbe provveduto immediatamente alla regolarizzazione dei 4.080,00 piuttosto che aspettare il decreto ingiuntivo con l’aggravio di ulteriori 1203,35 euro. Si tratta di una chiara negligenza”.