“La questione Mediterraneo. Tradizione, Cambiamenti, Prospettive”. Concluse le tre giornate del Convegno Internazionale della Scuola di Dottorato in Scienze Politiche, tra ospiti illustri e contributi autorevoli
“Cosa intendiamo quando parliamo di Mediterraneo? Ecosistema che produce rischi e insicurezze, luogo di identità e alterità, centro dal quale esercitare uno sguardo critico sulla modernità, patria di cui essere orgogliosi. Io di frontiere non ne ho mai sentite, ma ho visto che esistono nella mente di qualcuno”. Con queste parole Francesco Benigno, professore di Storia moderna presso la Scuola Normale di Pisa, ha dato avvio alla Student Conference “La questione Mediterraneo. Tradizione, Cambiamenti, Prospettive”.
I giovani studiosi protagonisti
Ed è questo che il Convegno internazionale, organizzato dalla Scuola di Dottorato in Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Messina, ha realizzato nelle sue tre giornate svoltesi tra l’Aula Magna del Rettorato, l’Accademia Peloritana dei Pericolanti, l’Aula Campagna e l’Aula Buccisano del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche. Un dialogo senza frontiere sul mare nostrum, una riflessione interdisciplinare sostenuta dalle ricerche di giovani dottorandi e dottori di ricerca provenienti da tutta Italia, guidati e accompagnati dai contributi di ospiti illustri e autorevoli studiosi, nazionali e internazionali.
In mano ai giovani ricercatori non è stato solo il dialogo polifonico protagonista delle giornate di studio, ma anche la lunga, attenta e puntuale organizzazione che l’ha reso possibile. La realizzazione della Student Conference è merito dei dottorandi di Scienze Politiche dell’Ateneo Peloritano, gruppo brillante e coeso che da un anno lavora insieme, indirizzato dai suoi coordinatori, per rendere possibile un evento di tale portata. Primo banco di prova per loro pienamente riuscito, ottenendo il plauso e l’ammirata approvazione dei colleghi arrivati a Messina da ogni parte d’Italia, oltre a quello dei loro professori e degli ospiti.
A partire dal Rettore Salvatore Cuzzocrea che, nel suo discorso d’apertura, ha invitato l’Ateneo a riproporre, anche già in estate, il seminario; poiché “è una possibilità – ha dichiarato- per pensare liberamente, simbolo di ciò che l’Università vorrei fosse oggi e di come vorrei lasciarla una volta andato via”.
La Conferenza Internazionale è, infatti, riuscita a restituire all’Università, e ancor di più a Messina, quell’identità che le appartiene storicamente e geograficamente; l’ha fatta tornare ad appropriarsi di quella lunga tradizione di cui è figlia; l’ha resa forte crocevia culturale, filosofico, geopolitico e giuridico del Mediterraneo.
Molteplici voci
Sono infinite le voci che, nel corso della storia, hanno cercato di trovare una definizione per il nostro grande “mare di mezzo” che, di fatto, una definizione univoca non può avere, poiché abitato da un’infinita molteplicità. Su questa riflessione si sono articolati anche i momenti di formazione degli altri due grandi ospiti: Giorgio Scichilone, professore di Storia delle istituzioni politiche presso l’Università di Palermo e Markus Krienke, professore di Filosofia moderna ed etica sociale presso la Facoltà di Teologia di Lugano.
“La questione Mediterraneo” a Messina, tra le sue 60 giovani voci, ha voluto narrare il Mediterraneo attraverso i grandi eventi storici che l’hanno reso protagonista, i grandi nomi e i grandi personaggi che l’hanno abitato, desiderato, conquistato; attraverso i suoi luoghi antichi e moderni; attraverso le sue geografie, le sue politiche ed anche le sue problematiche e conflittualità.
Introdotto dai saluti istituzionali del professore Mario Pio Calogero, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche e di Giuseppe Bottaro, Coordinatore del Dottorato in Scienze Politiche e dalla, già citata, lectio magistralisdi Benigno; il Convegno si è, poi, articolato in sessioni, panel paralleli finalizzati all’incontro tra metodologie, punti di vista e orizzonti diversi in un continuo dibattito dall’ampio respiro.
Si è parlato di “Mediterraneo moderno e contemporaneo: politiche e società”, panel moderato dalla professoressa Daniela Novarese; di “processi costituzionali, libertà e sicurezza” con il professore Giovanni Moschella, Prorettore Vicario; di “ambiente mediterraneo: impatti e dinamiche sociali, giuridiche ed economiche” moderato dalla professoressa Elena Di Blasi; di “geo-filosofia del Mediterraneo” con il professore Franco Maria Di Sciullo; di “vecchi e nuovi attori globali nell’area mediterranea” con la professoressa Angela Villani; di “vocazione e progetti sul Mediterraneo: alcuni profili storici” moderato dal professore Luigi Chiara; di “arte, religione, mito e simbolo nello scenario politico mediterraneo” con la professoressa Lidia Lo Schiavo; di “Mediterraneo tra crisi e cooperazione”, proprio con il professore Giorgio Scichilone a moderare; e di “integrazione, inclusione, assimilazione e multiculturalismo” con il professore Salvatore Bottari.
Ripensare il Mediterraneo
“60 pillole di narrazioni diverse che, mostrando l’importanza di definizioni e limiti concettuali, ci hanno permesso anche di oltrepassarli, in una macro narrazione al plurale generatrice di un ripensamento del Mediterraneo” ha spiegato il professore Krienke nella sua sinossi conclusiva. “Essere mediterranei è una vera e propria antropologia. Il Mediterraneo è sintesi della nostra cultura, mai nel senso di chiusura, ma come valorizzazione del passato per aprire nuove prospettive del futuro, del moderno. È una sintesi anche di concetti; ogni concetto è un confine, omnis determinatio est negatio scriveva Spinoza, ma oggi questi confini devono essere riaperti e così i loro concetti. È quello che hanno fatto i nostri singoli punti di vista in questi giorni, si sono ripensati, ricomprendendosi in un nuovo contesto; hanno assunto una dinamica diversa, che guarda al Mediterraneo come mare nostrum. Mare nostrum centro di una dialettica incessante, non solo di esclusione ma di inclusione, di immanenza e trascendenza, di dialogo, di riconoscimento, di vicinanza all’altro, visto come meta da raggiungere. Abbiamo tutti fatto appello all’avviarci insieme con una consapevolezza nuova; non abbiamo voluto trovare un punto di arrivo, ma un methodus per intravederlo; abbiamo creato le coordinate per un nuovo pensiero, tramite la storia, il diritto, la filosofia; per un incontro che sarà, inevitabilmente, anche scontro, ma affrontato diversamente, con nuovi interrogativi che travalicheranno ogni confine, fisico o concettuale che sia, in un antropologia nuova che faccia ripensare noi stessi nel Mediterraneo”.
“La Student Conference – ha concluso, infine, il professore Bottaro – è riuscita davvero a rendere il Mediterraneo un punto di incontro, come è sempre stato nel corso della storia tra civiltà, culture, religioni e uomini. Facciamo sì che diventi il punto di avvio per qualcosa di ancora più grande”.
Comitato scientifico: Giuseppe Bottaro, Salvatore Bottari, Mario Pio Calogero, Luigi Chiara, Elena Di Blasi, Franco Maria Di Sciullo, Lidia Lo Schiavo, Michele Messina, Giovanni Moschella, Daniela Novarese, Maria Felicia Schepis, Angela Villani.
Comitato organizzatore: Gianmarco Berenato, Giuseppe Campagna, Nancy De Leo,
Elena Girasella, Giulia Iapichino, Domenico Mazza, Maria Teresa Pacilè, Jacopo Sciglio (XXXV Ciclo). Raffaele Albanese, Adriana Cancellieri, Andrea Cannizzo,
Marco Carone, Eugenio Enea, Dario Fiocco, Eduardo Roberto Orozco Martinez, Francesca Pollicino, Rocco Scicchitano (XXXVI Ciclo)