Cerimonia alla presenza del figlio Diego fortemente voluta dall'associazione nazionale carabinieri di in congedo
S. TERESA – Anche oggi, come ogni anno, S. Teresa di Riva e l’intero comprensorio jonico hanno voluto ricordare i caduti di Nassiriya. E in modo particolare il sottotenente Giovanni Cavallaro. Cavallaro, perse la vita a 46 anni quel 12 novembre del 2003 insieme ad altre 27 persone: 2 carabinieri, 5 soldati dell’esercito italiano, 2 civili italiani e 9 civili iracheni. Una cerimonia sobria, per tenere viva la memoria ma soprattutto per testimoniare il servizio quotidiano svolto dalle forze armate, per aiutare le popolazioni.
“Quel giorno stravolse e cambiò la mia vita”, spiega Diego, figlio di Giovanni Cavallaro. Allora aveva 19 anni. “Mio padre – prosegue – è morto a Nassirya per aiutare un popolo martoriato dalla guerra. Sono orgoglioso di lui. Non dimenticare è fondamentale per costruire ponti di pace, ecco il significato di questa cerimonia a S. Teresa di Riva che coinvolge autorità, militari e studenti. La guerra non ha vinti e vincitori, solo perdite”.
La solenne cerimonia commemorativa del carabiniere Cavallaro, un martire figlio della nostra terra, è stata fortemente voluta dall’Associazione nazionale dei carabinieri in congedo di S. Teresa. La cui sede della locale sezione, presieduta da Francesco Musicò, che sorge al Palazzo della cultura, è stata dedicata proprio al carabiniere caduto a Nassirya.
Presenti i sindaci di S. Teresa, Danilo Lo Giudice, Furci Siculo, Matteo Francilia, Savoca, Massimo Stracuzzi, Antillo, Davide Paratore, il comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina, Giovanni Riacà, il vice questore della Polizia di Stato Fabio Ettaro, il comandante della Guardia di Finanza di Taormina, capitano Angelo Schillaci e numerose altre autorità civili e militari.