L'opera lirica torna al Vittorio Emanuele dopo il successo di 30 anni fa. Il teatro rispolvera le storiche scene del '94. Il 26, 28 e 30 novembre
L’opera della ripartenza: così l’ha definita il Sovrintendente Gianfranco Scoglio. “E’ grande l’emozione perchè abbiamo ripreso delle scene storiche e lo abbiamo fatto con il nostro personale tecnico, che siamo riusciti a stabilizzare”. Ma l’emozione è doppia perchè si torna a vedere l’opera per la prima volta dopo il Covid. “Il barbiere di Siviglia” coniuga tutto: l’allegria, la prosa, la gioia e quindi è un momento molto importante per il nostro pubblico. Ma soprattutto siamo felici perchè ci sarà la nostra orchestra“.
Il Barbiere di Siviglia di Tiezzi torna, infatti, in scena al Teatro Vittorio Emanuele il 26, il 28 e il 30 novembre (26 novembre alle ore 21; 28 novembre alle 17,30; 30 novembre di nuovo alle 21).
Il ritorno de “Il Barbiere di Siviglia”
“Manteniamo l’impegno preso all’insediamento della nostra governance”, ha dichiarato ai nostri microfoni il Presidente dell’Ente Teatro Orazio Miloro. “Ritorna l’opera che nel ’94 fece grande il Teatro Vittorio Emanuele e lo portò anche in altri importanti teatri come “La Fenice”. Tornano le costosissime scene realizzate 30 anni fa, che oggi sono state riportate a nuovo, e anche lo stesso regista il maestro Federico Tiezzi“.
Oggi, l’Opera ritorna a casa e porta con sé tanto entusiasmo e qualche novità, in modo da incuriosire e attirare il pubblico, rivisitando e attualizzando l’originale idea del celebre regista toscano. E, insieme a lui, quale regista collaboratore, ritorna anche Francesco Torrigiani.
Entusiasmo e responsabilità
Dopo il grande successo ottenuto dalle produzioni dell’Ente e il tutto esaurito di “Molto rumore per nulla”, il Teatro è pronto ad alzare il sipario ancora una volta. E all’ “Opera della ripartenza” l’Ente ha affidato un messaggio di gioia e speranza.
Gioia e speranza hanno caratterizzato tutta la realizzazione, tutte le prove, sin dal momento della scelta di Tiezzi alla regia, accolta dall’acclamazione di tutti; e queste stesse gioia e speranza, adesso, l’Opera vuole consegnare ai suoi spettatori.
A raccontare Il Barbiere di Siviglia del Vittorio Emanuele è il Direttore Artistico Matteo Pappalardo: “Il Barbiere del ‘94 è stato un’edizione bellissima che ha girato tutti i più grandi teatri. Riproporlo è un sogno che custodivamo da tempo insieme al Sovraintendente; per poter ricordare e celebrare il Teatro di un recente passato, osservandolo con ammirazione ma portandolo nell’oggi, attualizzandolo. Non è stato semplice, sin dal primo giorno abbiamo sentito forte tanto la responsabilità quanto la passione del ripartire. E lo abbiamo fatto con quella che chiamo una leggerezza pensosa. Ben consci di ciò che abbiamo vissuto in questi anni, dei duri colpi che il Covid ha inferto all’arte e del rischio che si ripresentino, abbiamo voluto comunque ripartire con serenità, la serenità è ciò che vogliamo dare, offrire al pubblico, e siamo entusiasti di averne la possibilità”.
Ad impreziosire l’evento vi sono alcune novità – come spiega ancora Pappalardo – di cui l’Ente è molto orgoglioso. Prima fra tutte la presenza della nostra Orchestra, l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, guidata dal Maestro Giuseppe Ratti (che torna a Messina dove ha diretto “La Vedova allegra” di Lehar; l’applaudito omaggio a Rota e Fellini, lo spettacolo “La bella malinconia” e numerosi concerti sinfonici). E ancora, le scene, eleganti e sognanti, di Pierpaolo Bisleri; i costumi storici di Pasquale Grossi e le luci diGianni Pollini.
La regia
“Ripensando a Il Barbiere ero molto preoccupato – confessa il regista Federico Tiezzi, ormai legato a Messina e ad i suoi più grandi attori da un rapporto trentennale – ma davvero l’Opera non rivela la sua età, gli interpreti la rendono contemporanea e guardarli su quel palco allarga il cuore”.
“Con Tiezzi, poi, ogni volta che si apre il sipario è una prima, la sua vitalità è irrefrenabile, coinvolge tutti e diventa cifra stilistica del nostro lavoro” precisa Francesco Torrigiani.
Tiezzi e Torrigiani hanno realizzato una regia divertente ma capace di far riflettere. Il tutto è curato nei minimi dettagli, in un capolavoro di ritmo e forza, dal linguaggio unico e l’intrigo farsesco, comico ma profondo, al quale forte sostengo è offerto anche dalle proiezioni video, di cui Tiezzi è un sostenitore da oltre trent’anni, che permettono di ampliare la visione, il senso e i nuclei di pensiero dell’intero spettacolo.
“Ispirandoci alla comicità fredda e attenta di Carlo Goldoni, vogliamo riflettere e far riflettere su vari nuclei tematici, tra i quali i protagonisti saranno il denaro, del quale Figaro va tanto fiero, e lo sguardo, elemento fondamentale, poiché ogni personaggio spia gli altri” conclude Tiezzi.
Il Teatro riparte, così, con consapevole leggerezza, sulle note di Rossini.
Melodramma buffo in due atti di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
Direttore Giuseppe Ratti
Regia Federico Tiezzi
Regista Collaboratore Francesco Torrigiani
Scene Pierpaolo Bisleri
Costumi Pasquale Grossi
Luci Gianni Pollini
Orchestra “Teatro Vittorio Emanuele”
Coro Lirico “Francesco Cilea” diretto da Bruno Tirotta
Maestro al cembalo: Stefania Visalli
Maestri collaboratori: Francesco Maesano, Antonio Gennaro, Oriana Celesti
Allestimento e Produzione Ente Autonomo Regionale “Teatro di Messina”
Interpreti:
Il Conte di Almaviva: Didier Pieri
Don Bartolo: Fabio Maria Capitanucci
Rosina: Aya Wakizono
Figaro: Massimo Cavalletti (26 e 30 novembre) Gianni Giuga (28 novembre)
Don Basilio: Andrea Concetti
Berta: Ilaria Casai
Fiorello: Lorenzo Malagola Barbieri
Ambrogio: Antonio Lo Presti
Servizio di Silvia De Domenico, articolo di Emanuela Giorgianni