Giovanni Frazzica scrive una lettera aperta al reggente del Pd messinese Giuseppe Lupo invitandolo ad evitare che nella formazione del gruppo di lavoro che lo affiancherà ci sia una preponderanza dell'area ex Ds. "Molti di loro hanno condiviso la gestione di Genovese fino all'ultimo", dice chiedendo spazio anche per gli ex Margherita.
Nei giorni scorsi l’attuale reggente del Pd cittadino, il segretario regionale Giuseppe Lupo, ha avuto un incontro al Giardino Corallo con gli esponenti del partito, in vista di quei provvedimenti da prendere fino alla stagione congressuale. Nel corso dell’incontro tutti gli intervenuti hanno sollecitato Lupo in diverse direzioni, prima fra tutte la costituzione di un gruppo di lavoro, uno staff di reggenza che rappresenti le diverse anime del Pd dello Stretto. Il reggente ha preso tempo e non se ne parlerà prima di settembre ma nel frattempo Giovanni Frazzica gli ha scritto una lettera aperta invitandolo ad alcune riflessioni e soprattutto a non far “schiacciare” dal peso della componente ex Ds l’area più centrista, quella degli ex Margherita.
“Caro Giuseppe, circa 13 anni fa ho consegnato a Francantonio Genovese il simbolico bastone di comando del Ppi– scrive Frazzica- Quello fu l’inizio della sua folgorante carriera e della trasformazione del Partito popolare di Messina da “grande Partito” a “grosso Partito”. Le dimensioni aumentarono ancora, unitamente ai successi, nel corso della fase della Margherita, fino a raggiungere le consistenti e apprezzabili dimensioni elettorali delle elezioni nazionali e regionali, che continuarono anche con la costituzione del Pd”.
Nell’analisi dei fatti recenti Frazzica sottolinea come l’unica prima vera grande sconfitta sia stata quella del giugno scorso, alle amministrative, che hanno visto il ballottaggio trasformarsi in un vero e proprio referendum non sul candidato sindaco, Felice Calabrò, ma sul leader del Pd, Francantonio Genovese.
“C’era nell’aria la sensazione che qualcosa non andava- prosegue Frazzica- una sorta di odio sociale camuffato da “questione morale” che stava per esplodere (e che poi è esplosa) investendo in pieno il cerchio magico delle famiglie Rinaldi-Genovese, ma devastando poi a cascata quell’incolpevole area del Pd la cui provenienza era il mondo popolare ed ex-democristiano che Genovese incarnava per nascita”. Secondo l’esponente del Pd quanto accaduto ha finito con lasciare macerie soprattutto nell’area dei moderati, quegli ex Margherita che facevano riferimento proprio a Genovese, che, tra l’altro, alla “nascita del Pd” fu il primo segretario regionale. Ed è a quanti hanno fatto parte di quest’area che Frazzica intende rivolgersi per “ricreare” le basi di una componente destinata a fare da contrappeso agli ex Ds, mantenendo gli equilibri interni al partito. Nello scrivere a Lupo però Frazzica non tralascia di lanciare qualche frecciatina a quanti, proprio tra gli ex Ds, hanno condiviso l’intero periodo di gestione “genovesiana”, salvo protestare solo di recente, dopo le inchieste e la batosta elettorale.
“E’ positivo che in occasione dell’incontro di Agosto tu abbia detto che bisogna ricostruire all’insegna “della massima inclusività”. Tuttavia, nella misura in cui si è acceso un dibattito sulla necessità di azzerare e ricostruire il Pd, alimentato con straordinaria passione da alcuni esponenti provenienti dall’area ex-Ds, che con Genovese hanno condiviso, fino a quando non sono arrivate le comunicazioni giudiziarie, la gestione del potere e del Partito, nasce il sospetto che si stia creando cortina fumogena dietro la quale la componente ex-comunista possa cercare di ampliare la propria egemonia, soprattutto in vista delle imminenti scadenze congressuali. Si ha infatti la sensazione che né loro, nè altri hanno voglia di rifare il Partito e, men che meno, non c’è nessuno che ha in mente di riorganizzare le componenti che si ispirano all’area popolare sulla base dei loro principi e dei loro ideali”.
La questione Messina secondo Frazzica deve quindi essere seguita con attenzione, tenendo in considerazione quanto accaduto sia in città che a Barcellona alle amministrative, che hanno portato in entrambi i casi l’elettorato del Pd a votare un candidato non strutturato e presentatosi in antitesi al Partito stesso.
“La nostra realtà provinciale non va declassata a serbatoio di voti congressuali o a pacchetti di tessere. Ricominciare a far politica significa che bisogna andare nelle periferie, parlare con la gente, diventare rappresentanti delle richieste delle persone nei confronti delle Istituzioni. Il Pd non ha mai fatto questo lavoro, rifare il Partito significa aprire un dialogo con la gente e non limitarsi a montare una decina di gazebo in occasione delle primarie per far votare le truppe cammellate e poi inneggiare alla democrazia. Caro Giuseppe, questo è il lavoro che dobbiamo fare insieme. Già diversi amici provenienti dall’area popolare mi hanno dato la loro disponibilità a riprendere il loro impegno nell’ambito del Pd, altri verranno contattati nei prossimi giorni. Questi primi segnali di incoraggiamento mi ripagano di quella cupa atmosfera di mobbing che si era venuta a creare e che mi aveva costretto ad allontanarmi dal Partito, ora è come se sentissi il dovere di completare un lavoro iniziato tanto tempo fa, portare a termine una missione, sostenere un pensiero politico che non può morire”.
In attesa che venga costituito il gruppo di lavoro che dovrà affrontare la delicatissima fase della stagione del tesseramento, nonché quell’azzeramento che il Pd dello Stretto ha a più riprese ribadito a Lupo (ma che il segretario non pare abbia recepito fino in fondo), iniziano i primi movimenti per stabilire nuovi equilibri e posizionamenti. Oltre all’area Renzi si sta costituendo quella Civati e quella che fa riferimento a Cuperlo ed è certo che tutte le componenti non vorranno essere escluse dalla fase cruciale della transizione.
Rosaria Brancato
Se continua così la prossima volta invece del giardino Corallo si incontreranno sul balconcino della signora Priscilla e, mi dispiace, non c’è molto spazio per nessuno.
Adesso nel pd stanno ognuno ad augurarsi le disgrazie degli altri per sentirsi meglio loro. Morirà per “abbandono” questo partito, anzi sono già sulla buona strada.
……..mi vien che ridere…………
non credo che il PD possa scomparire …………., in ogni caso a Messina oggi ,se non vanno via questi “personaggi” che sproloquiano di politica e che non hanno neanche il loro voto, non ci solleveremo mai. Sia destra che sinistra ad oggi sono il NULLA a MESSINA. Vediamo la Cosidetta Società civile e la estrema sinistra e i PINELLI oggi al potere con Renato Accorinti cosa ci saprà dare, per ora solo pinzellacchere e tabaccheri i lignu.
PARTITO DEMOCRATICO e POPOLO DELLA LIBERTA’ sono in stato confusionale dopo le sconfitte elettorali e i milioni di voti perduti, quasi nove milioni. I due schieramenti, facce della stessa moneta falsa, mai spesa, in questi anni, per l’interesse generale, sono servi di quel sistema di interessi e di potere, che condizioni le scelte politiche a fini di parte, con il risultato di berlusconiani e anti berlusconiani sempre più ricchi, e i loro elettori sempre più poveri. Cadono le braccia sentire degli sprovveduti, che non abbiano idea della storia del nostro paese, parlare di MARGHERITA o di eredi della DEMOCRAZIA CRISTIANA, oppure di PDS, DS o di eredi del PARTITO COMUNISTA ITALIANO, quando il PCI era già inserite culturalmente e politicamente nel solco del socialismo europeo. L’altra faccia della moneta falsa sta inventandosi, con la rifondazione del partito padronale FORZA ITALIA, da berlusca alla berluschina, come imbonire nuovamente gli elettori alla ricerca di un partito liberale nella tradizione dei conservatori inglesi o di quelli tedeschi o francesi. P O V E R I, realmente parlando, I T A L I A N I
In ogni caso, più dei precedenti che non ci hanno dato manco quelle. E comunque questo è credere”più al proprio odio che ai propri occhi” (Guareschi)
Visti i successi personali dell’On.le Francantonio Genovese (raccomando sempre di non dimenticare l’On.le), in particolar modo quelli patrimoniale, il signor Giovanni Frazzica chiede che gli venga reso il bastone del comando che lo stesso aveva passato all’On.le.xxxxxxxxx.
Ancor più ridicola è la raccomadazione a Lupo, perchè lo stessa tenga in buon conto gli ex democristiani e di tanti altri partiti che hanno trasferito il loro “portafoglio voti” nelle mani dell’On.le, certi della sua gratitudine al momento della spartizione.
Altrimenti perchè lo avrebbero fatto?
Qualcuno ha notizie della splendida Elvira Amata? Mi manca tanto.
Frazzica… Frazzica…. sei triste!
Non eri il portavoce di Grande Sud di Gianfranco Miccichè?
Coerenza? NO grazie.
Non capisco perchè avete censurato il cognome dell’On.le destinatario bel bastone del comando che viene espressamente indicato dal sig. Giovanni Frazzica.