Pd, Hyerace: "Un partito fatto non di passione, ma di iscritti. Incapace di cambiare"

Pd, Hyerace: “Un partito fatto non di passione, ma di iscritti. Incapace di cambiare”

Rosaria Brancato

Pd, Hyerace: “Un partito fatto non di passione, ma di iscritti. Incapace di cambiare”

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lunedì 07 Ottobre 2013 - 09:24

In attesa che da Palermo arrivino notizie sulle regole per il Congresso provinciale di Messina, Armando Hyerace invita ad una riflessione sullo "stato vitale" del Pd cittadino, impegnato in una resa dei conti interna ed in una restaurazione che lo imprigiona . La richiesta di espulsione dei renziani la dice lunga sulla situazione del Pd "Se non ci sono le condizioni di serietà e serenità sarebbe meglio rinviare tutto"

I riflettori sono accesi sulla Direzione regionale del Pd di oggi pomeriggio a Palermo. All’ordine del giorno gli adempimenti in vista dei Congressi e il rimpasto alla Regione, due argomenti strettamente collegati perché è evidente che la crisi con Crocetta è connessa alla lotta per i posizionamenti in vista della lunga stagione congressuale. Con l’aria che tira troppe poltrone comode rischiano di saltare, da qui la fibrillazione in corso. Ma la Direzione regionale interessa Messina in particolar modo dopo la caotica direzione provinciale di sabato scorso (vedi articolo allegato), conclusasi con un nulla di fatto. Sarà la Commissione regionale per il Congresso oggi a stabilire le regole per la città dello Stretto, compreso il numero dei circoli, ed a scegliere gli 11 componenti della Commissione di garanzia. Il Pd messinese, lacerato dalle divisioni, incapace di trovare l’unità ed in preda ad una crisi d’identità, è finito sotto la curatela del partito regionale. Sulla Direzione provinciale di sabato torna con una nota Armando Hyerace che con lucidità sottolinea quelli che sono ancora oggi i nodi irrisolti del partito.

“ La riunione ha dato un immagine del partito, ancora una volta, totalmente estraneo nei modi e nei fatti alle istanze di rinnovamento venute fuori in questi ultimi mesi. Quanto ai modi, il ritardo, di oltre due ore, con cui è iniziata la direzione, convocata tra l’altro d’urgenza, nella quale si sarebbe dovuto discutere di temi importantissimi in vista delle scadenze congressuali e la scarsa partecipazione lasciano alquanto perplessi ed amareggiati. Posto che in queste circostanze, la puntualità e la partecipazione sono una forma di rispetto personale ancorché istituzionale, il numero esiguo di partecipanti certifica ancora una volta che questo è un partito fatto, per la maggior parte, non di passione ma di iscritti e tesserati che si guardano bene dal presenziare alle assemblee se non quando si tratta di far valere i numeri e la forza”.

Proprio la scarsa partecipazione, che fa sorridere se paragonata alla straordinaria e stupefacente affluenza alle urne quando si tratta di primarie e di dimostrazioni di forza, ha di fatto causato l’inutilità della direzione stessa, dal momento che sulla riduzione dei circoli dagli attuali 64 a 6, proposta dal reggente Giuseppe Lupo e avallata dai presenti, non è passata per l’assenza del numero legale, la cui verifica era stata richiesta dal deputato regionale Franco Rinaldi.

“La richiesta di verifica del numero legale – prosegue Hyerace- non solo è stato uno schiaffo alle istanze di trasparenza e cambiamento, ma si è tramutata in una clamorosa e grottesca sconfitta politica, posto che chi detiene la maggioranza numerica in tutti gli organismi di partito ha dovuto paradossalmente chiedere la verifica del numero legale per l’assenza dei propri fedelissimi! Un nulla di fatto, quindi, per un Partito che, dopo una cocente sconfitta alle amministrative e dopo le pesanti e gravi inchieste sulla formazione, sembra incapace di trovare una strada unitaria nel solco del cambiamento e del rinnovamento”.

A margine della Direzione provinciale c’è poi la richiesta di espulsione dal Pd dei renziani Ciccio Palano Quero e Alessandro Russo, avanzata da alcuni consiglieri comunali e tesserati del partito, legata alla presentazione di una lista indipendente alle amministrative. La lettera è pronta per essere consegnata al segretario regionale Lupo. In verità il partito è alle prese con un Presidente della Regione, tesserato Pd, che ha fondato un movimento, il Megafono, che alle amministrative si è anche schierato in alcuni casi contro il candidato Pd. Per non parlare della crisi in atto tra Crocetta e Pd, al punto che tutto può sembrare il governatore oggi tranne che un esponente del partito.

“Francesco Palano Quero e Alessandro Russo sarebbero colpevoli secondo gli iscritti e i consiglieri comunali proponenti- commenta Hyerace- di aver presentato una lista “non autorizzata”. In primo luogo, dovrebbero ricordare gli stessi sottoscrittori, NESSUNA lista come nessuna singola candidatura, sono state autorizzate dagli organismi di partito: eppure, c’erano tanti transfughi che provenivano dal PDL che forse qualche riflessione in più la meritavano. Su tale aspetto, quindi, siamo tutti (compreso il sottoscritto che è stato candidato nella lista PD) “colpevoli” e, per gli stessi motivi, meritiamo di essere espulsi! In secondo luogo, si tratta dell’ennesima conferma di come non si siano comprese le reali cause della sconfitta e si stia cercando di far passare ingenuità personali, come responsabilità collettive. Sarebbe interessante sapere cosa pensano i consiglieri firmatari sulle recenti inchieste giudiziarie sulla formazione e cosa ritengono sia stato più determinante per la sconfitta elettorale: le inchieste giornalistiche, i continui sputtanamenti sulla stampa nazionale e locale, la scelta di ospitare nelle nostre liste recenti e passati esponenti del centro destra, oppure “la causa di tutti i mali” sono due liste presentate in due quartieri della città?”

Hyerace si chiede quindi, e la direzione di sabato nell’auditorium Fasola né una prova, se non sia il caso di riflettere se davvero ci sono le condizioni e le premesse per avviare il Congresso provinciale con serenità e se non sia invece il caso di rinviarli per cercare di normalizzare la situazione. Del resto, come emerso chiaramente sabato, il rischio è di continuare un braccio di ferro tra due fronti che restano rigidi nelle loro posizioni e che finirebbe con il dare il colpo di grazia al partito. Ma forse è proprio questo quello che qualcuno vuole.

Rosaria Brancato

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