"Il lavoro poteva essere continuato", ci spiega il consigliere, unico membro rimasto del suo partito all'interno del Consiglio comunale. E sul suo operato: "Fatto gran lavoro"
di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana
MESSINA – Rimasto l’unico della lista “Bramanti sindaco”, Giovanni Caruso ha tracciato ai nostri microfoni il bilancio di oltre tre anni di attività all’interno di un Consiglio comunale che con l’Amministrazione non ha avuto sempre un rapporto semplice. “Personalmente vado in controtendenza rispetto a ciò che si sente dire o si scrive – ci racconta – perché personalmente ho instaurato un buon rapporto con il sindaco sin dall’inizio. Sicuramente non possiamo essere stati d’accordo su tutto, è chiaro, ma lavoro se n’è fatto. Se ne poteva fare molto di più con un dialogo migliore da ambo le parti, con un solo obiettivo: dare beneficio alla città. Il lavoro poteva essere continuato perché la città ha votato per 5 anni di amministrazione, ma non condivido la scelta. Non ho comunque paura di andare a votare, vengo da tre sopralluoghi, sono sul territorio h24: se si vota a giugno forse è anche meglio per me, ci sarà l’elettorato caldo”.
Caruso: “De Luca un decisionista”
“Personalmente mi ricandiderò perché sono curioso di sapere cos’ha prodotto il lavoro fatto – continua – mi riconfronterò con l’elettorato e credo che arriverà un eccellente risultato. Difficilmente sono ottimista, sono molto realista, ma ho fatto un grande lavoro soprattutto nel periodo della pandemia. Il prossimo sindaco? Deve avere determinate capacità. Ad esempio quelle amministrative, che lo stesso sindaco De Luca a volte ha avuto di avere e in tante altre meno. Il sindaco è un decisionista e può andare bene in una città in cui per troppo tempo non si è deciso. Ma c’è anche la democrazia, il confronto è il sale della politica. Certe caratteristiche del sindaco De Luca deve averle anche il prossimo primo cittadino. Poi bisogna dialogare maggiormente, si sarebbero fatte cose in più. Il bilancio, personalmente, è positivo. C’è da dire che si parla di bilancio di positivo perché venivamo cinque anni di Accorinti, che sono valsi come 55 anni indietro”.