Occhiuto: dopo decenni, con 65 milioni di euro la strada per Polsi diventa realtà

Occhiuto: dopo decenni, con 65 milioni di euro la strada per Polsi diventa realtà

Mario Meliado

Occhiuto: dopo decenni, con 65 milioni di euro la strada per Polsi diventa realtà

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domenica 13 Febbraio 2022 - 06:55

Finanziate anche la Campo Calabro-San Roberto e la Reggio-Cardeto. "Nuova" Sacal, giorni decisivi: acquisto delle quote private o revoca della concessione

REGGIO CALABRIA –«Dopo decenni, stavolta ci siamo – giura il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, in un È Hotel gremito di amministratori locali di vario colore politico –: c’è un importo stanziato da 65 milioni di euro, il Santuario mariano di Polsi avrà finalmente la strada che attende da tempo».

Gongola il Governatore calabrese, e la battuta sulle ore particolarissime per quest’annuncio porto in una struttura ricettiva di Reggio Calabria ci sta tutta: cade infatti nel “giorno sacro” per tutti i cosentini come lui, il giorno in cui si festeggia la Madonna del Pilerio, la Patrona di Cosenza.

Davanti a vari deputati – Francesco Cannizzaro, un po’ il “padrone di casa”; la collega forzista Maria Tripodi; il segretario regionale di Coraggio Italia Maurizio D’Ettore; la messinese Matilde Siracusano –, parecchi consiglieri regionali del territorio e numerosi amministratori locali, Roberto Occhiuto va a snocciolare diversi risultati già ottenuti, alcune novità in itinere e quella che lui definisce «un’idea».

Polsi & C.

Dopo gli interventi introduttivi del vicepresidente della Regione Giusi Princi («Roberto Occhiuto aveva detto che avrebbe dato a Reggio la centralità che merita: è una delle tantissime promesse che ha mantenuto»)e dell’assessore regionale al Welfare – in atto, contemporaneamente senatrice – Tilde Minasi («Ci ha trasmesso entusiasmo, ci ha permesso d’essere propositivi e ha cementato lo spirito di squadra»),Roberto Occhiuto ne ha evidenziato il contributo, per poi soffermarsi su diverse questioni.

Polsi, come visto, avrà la strada tanto attesa per il più frequentato Santuario mariano del Mezzogiorno. Ma sotto gli occhi degli amministratori di Fiumara di Muro e di Calanna, di San Roberto e Cardeto e Sant’Alessio in Aspromonte, Roberto Occhiuto può anche annunciare il completamento dell’ “epica” strada Campo Calabro-San Roberto (importo, 20 milioni di euro) e della Reggio-Cardeto. Opere possibili attraverso la riprogrammazione dell’anticipo dell’Fsc – il Fondo di sviluppo coesione –, partita che schiuderà l’elettrificazione della strada ferrata fino a Melito Porto Salvo e l’ammodernamento parziale della Statale “106” jonica, e i fondi della Regione del Pac, il Piano azione coesione. Perché anche così, ha commentato Occhiuto, si ripristina legalità e si “risarciscono” i territori per tante occasioni perdute.

da sx: Giusi Princi, Roberto Occhiuto, Tilde Minasi in conferenza stampa

Già stanziati 2 milioni di euro per il cinquantenario dei Bronzi di Riace; e altre iniziative seguiranno. «Se ne sta occupando molto bene Giusi Princi – spiega il Governatore calabrese –, nell’ottica di valorizzarli in chiave turistica. Non è possibile pensare a capolavori come questi esclusivamente come a “sedimentazioni culturali”: dobbiamo farne dei giacimenti culturali che contribuiscano anche a muovere la nostra economia».E a proposito di turismo, dopo il sopralluogo di ieri mattina a Gambarie d’Aspromonte, è in via di valutazione l’integrazione del finanziamento della seggiovia o direttamente la trasformazione dell’intervento da seggiovia in cabinovia: «Anche in relazione ai paesaggi, crediamo che Gambarie possa esercitare attrattività anche verso i turisti d’altre regioni», ha commentato il Presidente.

A Rosarno, poi, l’ex Opera Sila sarà completamente smantellata e, contributo reputato importante per la soluzione della questione alloggiativa dei braccianti agrumicoli extracomunitari che operano nella Piana di Gioia Tauro, saranno allestiti lì parecchi prefabbricati. «Ma dovrebbe sorgervi anche un posto fisso di Polizia, importante in chiave-sicurezza, e vorrei anche una presenza significativa delle associazioni. Tutto questo dovrebbe comunque essere accompagnato dal lavoro regolare».

“Nuova” Sacal verso la definizione

Per la prima volta, Roberto Occhiuto ammette che potrebbe non finire come s’era pensato. L’acquisizione del 52% privato della Sacal – la società che in atto gestisce i tre aeroporti calabresi – costerebbe 12 milioni 400mila euro alla Regione Calabria. Che però, spiega, «vuol pagare il prezzo minore possibile e non ha alcuna intenzione di riconoscere nulla ai privati per il passaggio di concessione, giacché se la cosa non va in porto la Regione potrebbe revocare la concessione e a quel punto le quote dei privati varrebbero zero» anche se, chiaramente, ne deriverebbe un contenzioso ciclopico. In caso di revoca della concessione a Sacal, ovviamente, si andrebbe poi a un affidamento nuovo di zecca o a una formula inedita.
A rigore, peraltro – ricorda lo stesso Presidente della Regione – la questione atterrebbe solo all’hub aeroportuale regionale di Lamezia Terme, perché a Reggio Calabria e al “Sant’Anna” non esiste il problema del limite delle quote detenute da soci privati.

Resta il fatto che fin qui la società di gestione «s’è occupata soprattutto dello sviluppo dello scalo di Lamezia Terme: la “nuova” Sacal, quella che vorremmo con la Regione socio di maggioranza, dovrà formulare un nuovo Piano industriale per sviluppare tutt’e tre gli aeroporti calabresi».
Rilevante anche il pressing su Enac per la possibile rimozione dei notam, i notice to airmen che costituiscono un vincolo importante per molte compagnie. «Intanto però abbiamo davanti la decisione già adottata da Ita di troncare alcuni collegamenti: io chiederò alla compagnia di ripensarci». E non mancano i contatti interessanti per implementare le tratte: la prossima settimana, ci sarà un incontro con RyanAir su cui i vertici dell’Ente regionale contano molto.

Più significative appaiono le risposte di Occhiuto su tre questioni poste dal cronista: mancanza di un socio privato con un solido know-how volativo; mancata diversificazione funzionale fra i tre scali da parte del gestore unico; carente integrazione Reggio/Messina – anche per le mancate quote azionarie di Enti pubblici messinesi nella società di gestione –, considerata la quota rilevante di passeggeri del Messinese che dovrebbe gravitare intorno all’Aeroporto dello Stretto.
Sulle prime due questioni, nessuna risposta. Sul solo ultimo punto, il Governatore calabrese torna a caldeggiare la partecipazione intanto di Enti locali reggini come in particolare la Città metropolitana (cosa di fatto impedita dal presidente Sacal Giulio De Metrio), poi apre a un possibile ingresso di soci pubblici messinesi. «Ma – mette in chiaro Occhiuto – al di là di chi partecipa al capitale sociale, è importante che il management societario abbia chiaro che la gestione dello scalo reggino è più facile se si riesce a intercettare l’utenza della parte jonica del Messinese, che da sempre “guarda” a Fontanarossa. Quindi: la partecipazione alla compagine sociale e agli assetti societari è un fatto formale, il fatto sostanziale è la volontà politica della società di gestione d’investire su quella parte di popolazione che calabrese non è, ma che può dare tanto all’Aeroporto dello Stretto».

Sanità, l’Agenas gestirà 500 assunzioni per l’Asp di Reggio

La Sanità, ribadisce Roberto Occhiuto – che, come noto, è pure commissario governativo al settore –, è la vera “spina nel fianco” della Calabria («Ho trovato una situazione persino peggiore di quel che pensavo»). Non mancano, su questo fronte, alcune novità.

Intanto, visto che contrariamente alla previsioni di alcune “cassandre” la legge regionale non è stata impugnata dal governo Draghi, già dal prossimo mese di marzo sarà attivata l’Azienda Zero per sopperire alla scarsa capacità amministrativa di varie Aziende sanitarie e ospedaliere.

Quanto al nodo-assunzioni, le Aziende ospedaliere che hanno già redatto il Piano del fabbisogno riceveranno sùbito l’autorizzazione alle assunzioni a tempo indeterminato. E il Presidente della Regione lo dichiara in modo molto diretto: «L’onorevole Cannizzaro mi dice sempre di non dirlo, ma io ribadisco che sul versante-Sanità mi preoccupa soprattutto la situazione di Reggio Calabria. Intanto, qui più di altrove non s’è ben capito che solo il 45% circa delle risorse, nel riparto nazionale, spettano agli ospedali: il resto, è sanità territoriale. E invece prestazioni ambulatoriali e prevenzione qui se ne fanno poche, mentre s’ingolfano gli ospedali. L’Azienda sanitaria provinciale, poi, potrebbe assumere 500 persone anche domani: ma da tempo non si riescono a portare a termine i concorsi. Non è colpa di nessuno, ma c’è una scarsa capacità amministrativa in quest’Asp, a differenza per esempio che al Grande ospedale metropolitano: anche concorsi banditi non sono stati poi espletati. Così, per l’Asp di Reggio Calabria ho interpellato l’Agenas, che s’è resa disponibile. E dunque sarà l’Agenas a svolgere i concorsi, in modo che queste 500 unità che mancano all’appello possano presto innervare l’organico dell’Azienda sanitaria provinciale reggina».

C’è poi il nodo dell’ospedalità territoriale. «Proprio per l’idea sbagliata che qualsiasi bisogno di cure debba passare per gli ospedali, in Calabria a un certo punto siamo arrivati a contare 42 ospedali. Giustamente un numero così esorbitante era insostenibile: e ci hanno chiesto di tagliarli. Così, negli scorsi anni abbiamo rapidamente chiuso parecchi ospedali, ma c’è stato un altro danno: i nosocomi chiusi non sono stati riconvertiti in centri d’assistenza territoriale».
Adesso, attraverso il Pnrr, si finanzieranno 92 strutture sanitarie: 16 diventeranno ospedali di comunità, 19 centrali operative territoriali, la gran parte, 57, case di comunità. Per ognuna di queste – ce ne sono parecchie previste sul territorio metropolitano reggino – la spesa è di circa 1,5 milioni di euro.
Previste una Centrale operativa territoriale e una casa della comunità a Bagnara come pure a Locri, Palizzi, Reggio città e Taurianova; un ospedale di comunità a Bova Marina, Caulonia e Gerace, una casa della comunità a Bovalino, Caulonia, Cinquefrondi, Gioia Tauro, a Gioiosa Jonica, a Montebello Jonico, a Palmi, a Roghudi, a Rosarno, a Sant’Alessio in Aspromonte e a Villa San Giovanni; a Oppido Mamertina, troveranno posto ospedale di comunità e casa della salute. Case della salute prevista pure a Scilla e Siderno, dove peraltro sono già in uno stadio avanzato.
«Però – aggiunge Roberto Occhiuto – io ho già emanato un Dca da 86 milioni di euro per implementare Tac, risonanze magnetiche, mammografi: erano risorse del 2017 che non venivano programmate. Presto ne emanerò un secondo da 50 milioni di euro, sempre per irrobustire le dotazioni strumentali. In più ho fatto un giro per gli ospedali territoriali del Reggino e devo dire che parecchi andrebbero completamente ammodernati, in alcuni casi le attrezzature diagnostiche andrebbero gettate e ne andrebbero comprate di nuove. Quanto all’elenco, chiedo a sindaci e sindaco metropolitano di farmi sapere entro pochi giorni se c’è qualche intervento da rivedere: il tempo stringe».
Un centro d’assistenza territoriale dovrebbe prendere corpo nell’Alto Jonio reggino, forse a Monasterace. Ventilata poi una rimodulazione per quanto attiene al “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo.

La pazza idea: non smantellare i Centri vaccinali

Anche la difficile situazione dell’ospedalità territoriale nel Reggino ha suggerito al presidente della Giunta regionale una “pazza idea”.

«In questi mesi abbiamo fronteggiato alla grande situazioni d’emergenza e abbiamo constatato di poter contare su risorse umane d’eccellenza. Proprio grazie a medici e infermieri decisamente all’altezza i nostri Centri vaccinali ci hanno consegnato un primato importante nelle vaccinazioni, che invece erano partite male. E poi grazie a un’intuizione del vicepresidente Giusi Princi abbiamo trasformato le scuole in hub vaccinali, creando un vero “modello” che ci è stato “copiato” ovunque».

Chiaramente però col passare dei mesi si vaccinerà sempre meno e i Centri vaccinali dovrebbero essere chiusi. «Ma queste strutture si sono dimostrate un efficace strumento di Sanità territoriale – riflette Occhiuto –. E allora, ho pensato che invece di chiuderli, potremmo trasformarli in luoghi fisici di prevenzione. Tutto quello che è screening e non necessita di grandi attrezzature diagnostiche, invece di passare per i poliambulatori spesso gravati da lunghe liste d’attesa, potrebbe essere effettuato in questi centri».

Al termine della conferenza stampa vera e propria, tanti gli interventi degli amministratori locali presenti, per evidenziare alcuni aspetti dei provvedimenti illustrati o rimarcare la necessità di avere ulteriori interventi a favore dei territori rappresentati.

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