Gabriele Siracusano torna a fare politica “attiva”, scegliendo l’area Pittella del Pd: “Adesso ci sono le condizioni storiche per ricostruire il partito”. L’ex presidente dell’Atm si era allontanato dalla politica dopo l’elezione a sindaco di Genovese “Non era quella la sinistra che immaginavo”.
“Ci sono le condizioni storiche per cambiare il Pd a Messina, costruire un partito moderno, aperto ai giovani e ad un diverso modo di fare politica. E’ un momento storico particolare e non mi riferisco solo al quadro nazionale, ma anche alla vittoria di Accorinti, che deve essere colta dalla sinistra come un’opportunità di cambiamento”. Gabriele Siracusano è tornato a casa, la “sua casa”, la politica, quella delle passioni ma anche della voglia di fare qualcosa di concreto per la sua città. Tra i protagonisti della stagione della giunta Providenti e del movimento Vince Messina, già in estate, all’incontro del Lucky Beach si era detto disponibile a dare il suo contributo a quanti volessero rimboccarsi le maniche per ricostruire il partito: “L’esperienza del ’94 dimostra che la società civile è determinante per cambiare- diceva Siracusano il 20 luglio all’incontro del Lucky beach- Mi sono allontanato dalla politica nel 2005 con l’elezione di Genovese sindaco, perché in quel momento è finita la politica per chi voleva essere di sinistra. Adesso sono qui non perché voglio ruoli, ma per essere al fianco di questo cambiamento”.
Pochi mesi dopo ha deciso di tornare a fare politica attiva nel Pd ed ha scelto l’area Pittella, con lo stesso spirito con il quale si era rivolto al Lucky Beach a quanti, esponenti delle diverse correnti Pd avevano organizzato l’evento.
“La mia generazione ha fallito- spiega- adesso abbiamo un debito da estinguere con le nuove generazioni e possiamo farlo solo con umiltà aiutandoli a fare quello che noi in questi 20 anni non siamo riusciti a fare, sia pure con diversi gradi di responsabilità nel fallimento. Penso che a Messina Genovese ha rischiato di “bruciare” la generazione dei 40enni, dei 30enni, con un modo di intendere la politica che non ha più alcuna ragione di esistere”.
E’ stato presidente dell’Atm, di un’altra Atm, quella degli anni ’94 quando c’erano 120 autobus in circolazione e non i 30 di oggi “e c’erano ritardi anche allora, facevamo il giro delle fermate per capire come migliorare il servizio”, e che lasciò la carica nonostante il nuovo sindaco Leonardi lo volesse confermare “la politica non si deve fare come mestiere. Devi essere libero di poter scegliere. Ogni mattina mi svegliavo con la certezza che la mia professione era un’altra, non ero un politico di professione e questo ti rende libero. A Leonardi che mi voleva ancora alla guida dell’Atm ho detto, non posso restare, la tua è un’ amministrazione di centro-destra, è giusto così”.
E’ rimasto in politica continuando il percorso iniziato con quel gruppo “storico”, fino al 2005, quando si è reso conto che il suo modo di immaginare un’amministrazione di centro-sinistra non coincideva con la gestione Genovese.
Adesso ritiene che sia il momento storico per ritornare in campo, per cambiare un sistema che è figlio non solo della gestione Genovese ma anche di quanti, come gli ex Ds hanno comunque contribuito, accettando il sistema, traendone anche vantaggi, a far sì che quel modo di pensare diventasse l’unico modo di concepire la sinistra a Messina. “Colpe e responsabilità politiche-precisa- non giudiziarie. Non mi ritrovavo in quel modo di concepire la politica. E’ una sfida importante quella che adesso abbiamo davanti, e cioè dimostrare che è possibile costruire un centro-sinistra a Messina, dove pure è forte un’anima di destra. Lo dimostra la vittoria di Accorinti, che è un segnale fortissimo. Accorinti è stato votato da quei messinesi che avrebbero voluto votare noi ma che non lo hanno fatto perché non si sentivano rappresentati da quella sinistra. La città si è ribellata a quel modo di fare politica. E’ da qui che dobbiamo ripartire per ricostruire il Pd, perché il luogo della politica sono i partiti. Dobbiamo ripartire dando ampia collaborazione alla giunta Accorinti. Dobbiamo aiutarlo e arricchire la sua proposta politica con le nostre, dobbiamo farlo nell’interesse della città”.
Gabriele Siracusano ricorda come l’elezione di Genovese sindaco, nel 2005 era stata accolta come la vittoria della sinistra in una città di destra, ma le aspettative sono state deluse e adesso quanti credono possibile in una sinistra che possa amministrare hanno puntato su Accorinti, “lui è un grande evangelizzatore, con le sue idee ha aiutato a fare crescere, ma amministrare è una cosa diversa, per questo il Pd deve mettere le sue energie a disposizione e pensare nel contempo a costruire un partito moderno che si possa candidare ad amministrare la città in futuro”.
L’ex presidente dell’Atm ha “sposato” la mozione Pittella “è un uomo del Sud, sogna un’Europa moderna, senza lo strapotere delle banche, un Pd nel Pse, un’Italia non schiacciata dal patto di stabilità, un partito non romanocentrico. Inoltre non amo essere nel coro, mi piace che la mia voce sia distinta”.
L’area Pittella si sta rinforzando di giorno in giorno, con lui ci sono Luigi Beninati, Francesco Barbalace, Emilio Fragale, un gruppo che punta ad un dibattito forte, vivace, che invita a parlare di politica e non di poltrone e infatti non ne hanno chieste in vista del Congresso provinciale: “Parteciperemo come tutti alle Assemblee per dare il nostro contributo, ascoltare e fare proposte. Il nuovo Pd si può costruire solo in questo particolare momento storico. Adesso ci sono le condizioni, dobbiamo saperle cogliere e dare spazio alle nuove generazioni. Un partito giovane, moderno, lontano dalle vecchie logiche. E’ questo quello che immaginiamo ed è quanto abbiamo cercato di indicare nel documento presentato al Congresso dall’area Pittella e dall’area Letta”.
Rosaria Brancato
Di seguito pubblichiamo il documento presentato dai rappresentanti delle due aree in merito alla situazione del Pd cittadino:
“Le componenti congressuali che si richiamano alla Mozione dell’On. Gianni Pittella ed alle posizioni dell’area Letta avendo registrato, già nella seduta di Venerdì 8 Novembre u.s. della commissione provinciale per il congresso e successivamente sugli organi di stampa, una ipotesi di allargamento della platea assembleare del Pd di Messina, motivata soltanto dal fine di “riequilibrare” le rappresentanze negli organismi interni che non corrisponderebbero, stando ai risultati della prima tornata delle assemblee di circolo, all’ipotesi di proposta unitaria avanzata al segretario provinciale designato, manifestano netta contrarietà ad ogni ipotesi di ipertrofia degli organismi interni che di fatto, allo stato, altererebbero la espressione di volontà degli iscritti.
A tal fine ritengono che spetti al segretario designato farsi carico di avanzare proposte utili per assicurare l’agibilità politica del Partito sulle quali, senza ovviamente alterare i risultati dati delle assemblee di circolo già svoltesi, aprire un confronto con quanti avvertono la urgenza e la necessità di porre mano ad una diversa stagione di impegno del Partito nella città e nella provincia per potere guardare al futuro.
Nel rammentare di avere precedentemente “partecipato” a tutti i rappresentanti dei circoli dei territori messinesi ed al segretario provinciale designato di non avere rivendicazioni di “cencelliana memoria” da soddisfare ma al contrario necessità di avviare puntuali riflessioni per l’avvio di una efficace azione politica, intendiamo mettere in mora il PD sulle questioni massimamente urgenti che attengono, per un verso, ai meccanismi di democrazia interna e, per altro verso ( e soprattutto) agli approfondimenti utili e necessari per affrontare le drammatiche questioni sperimentate da famiglie ed imprese.
Per ogni più utile lettura di questa nostra “presa di coscienza”, che non fa sconti a nessuno in ordine alle pregresse responsabilità che hanno generato l’attuale condizione del PD, abbiamo sottoposto alla discussione ed al confronto nel partito due documenti il primo dei quali relativo al “modello di sviluppo della città e della provincia” ed il secondo, indirizzato al segretario designato ed a tutti i responsabili dei circoli, relativo al “modello organizzativo del partito.”
Nel primo veniva sottolineato come “la grave riduzione demografica della nostra realtà provinciale rappresenti un segnale evidente della crisi che la investe mentre tradizionali attività economiche ed imprenditoriali sono quasi del tutto scomparse ed hanno espunto grandi fasce di popolazione soprattutto giovanile determinando il complessivo impoverimento del tessuto socio-economico”; a causa di tale emorragia demografica concentrata nelle fasce di età più giovane, alcuni economisti della nostra Università hanno sostenuto che Messina potrebbe divenire “una città senza cittadini”; nel secondo documento abbiamo altresì sottolineato come “non volendo rinunziare all’esercizio civico che ci ha visti impegnati in associazioni, centro-studi ,circoli, movimenti e fondazioni “ci consideriamo dentro il partito senza rivendicazioni di spazi” e senza indugiare in riti e pratiche compromissorie precongressuali nelle quali si attardano “tanti di coloro che all’attuale stato di difficoltà del partito hanno ampiamente concorso ed oggi vorrebbero chiamarsene fuori” e concludiamo dicendo che “la nostra voce sarà amplificata soltanto da ciò che diremo e faremo nel Partito e fuori nella società ed assieme a chi lo faremo”
Nella prima fase congressuale le componenti firmatarie del presente documento non si sono risparmiate nel tentativo di coinvolgere le tante sensibilità rimaste estranee alla vita del partito a causa delle sue carenze politiche ed organizzative.
Nella seconda fase ripromettiamo, confidando in un percorso congiunto possibilmente assieme ad altri, l’ulteriore sforzo per un sempre più convinto impegno civico e politico non soltanto nel Partito ma anche in ogni espressione della società che si interroga sul futuro di Messina, della Sicilia, dell’Italia.
p. la Mozione Gianni Pittella (Luigi Beninati) p. l’Area Letta (Franco Providenti)
Fantastico, cambiare le vecchie dinamiche con i vecchi personaggi… questo sì che è coerente.
Questo signore, di cui sconosco le capacità politiche, si è dimenticato di dire che, oggi, Felice Calabrò rappresenta una costola di Genovese. Il sindaco sconfitto, “schiaffeggiato” dai messinesi al ballottaggio, infatti, non ha perso tempo per difendere le dinamiche delinquenziali con cui era gestita la formazione professionale, parentopoli ed ha aperto le porte a “similpolitici”, provenienti direttamente dalla giunta Buzzanca, ed alla massoneria.
Uniamo il tutto alla manifesta incapacità con cui il suddetto ha gestito quella ridicola opposizione di cui era gapogruppo, rendendosi complice, non mi stancherò mai di ripeterlo, di quel disastro che ha investito Messina e che oggi i “dipendenti” della vecchia politica, impegnati in una misera e squallida campagna denigratoria, vorrebbero risolto in 5 mesi.
Io spero che Calabrò rimanga ben lontano da palazzo Zanca, dove ha già fatto danni pressocchè irreparabili. Ma se dovesse diventare sindaco di Messina, mi siederò comodomante in poltrona ad osservare questo tizio finire la missione distruttiva, iniziata durante i molti anni che lo hanno visto “impegnato” in politica.
Ex sindaco con il suo ex assessore nuovi strateghi… uno quasi 80enne e l’altro quasi 60enne… il “nuovo” che avanza!
A casa gente giovane e fresca per ritornare credibili!
e “dal basso” non ce lo metti?
“Nella seconda fase ripromettiamo, confidando in un percorso congiunto possibilmente assieme ad altri, l’ulteriore sforzo per un sempre più convinto impegno civico e politico non soltanto nel Partito ma anche in ogni espressione della società che si interroga sul futuro di Messina, della Sicilia, dell’Italia.”
Belle parole, belle immagini…. “la società che si interroga sul futuro”….
In soldoni la depressione raggiunge vette sublimi di drammaticità… a sfumare sullo sfondo.. DOMANI E’ UN ALTRO GIORNO…. ovviamente …….per interrogarsi su convergenze programmatiche che pur non appiattendosi tendano a ridurre la conflittualità in una collaborazione propositiva che miri a conservare le identità delle diverse anime del partito pianificando un’ottica multifocale che pervenga ad una visione multicentrica di ogni problematica……….
Renzi al confronto è un pivello.
Un po’ di informazioni trovate qui e là:
FRANCO PROVVIDENTI è il Past-President del Rotary Club dello Stretto, è un politico che ha ottenuto le proprie fortune politiche schierandosi contro il Ponte come modello di sviluppo. Quello stesso Provvidenti che durante il mandato della giunta Genovese fu anche Direttore dell’ATM e che, alla faccia della coerenza, in un articolo del 26/10/2010, risulta essere PRO PONTE (i soldi fanno gola a tutti) in una riunione tra il Rotary Club dello Stretto ed il Rotary Club Peloro di cui il presidente è Enzo Giannetto. OVVIAMENTE nello stesso Rotary Club Stretto c’è anche Pietro Franza (sento sempre puzza di Genovese e non vedo, visti i precedenti, perchè ci si debba fidare).
Un articolo del Corriere della sera del 20/01/1995 pone risalto ad un’accusa di associazione per delinquere finalizzate alla concussione, corruzione, turbativa d’asta, abuso e ricettazione dove non sono esclusi possibili legami con la massoneria posta nei confronti di 146 indagati di Messina (tra cui nomi che hanno fatto la storia nella politica messinese, anche se non me ne vanterei tanto, come Saverio D’Acquino, Dino Madaudo, Giuseppe Astone ecc.) e nel mezzo vi è il nome di FRANCESCO BARBALACE, spero sia solo un’omonimia o che sia stato assolto, sottolineo: SPERO, datemene conferma.
EMILIO FRAGALE, esponente del Movimento “Obiettivo Messina” ed ex direttore generale del Comune ai tempi dell’amministrazione Genovese (è una persecuzione sto Genovese) sembra essere L’UNICO degno di affidabilità, è sempre stato in contatto con la “cricca Genovese” ma dalle ricerche che ho fatto risulta essere una persona seria; le cose sono 2: o mi è sfuggito qualcosa oppure effettivamente è una mosca bianca, sarei contento se almeno uno si salvasse dalla marmaglia.
Riassumendo, torna alla carica il gruppo di “vecchi volponi”
Secondo me NON bisogna dare altre possibilità a chi ne ha avute altre in precedenza e le ha bruciate in modo clamoroso.
Se deve cambiare qualcosa, la prima cosa che deve cambiare è l’interlocutore: CI VUOLE GENTE NUOVA E GIOVANE!
Sono un ragazzo di 23 anni, studente.
Carissimo Sig.Siracusano,
se non ho capito male, Lei vorrebbe RI – cominciare a svolgere attivamente un operatore politico a Messina, insomma, potremmo dire che Lei rivorebbe una seconda chance. Sempre se non ho capito male, Lei è “sceso dalla barca” della sinistra e della politica a Messina, quando Genovese prese le redini del PD, perchè a Lei quel modo di fare politica non piaceva.
Ecco, se così possiamo riassumere per grandi linee quanto scritto nell’articolo rispetto alla sua vicenda politica – istituzionale, voglio dirLe che io sono un ragazzo di 23 anni che è DOVUTO ANDAR VIA dalla sua città NON per poter lavorare ma addirittura per poter studiare, perchè a Messina, viste le ultime vicende accademiche (che di accademico non hanno niente), pensare di poter prendere un pezzo di carta che non venga screditato nel giro di una lettura di CV, ahimè, è diventato difficile. Ora, io non voglio sentenziare, dicendo che Lei è in cerca di qualche poltrona, però mi permetterà di dire che ad un 23enne qualche dubbio possa venire. Lei, e le chiedo con tutto il rispetto di questo mondo, RI – torna per fare che cosa?
Sinceramente, non esiste uno e dico un solo giovane ( per giovane intendo non solo anagraficamente ma anche politicamente parlando ) che potesse farsi spazio all’interto della politica messinese di area Cx? Ma non perchè sia necessariamente meglio del ” vecchio” , ma per dare una svolta, un giro di boa, non vedere più sempre le stesse facce, che di danno ne hanno fatto piu di qualunque altra cosa ( ha ragione Lei, con responsabilità diverse).
Lei va e poi ritorna, a Suo piacimento, ritorna perche’ adesso colui che era leader della sua area politica è con l’acqua alla gola per le vicende che lo legano alla formazione, ritorna perche da politico navigato vede uno spiraglio nell’egemonia quasi dittatoriale di un Genovese, padre – padrone di un partito allo sbaraglio.
Conludo, Egregio Sig. Siracusano, perchè io di seconde opportunità di tornare nella MIA città, forse, non ne avrò mai, solo ed esclusivamente colpa Vostra, e Lei va e poi ritorna?
Posso abbozzare una risposta? sarà così gentile da concedermelo.
Avete sbagliato , Lei come tutta la classe politica a cui appartiene, ad amministrare una città, avete tolto il futuro a giovani che a Messina volevo restare, costruirsi un futuro. Mi dica, ma perchè io debbo credere a quello che dice? perche devo pensare che Lei ritorni per puro spirito patriottico al grido di ” Ci penso io!”.
Francamente non è credibile!
Le auguro ogni bene, politico e non, ma spero di non vederLa seduto su qualche poltrona, altrimenti avrà fatto ancora peggio di quanto potesse fare solo con l’atto di ritornare.
Saluti
Gabriele sei una delle pochissime “risorse politiche” di cui dispone questa citta’ distrutta dalla mala politica e dal “malo” sindacato al guinzaglio dei soliti noti! Ti riconosco lucidita’ e determinazione, oltre ad onesta’ intellettuale. Quella vera, si intende! In bocca al lupo!
RD merita una risposta…
la disamina del ragazzo e’onesta, mi sento anche io in colpa del suo futuro pur non avendo mai ricoperto cariche politiche. Siracusano assicuri ( il termine e’d’obbligo) questo ragazzo delle sue reali intenzioni. E’una polizza che si sente di stipulare?
Ti manca il passaggio di Fragale incaricato a Taormina quale Presidente dell’Azienda Servizi Municipalizzati… chi l’avrà sponsorizzato?
Ho letto con attenzione i vostri commenti, ci tengo a dirvelo, come forse sapete sono uno dei tanti messinesi con figli e nipoti oltre lo Stretto e in tale condizione geografica resteranno per sempre, anzi uno di questi sta pensando seriamente ad una collaborazione saltuaria nella vicina Svizzera, quindi conosco bene le difficoltà del giovane studente RD, sono state quelle dei miei figli, e mi dispiace informarlo, che la crisi morda anche la ricca Milano, non gli sarà facile trovare lavoro in Italia, anche se glielo auguro di tutto cuore. Gabriele SIRACUSANO e Franco PROVVIDENTI, per rendersi utili ai messinesi, avrebbero fatto meglio a parlare di ATM, anche perchè dovrebbero conoscere benissimo, quello che rimanga della nostra azienda di trasporto pubblico. Potrebbero commentare i vecchi bilanci, a loro conoscenza, quando si amministra si porta sempre qualche documento a casa, diciamo per ricordo. Signori, PROVVIDENTI e SIRACUSANO, non sarebbe interessante conoscere una parte della storia finaziaria di ATM per capire il disastroso presente? A chi pensate possa interessare, in questo momento di crisi occupazionale, il congresso del PD o il declino di Silvio BERLUSCONI? La fiducia nel PARTITO DEMOCRATICO e nel POPOLO DELLA LIBERTA’/FORZA ITALIA scende velocemente, il PARTITO ASTENSIONE cresce e la CLAVA VOTO, di cui ha beneficiato il MOVIMENTO 5 STELLE, è di nuovo minacciosa sulle teste dei due partiti al governo insieme, gli ultimi sondaggi stanno li a dimostrare la rabbia, ancora contenuta, degli italiani, eppure questi mantengono tutti i privilegi, estendendoli ai vassalli, valvassori e a quella inventata dei valvassini, a quest’ultimi appartengono i dirigenti degli enti locali, con stipendi oltre i centomila euro l’anno, per renderci scarsissimi servizi, conditi da dissesti finanziari.
Ecco, grazie ^_^
Come volevasi dimostrare, hanno i calli al viso.
Le poltrone ed i soldi tirano più di un carro di buoi (una volta il detto era differente!).