Diga sul Metramo, Fdi: opportunità energetica da non perdere

Diga sul Metramo, Fdi: opportunità energetica da non perdere

Redazione

Diga sul Metramo, Fdi: opportunità energetica da non perdere

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martedì 15 Marzo 2022 - 19:00

L'annuncio di Nesci e Zerbi: ripresenteremo lo studio di fattibilità che dimostra come si possa realizzare a costo zero la preziosa centrale idroelettrica

REGGIO CALABRIA – «Il ricorso all’energia da fonti rinnovabili in questo contesto drammatico può svolgere una funzione formidabile nel promuovere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e soprattutto, nel garantire un’energia sostenibile a prezzi accessibili. Per questo la Diga di Castagnara sul fiume Metramo, nel territorio dei comuni di Galatro e San Pietro di Caridà, potrebbe rappresentare quell’infrastruttura strategica per favorire lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili, solare ed idroelettrico in particolare». Così, in una nota congiunta, il commissario provinciale di Fratelli d’Italia Denis Nesci e il responsabile provinciale Riqualificazione urbana e Grandi infrastrutture Filippo Zerbi.

Una diga d’importanza capitale, ma sottovalutata

«Si tratta di una diga realizzata dalla Cassa del Mezzogiorno; è una delle dighe più importanti di Europa – osservano i due esponenti meloniani -, addirittura fra le più alte nel suo genere, costruita in terra e pietrame, quindi a zero impatto ambientale. La storia della diga sul Metramo e del suo mancato utilizzo s’incastra nel lungo elenco di fallite realizzazioni o implementazioni delle infrastrutture strategiche nella nostra Regione, rappresentando plasticamente una delle maggiori cause del sottosviluppo che affliggono la Calabria.

La gravissima sottovalutazione dell’importanza di questa magnifica infrastruttura è dimostrata dalla totale assenza d’iniziative da parte della classe dirigente regionale per quasi venti anni dalla fine dei lavori. Soltanto nel 2013 su iniziativa del Consorzio di Bonifica Tirreno reggino di Rosarno – viene evidenziato nella nota diffusa agli operatori dell’informazione – la Diga è stata collaudata dal Ministero delle Infrastrutture e resa quindi compatibile con lo sviluppo di progetti di utilizzo delle acque oltre quello irriguo. Utilizzo irriguo che a causa del mancato completamento delle opere di derivazione si limita all’immissione dell’acqua, proveniente dallo scarico di fondo, sul fiume Metramo dove è poi necessario il sollevamento per la distribuzione nei canali consortili».

Andare oltre la laminazione

Il punto è che, per i motivi appena esposti, fino a oggi «l’unica funzione che la Diga riesce a svolgere a beneficio del territorio circostante, è quella della laminazione, ossia della capacità di raccogliere importanti volumi di acqua piovana e ridistribuirla in maniera graduale e programmata. Ma le opportunità che la diga potrebbe offrire con una sua effettiva implementazione sono molteplici; pertanto chiediamo alla Regione Calabria, impegnando il capogruppo fdi Giuseppe Neri, di porre le condizioni affinché si possano mettere in piedi delle politiche serie di rilancio per la diga sul Metramo».

A maggior ragione, perché oltre la produzione d’energia idroelettrica, risulterebbero possibili l’installazione di pannelli fotovoltaici flottanti, opportunità favorevoli al turismo lacustre e all’approvvigionamento per l’agricoltura a valle.

«Centrale idroelettrica, Fdi ripresenterà lo studio di fattibilità»

Ecco che «in questo periodo, in cui le fonti energetiche rappresentano un forte dilemma per il nostro Paese, la Calabria potrebbe essere apripista di una politica di sviluppo dell’energia idroelettrica nei territori periferici. Infatti, il Consorzio di bonifica Tirreno reggino, titolare della concessione idraulica da parte della Regione, si attivò per l’ottenimento della concessione idroelettrica avendo ricevuto importanti manifestazioni d’interesse da parte di primarie aziende Italiane ed Europee per la realizzazione della centrale. Fu presentato alla Regione uno studio di fattibilità – che come partito ripresenteremo al Governatore Occhiuto – ed un progetto di finanza che avrebbe consentito la realizzazione della centrale a costo zero per le casse regionali ed avrebbe avuto un’importante ricaduta economica rappresentata dalle royalties ottenute dallo sfruttamento energetico delle acque, a vantaggio del Consorzio e dei comuni del comprensorio».

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