A dirigere brillantemente la presentazione del debutto editoriale del primo cittadino del centro tirrenico la Giornalista Letizia Passarello che, in due apprezzati passaggi, ha declamato alcuni toccanti versi tratti dalle liriche "Desiderio di Metafisica", che dà titolo all'intera raccolta, e "Mio Cristo mio Dio".
Una scintilla rubata al Divino per una raccolta di versi intima, appassionata ed in prospettiva.
È stato definito così “Desiderio di Metafisica” di Salvatore Bucolo, opera prima del Sindaco del comune di Mazzarrà Sant’Andrea, edito dalla Pietro Graus Editore.
Nella suggestiva cornice del Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni, la raccolta di versi del sindaco-poeta è stata ufficialmente presentata alla presenza dell’Arcivescovo Santo Rocco Gangemi.
A fare gli onori di casa il Commissario straordinario della Provincia di Messina Filippo Romano che, sull’opera di Bucolo e sulla sua duplice funzione di primo cittadino ed autore, si è così espresso: “Salvatore Bucolo possiede e custodisce la straordinaria capacità di saper ricoprire, con eguale trasporto, tanto il suo ruolo di amministratore quanto la veste di poeta.
Dimensione culturale ed artistica che rappresenta il tratto distintivo del suo agire”.
A dirigere brillantemente la presentazione del debutto editoriale del primo cittadino del centro tirrenico la Giornalista Letizia Passarello che, in due apprezzati passaggi, ha declamato alcuni toccanti versi tratti dalle liriche “Desiderio di Metafisica”, che dà il titolo all’intera raccolta, e “Mio Cristo mio Dio”.
La Passarello ha poi ricordato l’incontro con il sindaco di Mazzarrà ed il suo costante impegno a sostegno del centro tirrenico :”Sono davvero felice di aver conosciuto Salvatore Bucolo – esordisce la giornalista – il cui agire è sempre stato tenacemente improntato a far emergere ciò che di sano e pulito esiste ed opera nella cittadina di Mazzarrà”.
Un profilo inedito dell’autore è stato invece tratteggiato da Padre Giuseppe Brancato, amico del sindaco-poeta, che nel suo intervento ha aperto una finestra più intima intorno alla figura dell’autore: “L’amicizia è un onore ed un onere – premette il prelato – ed il legame di sincero affetto e stima che mi lega a Salvatore Bucolo non poteva non vedermi presenziare alla presentazione della sua prima raccolta di poesie, perché quando un amico chiama – aggiunge Brancato – non esiste la parola domani.
Di Salvatore conosciamo le credenziali pubbliche: sindaco, poeta, esperto di teologia e pedagogia, ma Salvatore è molto altro.
È un autore appassionato, impegnato ad andare oltre l’effimera apparenza delle cose seguendo due differenti ambiti di indagine, quello teologico, in una continua ricerca della presenza della presenza del mistero di Dio e quello pedagogico, in una costante ricerca del mistero dell’uomo.
Personalmente ho sempre ammirato – prosegue Brancato – la sua capacità di andare oltre l’esteriorità di fatti e circostanze, cose e persone, per cogliere una realtà diversa e più profonda”.
Trentasei liriche, con prefazione del Cardinale Giovanni Coppa, che sua Eminenza l’Arcivescovo Santo Rocco Gangemi, recentemente nominato nunzio apostolico in Guinea, definisce così: “Del libro di Salvatore Bucolo ho potuto naturalmente apprezzare lo stile letterario, ma ciò che mi ha maggiormente colpito è il tenore della sua introspezione.
Accostandomi alla lettura dei suoi componimenti – prosegue l’ecclesiastico – ho potuto cogliere i profondi sentimenti di un uomo di fede ed i palpiti del cuore di un uomo religioso.
Sentimenti che scorrono e rivivono in ogni pagina dell’opera di Bucolo: nei suoi scritti l’autore ha saputo rubare davvero una scintilla al Divino.
Nel suo stile si mescolano, in un sodalizio perfetto, la corrente crepuscolare, quella futurista e la ermetica; un crescendo poetico – conclude l’alto prelato – che raggiunge la massima espressione negli ultimi quattro canti della raccolta”.
Poesia e metafisica, arte e fede che Salvatore Bucolo autore definisce così: “La poesia è pastore e custode dell’anima, le parole nel linguaggio poetico si trasformano e codificano emozioni capaci di dare vita ad un flusso costante, un dialogo intimo tra l’uomo e Dio.
Un’arte che ci lascia liberi di pensare e vivere”. (Emma De Maria)