Terzo appuntamento di “Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena”, la rassegna di QAproduzioni
C'è un filo rosso che unisce alcune riflessioni sul genere umano, lo stesso che accomuna le riflessioni di cantautori, filosofi, poeti, intellettuali, politici di epoche, estrazione e cultura diverse, con quelle degli uomini e delle donne dei giorni nostri. Inseguendo questo filo rosso, domenica 15 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Savio Luca Fiorino porta in scena “Spunti di vista”, terzo appuntamento con la rassegna ideata da QAproduzioni “Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena”.
Lo spettacolo, come era già successo con il precedente in cartellone, “La lunga notte del dott. Pennac” (a cura della compagnia DAF – Teatro dell'esatta fantasia), approda a Messina in una veste rinnovata, abbandonando la formula della lettura teatrale per trasformarsi in una performance a tutto tondo, arricchita dalla musica dal vivo del maestro Nicola Oteri e dalle scene di Giulia Drogo. “Spunti di vista” vive delle parole di Giorgio Gaber, Gandhi, Bertold Brecht, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Guareschi, Antonio Gramsci e John Keats, che con i loro audaci punti di vista, improvvisi e sferzanti, forniscono ancora oggi degli appassionanti spunti di riflessione che parlano inevitabilmente di noi. Attraverso le loro parole così antiche e al tempo stesso così moderne, Luca Fiorino invita indirettamente il pubblico a porsi delle domande, nel tentativo di risvegliare le coscienze dal torpore delle abitudini.
L'interrogativo di fondo, leit motiv dello spettacolo e dell'intera pièce è: chi siamo e cosa possiamo essere all'interno della nostra società?
"Spunti di vista – racconta Luca Fiorino – è nato dall'esigenza di lanciare un grido d'allarme rispetto alle derive verso le quali alcune nostre silenti abitudini ci possono condurre, dalla necessità di chiederci se sia il caso o no di tenere l'attenzione e la guardia alta rispetto ad alcuni aspetti della nostra vita. Lo spettacolo parla alle persone di problemi che ci aspettano inesorabili fuori dalla porta del teatro e con i quali ci confrontiamo continuamente, nel nostro privato come nella vita di ogni giorno in mezzo agli altri. Per questo credo abbia le potenzialità per essere un lavoro perennemente in fieri, insomma materia in movimento".