I violenti pestaggi degli spacciatori arrestati dai Carabinieri di Sant'Agata Militello nelle intercettazioni telefoniche e i racconti delle vittime
Calci, pugni e anche bastonate fino a rompere le ossa ai clienti che non pagano la roba, siano essi a loro volta pusher che giovanissimi consumatori di marijuana. Era questo il trattamento riservato a chi non pagava la droga a Salvatore Borgia, arrestato dai Carabinieri di Sant’Agata tre giorni fa nell’ambito del blitz anti droga tra il centro nebroideo, Capo d’Orlando e altri centri della zona.
A testimoniarlo sono le intercettazioni telefoniche effettuate dai militari dell’Arma, o la denuncia della madre di giovanissimo finito “nelle mani” del 36enne di Militello Rosmarino, minacciato e picchiato per un debito di mille600 euro. Per una estate al giovane è stato permesso di fumare l’erba spacciata da Borgia, prelevandola dal magazzino in cui era nascosto. A fine estate Borgia fa il conto, e pretende da lui mille euro.
Il ragazzo inizialmente pensa di essere preso in giro, poi capisce di essere in pericolo: viene raggiunto sul posto di lavoro e minacciato. Anche dopo che lo zio paga per lui una prima tranche del debito, anche dopo che viene messo in mezzo un nome “di peso” della criminalità locale a sua difesa, anche dopo che la madre chiama in malo modo Brogia, redarguendolo. Alla fine, il pestaggio scatta ugualmente. Borgia e la compagna Tindara Ferraro – anche lei coinvolta nel blitz – lo prelevano in auto, lo portano sul retro di un noto locale di Gioiosa Marea, lo strattonano e lo picchiano, poi lo abbandonano dolorante intimandogli di saldare il debito entro due giorni, altrimenti sarebbero tornati per “finire il lavoro”.
Un debito di 1600 euro fa guadagnare le stampelle ad un pusher che, dopo aver acquistato droga dalla coppia, tarda a saldare. Prima tergiversa, poi racconta di non averla potuta piazzare perché qualcuno gliel’ha rubata da sotto la cuccia del cane dove l’aveva nascosta, infine si impegna a saldare almeno una prima parte. Anche in questo caso, la punizione di Borgia scatta implacabile: “no…botte gliele devo dare con il bastone nelle gambe oggi…minchia lo rompo tutto, nelle gambe nelle costole…all’ospedale lo faccio finire …(incomprensibile) …prima mi porta i soldi….“
“Che faccio…appena arriva quà…(incomprensibile)…lo porto da quel lato del fiume…(…) con un bastone…mi prendo i soldi“, pianifica ancora Borgia, che dopo l’aggressione se ne vanta con i complici, ricostruendo quello che è accaduto: come lo hanno bastonato alle gambe, come lo hanno colpito a pugni una volta che lui era a terra. Un’aggressione che, racconta la Ferraro, è avvenuta sotto gli occhi dei due figli piccoli, ai quali intima di non raccontare nulla alla madre.
“Ho le stampelle…si perchè nella gamba sinistra compare ho il tutore…nel polpaccio…perchè avevo un polpaccio quanto la tua testa ieri…va bene…mi ha ridotto con le stampelle…meglio che lo sai Salvatore…mi hai fatto male alla gamba…tu guardati le spalle…io non ti sto minacciando ma guardati le spalle da oggi…“, gli dice la vittima il giorno dopo.
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