Finisce ai domiciliari il 51enne Luciano Marino, originario di Bronte ma residente a Santa Teresa Riva, accusato di violazione di sigilli, recidiva e reato continuato in un impianto di riciclaggio situato in via Merulla, a Santa Lucia Sopra Contesse.
Nonostante dal 2005 l’impianto di riciclaggio di via Merulla, a Santa Lucia Sopra Contesse, fosse stato sequestrato dall’Autorità Giudiziaria e, nonostante vi fossero apposti i sigilli, il 51enne Luciano Musarra continuava imperterrito a violare il sequestro, a perpetrare l’attività abusiva di riciclo senza preoccuparsi minimamente del fatto che lui stesso era stato delegato quale custode giudiziario.
Una lunga storia che ha visto, nel corso degli anni, impiegate numerose Forze dell’Ordine e che, ieri pomeriggio, si è conclusa con l’arresto ai domiciliali del 51enn. L’Ordinanza, disposta dal Gip dott.ssa Monica Marino, è stata eseguita dal Comando Provinciale del Corpo Forestale di Messina e rappresenta il coronamento di una serie di reati che traggono origine dal primo sequestro del 19 luglio 2005 effettuato ad opera del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Catania.
Era, difatti, da quel lontano mese di luglio che ai cancelli dell’impianto di via Merulla erano stati apposti i sigilli. Malgrado questo, Luciano Musarra aveva rotto i sigilli e continuato la sua attività di riciclaggio. Nel 2012, i sigilli venivano ripristinati e al Musarra veniva affidata la custodia giudiziaria dell’impianto.
Ma già, pochi mesi dopo, anche i nuovi sigilli venivano spezzati e il 51enne continuava tranquillamente il suo riciclaggio abusivo. Nel maggio 2013, poi, un nuovo reato contestato e una nuova apposizione i sigilli. Anche questi, come si legge nell’ordinanza, di breve vita.
Già nello stesso 2013, Musarra aveva infatti rotto nuovamente i sigilli, disperdendoli e continuando in “una intensa attività lavorativa con l’impiego di mezzi meccanici”.
Adesso il 51enne, per cui sono già stati disposti i domiciliari, dovrà rispondere dei reati di “violazione di sigilli”, “recidiva”, e “reato continuato”.
Veronica Crocitti
beh, poverino Ialacqua. In questo caso una cosa buona l’ha fatta