Tornatore... torna a Messina dopo 25 anni

Tornatore… torna a Messina dopo 25 anni

Sara Faraci

Tornatore… torna a Messina dopo 25 anni

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martedì 21 Gennaio 2014 - 10:27

A venticinque anni dall'uscita di "Nuovo Cinema Paradiso", il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico originario di Bagheria, fa ritorno a Messina, l'unica città dove la pellicola dell''88 fu capita e apprezzata sin da subito

Venticinque anni fa, il film Premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso” veniva accolto a Messina in un tripudio di assensi. Venticinque anni fa, mentre la storia di Totò, Alfredo, Elena, padre Adelfio, veniva snobbata da tutta Italia annunciandosi come un flop dalle imbarazzanti proporzioni, Messina capiva il talento del regista nostrano, gli tributava fiducia, apprezzava i suoi sottintesi, le ambientazioni ostiche di una Sicilia calorosa. I botteghini archiviavano rapidamente la pellicola incompresa, Messina la riproponeva, si ostinava a tenerla in cartellone, si faceva profeta di quel sicuro successo che sarebbe arrivato appena due anni dopo.

A venticinque anni di distanza dall’uscita di quel film che in Italia, inizialmente, raccolse solo diffidenze, Giuseppe Tornatore, due premi d’Oscar all’attivo, quattro nastri d’argento, riconoscimenti a profluvio, “baarioto” di nascita, torna a Messina per rivivere la sua straordinaria carriera, un tuffo negli scorci di un isola che ha dato un potente contributo al volo verso l’apice di un artista ormai internazionale.

Un retaggio di successi e apprezzamenti ben diverso da quello con cui un giovane Tornatore, nel gennaio del 1989, incontrava gli spettatori messinesi in una brulicante Saletta Milani. Diversa la storia, diverse le esperienze, diversi gli obiettivi, non più l’auspicio che il film tanto bistrattato potesse godere di nuova vita, pur “senza pretendere di vincere l’Oscar” – come il giovane regista bagherese, ignaro dell’enorme successo che lo attendeva di lì a un anno, diceva a una platea di messinesi.

Venticinque anni in cui Tornatore ha reso omaggio alla sua cinepresa di volti indiscussi del cinema internazionale. Da Tim Roth a Gerard Depardieu e Roman Polanski nella rara veste di attore, da Philippe Noiret a Monica Bellucci nella scandalosa e anticonformista “Malena”, fino al nuovo arruolamento di Geoffrey Rush ne “La migliore offerta”, la pellicola di Tornatore ha intrappolato superbe interpretazioni, momenti eccelsi del cinema italiano che il mondo intero ci riconosce.

Eppure, come venticinque anni fa, Giuseppe Tornatore fa ritorno lì dove tutto è cominciato, rende onore a luoghi e tradizioni artefici della sua ispirazione. Ad attenderlo, il prossimo 25 gennaio, nell’auditorium della Ses, alla manifestazione promossa dalla Fondazione Bonino-Pulejo (assegnataria dell’omonimo Premio Internazionale allo stesso regista nel 2010) e organizzata dall’Associazione Culturale “La Zattera dell’Arte”, Piero Orteca, consigliere culturale della Fondazione promotrice, Franco Cicero, giornalista, e Ninni Panzera, presidente dell’associazione organizzatrice dell’evento nonché curatore di due volumi dedicati a Tornatore, “Uno sguardo dal set” del 2007 e “L’isola di Tornatore” del 2010.

In programma una rivisitazione della carriera del produttore cinematografico nostrano, un carosello dei suoi trionfi e delle tappe raggiunte ma soprattutto, ora come allora, il confronto e lo scambio con i messinesi in quella inspiegabile alchimia che già in passato profetizzò per lui gli onori della fama.

(Sara Faraci)

2 commenti

  1. Perchè non se ne torna a Bagheria?

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  2. PERCHE’ IN QUEL CINEMA, anfratto di una società povera che null’altro poteva permettersi, i messinesi si riconobbero protagonisti e spettatori al tempo stesso. Nuovo Cinema Paradiso infatti ha ripercorso la storia dei primi tempi della Repubblica appena proclamata fra gli anni Cinquanta e Sessanta in cui – mentre al nord la gente riprendeva a lavorare nelle fabbriche che riaprivano con nuovo vigore – al Sud si era ancora lontani dalla ripresa e talvolta si restava emarginati. Cosicchè il cinema diventava non soltanto luogo di svago domenicale, possibile con pochi spiccioli, ma rappresentava il crogiuolo di sogni e speranze di una vita diversa. Nell’opera di Tornatore ognuno aveva riscoperto un pezzo della sua storia fanciullesca e non bastò vederlo una volta sola. Il passaparola fece il resto, quasi non si credesse ai propri occhi ed alle proprie orecchie per quanta vita vissuta il regista aveva saputo rappresentare, anche lui spettatore e protagonista di un’epoca storica.

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