In attesa che i 250 mila euro promessi dall'assessore Stancheris si tramutino in soldi reali, tiene banco la vicenda del Cda e della nomina del sovrintendente. La partita si gioca tutta a Palermo, in "casa" di Crocetta ed in piena crisi di maggioranza. Nel frattempo, i sindacati mettono lo stop a chi, come l'ex direttore artistico del Teatro Lorenzo Genitori, ha contribuito, in quota parte, all'attuale situazione. "Non tolleriamo che grazie a sponsorizzazioni chi è uscito dalla porta rientri dalla finestra".
Ha ragione la deputata regionale del M5S Valentina Zafarana quando avvisa dai rischi dell’accontentarsi della “paghetta” della Regione, quei 250 mila euro promessi nell’immediato, piuttosto che concentrarsi sulla programmazione seria del futuro.
“Ai figli un bravo genitore fornisce i modi per camminare da soli, non si limita alla paghetta”, ha detto la grillina durante la riunione di ieri a Palazzo Zanca.
Se ci limitiamo a guardare il “dito” ed a pensare che basti questo per applaudire, dimentichiamo di guardare quello che il dito ci indica, la luna.
Il futuro del Teatro Vittorio Emanuele non passa attraverso quei 250 mila euro, cifra importante per allestire quel che si può, ma ridicola rispetto agli obiettivi che si vogliono raggiungere, a maggior ragione se dei 260 mila euro rimasti rispetto alla stagione 2013 non si hanno più notizie certe. E il futuro dell’Ente è anche legato alla vicenda del Cda e del sovrintendente, capitolo tutt’altro che chiuso con i “brindisi” e le dichiarazioni dell’assessore regionale Michela Stancheris, che tra l’altro ha fatto chiaramente capire che la Regione, poiché è l’unico vero azionista (ovvero l’unica istituzione a fornire le risorse) intende fare valere ruolo e peso anche nelle scelte dei nomi. E se sul Cda i margini sembrano essere ristretti ed a Crocetta restano due componenti, a meno di sorprese in sede di ratifica delle altre, sul nome del sovrintendente ci sarà il “cappello” del governatore.
E già scoppiano gli scontri per un ruolo che in questo momento diventa delicatissimo.
“ Abbiamo assistito a una sorta di "consegna di beneficenza" di fondi da parte dell'assessore Stancheris, – ha commentato la Zafarana- Duecentocinquantamila euro per mettere in piedi una mini-programmazione di 4 mesi. Non possiamo fare a meno di notare che, quando un budget di più di 5 milioni di euro viene ridotto all'osso da debiti e stipendi, come nell'ultimo anno, lasciando gli spiccioli per la realizzazione di una stagione teatrale, che infatti si è dovuta sospendere a causa della mancata copertura economica, si palesa in tutta la sua impellenza la necessità di una svolta netta alla governance e alla programmazione (artistica e non) dell'Ente; svolta che deve essere data mettendo le persone giuste al posto giusto, facendosi guidare dalle capacità, dalla storia, dall'esperienza delle stesse e non dai "padrini politici" che ne sponsorizzano questa o quella nomina."
Mentre perdiamo tempo illudendoci che 250 mila euro possano risolvere i nostri guai, la vera partita si gioca su altri tavoli, sulle nomine, ed è certo che il governatore, che sa bene che la Regione ha i cordoni della borsa, non si farà mettere in un angolo.
La vera partita è sui nomi di Cda e sovrintendente e su chi farà le scelte determinanti. Se il Cda resta “congelato” ancora lungo tra un braccio di ferro e un altro allora il pallino resterà in mano ad un commissario regionale, e quindi a Crocetta.
In quest’ottica rientrano le parole delle quattro sigle sindacali che finora si sono battute per il Teatro, SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL e S.A.Di.R.S. a proposito del “no” a qualsiasi forma di “riciclo” di tipo politico.
La poltrona che fino a pochi giorni fa è stata di Paolo Magaudda, vede in questo momento diversi nomi in gioco. A decidere sarà Crocetta e non è affatto detto che alla fine non esca fuori dal cilindro il nome di un “fedelissimo” della giunta regionale.
A scaldarsi in panchina, a quanto pare, ci sono l’ex direttore artistico dell’Ente Teatro Lorenzo Genitori, molto vicino in questo momento ad un’area del Pd, quella di Filippo Panarello, l’ex presidente del Vittorio Emanuele Egidio Bernava, vicino ad un’altra area del Pd e designato assessore alla cultura da Felice Calabrò, e l’architetto Antonello Longo, di “area accorintiana e movimentista”.
La decisione non sarà immediata e rientrerà anche nel bel mezzo di una “crisi di nervi”, l’ennesima, che si sta consumando all’interno della maggioranza alla Regione e in particolare tra Crocetta e il Pd e che si gioca tra posti in giunta, nomine nella sanità e sottogoverni. Gli altri alleati, Udc e Drs, non staranno affatto a guardare.
Quel che interessa alla città e ai sindacati è che però la scelta del sovrintendente sia la migliore possibile, alla luce anche delle tante ombre che gravano su un passato non ancora passato, ovvero i conti dell’Ente. Il contributo da 5 milioni e 200 mila euro per il 2014, è infatti legato al rispetto di alcuni passaggi sui Bilanci, ma manca il consuntivo 2012, il consuntivo 2013 e il previsionale 2014, per non parlare del fatto che dei 260 mila euro del 2013 smarriti per strada. Da qui lo stop dei sindacati a chi ha contribuito, in base al ruolo che ricopriva ad una gestione che ci ha condotti all’agonia. Il riferimento di Cgil, Uil, Cisal e Sadirs è a Lorenzo Genitori, assistente direttore artistico dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele dal ’93 al ’96, direttore artistico della musica al Vittorio Emanuele dal ’95 al 2005 e dal 2008 al 2013, in sintesi, sia pure con interruzioni, per almeno 15 anni.
“Non nascondiamo preoccupazione per la prossima designazione della figura di Sovrintendente- chiariscono Pippo Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla, Osvaldo Smiroldo- Ci preoccupano voci che vedrebbero la “sponsorizzazione” di personaggi che già in passato, e per troppo tempo, hanno ricoperto incarichi al Vittorio e che si sono distinti per incapacità, contribuendo allo sfascio che viviamo oggi. Non siamo disposti a tollerare che questi individui, dopo essere usciti dalla finestra, possano rientrare dalla porta accompagnati per mano su un “tappeto rosso” e con la “banda musicale” per rivestire incarichi importanti”.
Per i sindacati la bocciatura è netta e se non bastasse il riferimento a chi esce dalla porta per rientrare dalla finestra, ci hanno aggiunto il “tappeto rosso”, colore dello sponsor e “banda musicale”.
Alla luce delle polemiche e della "posta in gioco", sarebbe riduttivo lasciarci abbagliare dalla "politica del contentino" e dagli specchietti per le allodole, per quanto importanti e necessari siano questi 250 mila euro per il Teatro.
Rosaria Brancato