Rifiuti e servizio idrico in Calabria, la Multiutility è legge regionale

Rifiuti e servizio idrico in Calabria, la Multiutility è legge regionale

Mario Meliado

Rifiuti e servizio idrico in Calabria, la Multiutility è legge regionale

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mercoledì 20 Aprile 2022 - 06:55

Psicodramma all’interno di Cinquestelle: il centrodestra raggiunge il “magic number” di 22 voti favorevoli grazie al “sì” di Afflitto (Vigilanza)

REGGIO CALABRIA – Niente da dire: ieri il dispositivo del centrodestra ha funzionato alla grande. A formalizzare il varo del nuovo Ato (Ambito territoriale ottimale) unico regionale non solo ci sono stati tutt’e 21 i voti del centrodestra – incluso, evidentemente, il Governatore calabrese Roberto Occhiuto –, ma pure il “sì” del pentastellato Francesco Afflitto, ad aprire un “caso” dentro il M5S ma pure all’interno del centrosinistra.

Afflitto vota la Multiutility: Cinquestelle è un “caso”

Afflitto è infatti pure il presidente della Commissione consiliare di Vigilanza; e al suo capogruppo Davide Tavernise non è certo piaciuto che il consigliere regionale cirotano abbia disatteso l’indicazione d’astensione (senza peraltro darne preavviso e rifiutandosi di dare spiegazioni alla stampa).
Se è per questo, Antonio Loschiavo (de Magistris Presidente) ha dichiarato direttamente in Aula di «provare disagio» per la militanza comune con chi, non si capisce bene per quali ragioni, ha ritenuto di “blindare” la legge sulla controversa Multiutility che – evidentemente – include il servizio idrico integrato.

«Entro il 22 il nome del direttore»

Ora il centrodestra procederà “a tappe forzate”, al punto che il presidente Occhiuto ha ammesso d’avere già in testa il nome del direttore del nuovo Ato unico regionale, che «sarà un calabrese. Conto di nominarlo entro venerdì prossimo» 22 aprile.

Ricorderete che ­il quasi unico inciampo politico del centrodestra e di Occhiuto s’era consumato infatti sùbito prima del break pasquale proprio sulla Multiutility.

Il centrosinistra – in particolare, il piddino Ernesto Alecci – aveva obiettato che il varo di un nuovo Ente come quello prefigurato dalla normativa, Statuto regionale alla mano, è consentito solo a maggioranza qualificata di due terzi dei componenti dell’Assemblea: con almeno 21 “sì”, insomma.

Tra imbarazzi vari e il tentativo di forzare la mano per accorciare l’iter, la maggioranza non aveva infatti saputo dare spiegazioni.
Singolare è però che, costretto a una poco onorevole “ritirata”, 6 giorni dopo il centrodestra abbia continuato a non voler chiarire se la legge sull’Ato unico regionale va votata a maggioranza qualificata o no. Su specifico quesito d’Aula di Loschiavo, il presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso ha proprio specificato di ritenere di non doverlo chiarire. E il forzista Gianni Arruzzolo – predecessore dell’esponente della Lega alla guida di Palazzo Campanella –, a fine seduta, ha fatto presente che a suo avviso «Mancuso ha fatto bene» a non dirimere il nodo.

Il magic number che “blinda” il testo

Sia come sia, stavolta, proprio grazie alla cooptazione di Afflitto – un eloquente passato nella Democrazia cristiana del Marchesato – è stato raggiunto e superato il quorum funzionale dei 22 favorevoli. Raggiunto questo magic number, non paiono dunque esserci spiragli per impugnazioni o contestazioni formali legate a questo profilo.

Come ribadito in Aula, invece, continua a non esserci il previsto parere obbligatorio (benché non vincolante) del Cal; e rispetto agli emendamenti non risulta pervenuto alcun parere giuridico a corredo, come ha lamentato il neocapogruppo piddino Mimmo Bevacqua, chiedendo – e ottenendo – poi il voto finale per appello nominale.
Restano per il momento indefiniti gli esiti del voto favorevole espresso da Francesco Afflitto, che in Aula ha tessuto le lodi della misura indossando in pratica i panni istituzionali di presidente della Vigilanza: «Sono pronto a dimettermi da vicepresidente della Commissione», ha fatto presente Loschiavo, contestandogli di parlare indebitamente per l’intera opposizione.

Sarà modificata la legge appena varata

Parecchie le proposte di modifica avanzate dalla maggioranza, sinteticamente illustrate proprio dal rosarnese Arruzzolo e accolte in un testo che è stato così parzialmente stravolto.

Inclusa nel Comitato direttivo del nuovo Ambito territoriale ottimale unico, ad esempio, la Città metropolitana di Reggio Calabria; non così per due centri cruciali come CoriglianoRossano e Lamezia Terme, nel Cosentino e nel Catanzarese rispettivamente.
Talmente che l’ex sindaco coriglianese Pasqualina Straface, al riguardo, ha annunciato una leggina che già al prossimo Consiglio regionale – una sorta di record mondiale: altro che drafting… – andrà a modificare in profondità il testo approvato martedì.

Accolti due emendamenti del M5S

Va detto peraltro che pure due degli emendamenti del pentastellato Tavernise sono stati recepiti: quello sui revisori dei conti (non più revisore unico, ma Collegio dei revisori composto da una triade di professionisti) e, di fatto, proprio quello relativo a CoriglianoRossano e Lamezia. Respinti invece i rilievi sulla governance, in concreto accentrata in capo alla Regione Calabria «espropriando i territori», lamentano le forze di minoranza.
E certo solo sugli emendamenti è stato possibile condurre interventi, visto che la discussione generale era stata espletata già il 13 aprile.

MetroCity pronta a guerreggiare

Adesso, i territori sono pronti a guerreggiare: venerdì prossimo, giurano dalle parti di Palazzo Alvaro, in occasione della prevista Conferenza metropolitana si potranno portare i popcorn per gustare lo spettacolo di un’azione forte e ipercritica verso la legge regionale fresca d’approvazione.

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