Città Metropolitana. Il Consiglio approva all’unanimità l’ipotesi a 51 Comuni

Città Metropolitana. Il Consiglio approva all’unanimità l’ipotesi a 51 Comuni

Marco Ipsale

Città Metropolitana. Il Consiglio approva all’unanimità l’ipotesi a 51 Comuni

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lunedì 27 Gennaio 2014 - 16:39

Il civico consesso ospita in aula i professori Gambino, Limosani e Agosta, l’arch. Lazzari, i rappresentanti sindacali e di Confindustria. Ribaditi i vantaggi della perimetrazione della legge regionale 9 del 1986. I Comuni che ne fanno parte potranno comunque scegliere di aderire ad un Libero Consorzio così come, invece, potranno aderire alla città metropolitana Comuni della provincia non inclusi tra i 51

Una seduta più tecnica che politica, alla quale ne seguiranno altre durante le quali si entrerà nel merito dell’istituzione della città metropolitana. Sarà chiamata a far la propria parte la deputazione regionale messinese, per portare a Palermo le istanze del Consiglio comunale. Ed in questo senso, il deputato regionale Nino Germanà, ha già comunicato “l'intenzione di rivestire un ruolo attivo nel processo di costruzione del progetto dell'Area metropolitana dello Stretto, attraverso la realizzazione, insieme ai colleghi Garofalo e Mancuso, di un tavolo programmatico che coinvolga tutte le parti, dopo aver affrontato un serio dibattito con gli amministratori dei Comuni interessati”. Proprio Garofalo ha affermato che “Solo insieme, si riuscirà ad evitare di venire schiacciati e si potrà realizzare un blocco territoriale forte, capace di attrarre risorse e investimenti. Questa è la tesi che in questi giorni sosterrò nel corso degli incontri con i sindaci della provincia e, a Roma, non solo in Commissione Trasporti, dove da anni mi batto affinché venga garantita la continuità territoriale, ma anche in Parlamento”.

I consiglieri hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno, basato sulla proposta dei professori Josè Gambino e Michele Limosani, ribadita in aula dopo essere stata preannunciata in conferenza stampa venerdì scorso (vedi correlato).

Il punto focale riguarda la nuova politica europea dei finanziamenti, orientata verso le grandi aree metropolitane. L’obiettivo è dunque quello di far coincidere i confini della città metropolitana di Messina con quelli stabiliti dalla legge regionale 9 del 1986, che ricomprendevano tutta l’area dei Peloritani, da Messina a Giardini Naxos, sulla costa jonica, e da Messina a Furnari, sulla costa tirrenica, Eolie comprese. Una volta istituita la città metropolitana di Messina, si penserà ad espandersi ancora di più, integrandosi con l’area di Reggio Calabria, per creare una grande area metropolitana dello Stretto. E’ un percorso simile a quello che sta intraprendendo la città di Catania, che sta stringendo accordi con gli hinterland di Siracusa e Ragusa, per creare un’area vasta della Sicilia sud orientale. A nord, invece, l’area di Catania si spinge fino ad Acireale, lasciando fuori i Comuni di Giarre e Riposto. Questi ultimi due potrebbero entrare a far parte di un libero consorzio dei Comuni già ipotizzato, e denominato Jonia – Taormina – Etna, con all’interno anche diversi Comuni jonici della provincia di Messina, che dovrebbero dunque scegliere se appartenere alla città metropolitana di Messina o al libero consorzio. Secondo gli studi dei professori Gambino e Limosani, sarebbe per loro preferibile la prima ipotesi, in quanto potrebbero accedere ai finanziamenti europei previsti per le aree vaste.

Nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, comunque, è previsto che sia incoraggiata la partecipazione popolare per consentire ai Comuni di deliberare sulla volontà di adesione alla città metropolitana o ad un libero consorzio. All’interno della città metropolitana, poi, si dovrà promuovere la collaborazione tra i Comuni per la progettazione dello sviluppo del territorio e la ripartizione dei fondi destinati dall’Unione Europea e dallo Stato, tenendo conto delle rispettive vocazioni territoriali.

Il Consiglio comunale auspica che l’ipotesi a 51 Comuni sia discussa da ogni singola comunità nei rispettivi Consigli e sia portata all’attenzione del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, del presidente Crocetta e dell’assessore agli Enti Locali, Patrizia Valenti. Infine, s’impegna il governo regionale a sostenere con gli strumenti legislativi le intese che le città metropolitane di Messina e Reggio definiranno per l’integrazione delle attività finalizzate alla realizzazione dell’area integrata dello Stretto.

Alla seduta di Consiglio, iniziata con un’ora e un quarto di ritardo, era presente anche l’assessore Filippo Cucinotta, che dopo la conferenza stampa di venerdì scorso, alla quale non era presente alcun rappresentante dell’amministrazione comunale, aveva comunque assicurato “interesse per l’iniziativa e di rendersi parte attiva e propositiva in questo percorso”.

Oltre a Gambino e Limosani, poi, sono intervenuti il dott. Stefano Agosta, ricercatore di diritto costituzionale, che si è soffermato sugli aspetti legislativi del decreto legge in discussione all’Ars, l'arch. Giovanni Lazzari, in rappresentanza della Consulta degli ordini professionali della provincia di Messina, il presidente di Confindustria, Alfredo Schipani, e i rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl.

“La Cgil da anni sostiene l'importanza della creazione di un'area metropolitana che coinvolga, oltre a Messina e il suo hinterland, anche Reggio Calabria per rilanciare le potenzialità e le vocazioni dei due territori, e far ripartire quindi lo sviluppo, l'occupazione, l'economia – ha affermato il segretario generale della Cisl, Lillo Oceano -. E, a questo riguardo, nell'ambito della più generale riorganizzazione delle Autorità portuali, diventa nodale la costituzione di un'unica Autorità portuale dello Stretto. Affinché il progetto dell’area integrata si tramuti in una vera occasione bisogna dire qual è l'obiettivo, coinvolgere le popolazioni interessate, spiegare i vantaggi e rassicurare sul mantenimento delle rispettive identità”.

Ed anche la Cisl, presente con la segretaria territoriale, Mariella Crisafulli, ha presentato un documento. “La costituzione di Messina come Città Metropolitana, rappresenta una opportunità irrinunciabile per invertire la rotta e per creare sviluppo e occupazione. La necessità di realizzare la città metropolitana dello Stretto, come sottolineato dai prof. Michele Limosani e Josè Gambino, non è un salto nel buio ma una necessità inderogabile per colmare un gravissimo ritardo accumulato nell’affrontare la programmazione e la progettazione del futuro dell’area e inserirsi nei piani territoriali di nuova generazione i quali costituiscono oggetto di attenzione privilegiata da parte dell’Unione Europea”.

Condivisa l’ipotesi a 51 Comuni, la Cisl ricorda che l’Unione Europea premierà i sistemi locali a dimensione metropolitana, con risorse sempre più consistenti. Per questo, dopo l’istituzione della città metropolitana di Messina, si condivide anche l’integrazione con quella di Reggio Calabria, “come ampiamente hanno compreso già le città più avanzate del continente europeo, soprattutto quelle che si affacciano sugli Stretti. Il punto di partenza può essere la previsione dell’integrazione del sistema trasporti nello Stretto. Chiediamo pertanto alle istituzioni che si adoperino per convocare a Messina gli stati generali dell’Area Metropolitana dello Stretto così da porre, come è avvenuto per altri ben più importanti e significativi processi di integrazione, la prima pietra nella costruzione di questo ambizioso ma realizzabile ed esaltante progetto di coesione politica e territoriale”.

(Marco Ipsale)

10 commenti

  1. tanto rumore per nulla…

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  2. Dovete fare riscrivere gli artt. 116 e 118 della Costituzione. Mentre gli GECT dell’Unione Europea non sono attivabili perché Messina e Reggio sono entrambi in Italia. Comunque auguri per chi otterrà finanziamenti.

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  3. La follia non ha limite.
    Accorpate, fate fusioni ma non capite che nella nostra terra è un continuo perdere posti di lavoro, o di occupazione sussidiata, in totale assenza di altre possibilità lavorative?
    Ai politici interessano soltanto i finanziamenti europei, non le opere che potrebbero o dovrebbero farsi.
    Da quanti anni sentite parlare di risanamento? di riconversione del territorio?
    Diffidate. E’ tutto un imbroglio.

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  4. …sarà, ma a me sembra un tentativo di far rientrare dalla finestra “lo spot” dell’abolizione delle Provincie…

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  5. questi vivono sulla luna, ormai è chiaro

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  6. Se LUIGI-1 me lo permette faccio il copia incolla del suo commento, cambio solo le lettere in maiuscole, TANTO RUMORE PER NULLA. Questi signori non sanno che i Comuni viciniori non hanno troppa stima per noi, ultimamente ci hanno criticato per le questioni del DISTRETTO 27, quello dei SERVIZI SOCIALI.

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  7. Salvatore Vernaci 27 Gennaio 2014 23:22

    Ho l’impressione che si perda il senso della realtà e si va dietro a sogni irrealizzabili. Infatti da quasi 30 anni, dal 1986 sono state istituite con la legge n. 9 le Aree Metropolitane e fino ad oggi mai attuate. L’Area metropolitana prevede che alcuni centri, caratterizzati da insediamenti che abbiano rapporti di stretta integrazione in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonche’ alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali e facenti capo a Citta’ di medie-grandi dimensioni, assumano una nuova dimensione politico-amministrativa. In Sicilia dove il campanilismo è così radicato non si arriverà mai ad attivarle. Il Comune di Messina ha lasciato emarginati prima 14 ed oggi 6 Circoscrizioni, impedendo loro di svolgere le funzioni che la legge, lo Statuto ed il Regolamento assegna, relegandole solo al compito del rilascio del “parere” ma nessun potere; figuriamoci come possa appropriarsi e gestire funzioni, spettanti a 51 Comuni, in materia di a) disciplina del territorio, mediante la formazione di un piano intercomunale… b) formazione del piano intercomunale della rete commerciale; c) distribuzione dell’acqua potabile e del gas; d)trasporti pubblici; e) raccolta e smaltimento dei rifiuti urban, ecc…ecc…” Eppoi , con legge regionale n. 7 del 27.03.2013 è stata istituita la Città Metropolitana di Messina che ancora deve essere attivata e sarà molto travagliata la sua nascita, perché dovrebbe fagocitare 13 Comuni, che perderebbero la loro identità ed autonomia e diventerebbero Comuni (Circoscrizioni) della Città Metropolitana

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  8. E adesso un bel Consiglio Metropolitano con tanto di Presidente ed ecco rifatte le Provincie. Solo più grandi ed inutili di prima.
    Inoltre, in tanta novità, chi sarebbe quello in grado dialogare con le Istituzioni Europee per farci dare risorse e finanziamenti? Gli stessi impiegati, dirigenti e politici che prima affossavano le Provincie?

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  9. DOMANDA PUBBLICA per i signori che sono intervenuti alla seduta:
    MA QUANTO COSTERA’ ALLA COLLETTIVITA’ l’istituzione delle città metropolitane?

    ps: se poi vorrete essere così cortesi da spiegarci le motivazioni per le quali abbiamo tolto le provincie…

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  10. Nasceranno consorzi, con relativi presidenti e membri e, ovviament, tutto dal dubbio vantaggio ma di sicuro a carico dei contribuenti.

    Se un medio Comune non riesce a gestire 5-6.000 anime come può un Consiglio gestire un’area metropolitana così vasta? O meglio, la possibilità ci sarebbe, ma non in Sicilia!

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