L'ex assessore alla cultura parla del problema dell'assenza di spazi, "pochi e spesso in condizioni che lasciano a desiderare"
MESSINA – Continua a tenere banco la riapertura della Sala Laudamo, soprattutto perché adibita “soltanto” alla musica e non a prosa e teatro. Sulla vicenda interviene Federico Alagna, esponente di Coalizione Civica per Messina, ex assessore alla cultura e candidato al Consiglio comunale.
Alagna: “Il problema reale è l’assenza di spazi”
“Al di là della vicenda specifica della Sala Laudamo – dichiara Alagna – a mio avviso il problema reale concerne proprio gli spazi destinati ad attività culturali nel loro complesso. Che sono pochi, spesso in condizioni che lasciano parecchio a desiderare, e gestiti sulla base di logiche che nulla hanno a che vedere con le esigenze del settore artistico”. L’ex assessore prosegue spiegando che “manca una visione d’insieme. La questione Sala Laudamo è solo un tassello nel più ampio mosaico che comprende l’auditorium del Palazzo della Cultura (anch’esso primariamente destinato alla musica), il Teatro Vittorio Emanuele, quello che fu (e non si sa bene che sarà) il Teatro in Fiera” .
Alagna: “Nostro impegno per una visione d’insieme”
Dopo aver citato anche l’Arena Cicciò, il Giardini Corallo e luoghi abbandonati come la Casa del Portuale e l’ex Macello, Alagna conclude: “Il nostro impegno è quello di far sì che si riprenda una politica di ascolto e collaborazione sinergica con il mondo della cultura della nostra città, che si riattivi una liberazione degli spazi culturali (avviata in una breve stagione e bruscamente interrotta nel 2018, con un deciso ritorno al passato), che si faccia largo una visione d’insieme, dove possano trovare spazio tutte le espressioni artistiche, con una classe politica che abbia l’umiltà di ascoltare le persone, i luoghi e le loro storie”.
il palazzo della cultura è di proprietà comunale, quindi allorchè questo signore ha rivestito il ruolo di assessore dell’amministrazione comunale (giunta Accorinti) che cosa ha fatto per realizzare almeno in parte i proclami che ora provvede a gridare al vento solo in prossimità delle nuove elezioni?
La Casa del portuale non ha alcun pregio, andrebbe demolita