Anche lo scambio politico-mafioso alla base delle misure disposte dal gip reggino. Emergono il possesso d'armi da guerra e le infiltrazioni in alcuni Enti
REGGIO CALABRIA – Emergono i primi dettagli relativi all’operazione Propaggine.
Su disposizione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del clan Alvaro-Perna, 34 persone sono state arrestate (cinque di queste sono state poste ai domiciliari) per associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, favoreggiamento commesso al fine d’agevolare l’attività del sodalizio mafioso, detenzione e vendita d’armi comuni da sparo e armi da guerra aggravate dalle finalità mafiose.
Fra gli elementi riscontrati, oltre al già citato progressivo controllo d’attività economiche nei settori produttivi più disparati, anche il possesso d’armi da guerra e le pervasive infiltrazioni nella gestione di alcune Amministrazioni locali.