Per i 276 collegamenti ferroviari garantiti nel polo Reggio Calabria-Messina, da circa un milione si spenderanno oltre 4 milioni l'anno
REGGIO CALABRIA – Ammontano a 16,689 miliardi di euro gli investimenti previsti nel prossimo decennio in Calabria dal Piano industriale 2022 – 2031 del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane presentato oggi a Roma dalla presidente Nicoletta Giadrossi, e dall’Amministratore delegato, Luigi Ferraris.
Risorse, come evidenziato, che andranno a disegnare un rinnovato scenario di mobilità – ferroviaria e stradale – all’insegna dell’interconnessione e della sostenibilità.
Per le infrastrutture la “parte del leone”
I fondi attribuiti al “Polo Infrastrutture” costituiscono la parte principale: 15,28 miliardi di euro.
Di questi, 8,8 miliardi riguardano le infrastrutture ferroviarie e saranno per lo più destinati alla realizzazione dell’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, al potenziamento e all’elettrificazione della linea ionica e della dorsale Lamezia-Catanzaro Lido e ai collegamenti con il porto di Gioia Tauro. È pari a 6,48 miliardi di euro la tranche destinata alle infrastrutture stradali: tra gli interventi principali la Statale “106” (in particolare per il Megalotto 3, l’adeguamento da Sibari a Crotone e la Catanzaro-Crotone), alcuni miglioramenti funzionali dell’A2 e il completamento della Ss 182, la Trasversale delle Serre.
Sarà migliorato il servizio metropolitano reggino
Sono 309 invece i milioni di euro destinati al “Polo Passeggeri”, che si tradurranno in 29 nuovi treni e in nuovi servizi, fra cui il miglioramento del servizio metropolitano nell’area di Reggio Calabria e la velocizzazione dei treni Intercity sulla linea ionica, fra Reggio Calabria e Taranto.
Per il “Polo Urbano”, in Calabria si stimano circa 600 mila mq di aree da valorizzare, per un valore pari a 1,1 miliardi di euro; i principali progetti riguardano i territori di Reggio Calabria, Cosenza e Montebello Ionico.
Quadruplicati gli sforzi nell’area dello stretto
Per il “Polo Logistica” è previsto un potenziamento e lo sviluppo di nuovi collegamenti. I servizi intermodali (legati al traghettamento nello Stretto di Messina) passano da circa 1,3 milioni di euro nel 2022 a circa 4,1 milioni nel 2031, equivalenti a circa 276 treni l’anno.
I servizi convenzionali cresceranno da 1 milione di euro nell’anno corrente a 1,5 milioni nel 2031, determinando un fatturato incrementale (2031 vs 2022) del 47%, che interesserà in modo particolare la filiera automotive.