I collegamenti con il Polo Annunziata garantiti da un servizio di navette che parte dal capolinea nord del tram, mostra carenze di orari in fasce della giornata importanti come quella dalle 13,30 alle 15, momento in cui viene sospeso il servizio in coincidenza, però, con la fine delle lezioni alle 14:00. L’Associazione Atreju chiede di integrare le corse, garantendo per iniziare una navetta alle 14,10
Il polo universitario dell’Annunziata comprende il Dipartimento di Scienze Antiche e Moderne – ovvero la vecchia facoltà di Lettere e Filosofia – e quello di Scienze Veterinarie e del farmaco, frequentati da un numero elevatissimo di studenti, molti dei quali fuori sede. Per questi ultimi, generalmente sprovvisti di mezzo proprio, e per tutti gli studenti che per scelta o per contingenza usano i mezzi pubblici, salire e scendere dai rispettivi dipartimenti è diventato un’impresa, tanto che non è raro vedere ai cancelli del Polo Universitario come al capolinea nord del tram, capannelli di temerari che, pollice in su, tentano la carta dell’autostop. E molti professori, ricercatori e dottorandi degli stessi dipartimenti sono ormai specializzati in questo singolare tipo di beneficenza. Esempi di mutuo soccorso che si sono resi sempre meno necessari, negli anni, via via che il servizio di collegamento tramite navette veniva migliorato, ma c’è ancora del lavoro da fare. Soprattutto restano delle fasce orarie scoperte che, venendo a coincidere con la fine – o l’inizio – di molte lezioni, creano forti disagi tra la popolazione studentesca.
A sottolineare quest’annoso problema ci pensa l’associazione universitaria “Atreju- La compagnia degli studenti”. “Non possiamo che manifestare soddisfazione per il servizio che quotidianamente viene erogato dall’Università per venire incontro alle migliaia di studenti che, giorno per giorno, devono raggiungere i poli più lontani dal centro – esordisce Francesco Torre, rappresentante di Atreju -. Tuttavia, riteniamo che sarebbe auspicabile una rimodulazione degli orari, in quanto proprio durante la più critica fascia oraria vi è una carenza del servizio”.
Il servizio di navette per i collegamenti dei Poli Annunziata-Papardo – non garantito dal Comune, ma appaltato dall’Ateneo a ditte private – viene, infatti, sospeso nella fascia oraria compresa tra le 13,30 e le 15. Questo provoca un grave disagio agli studenti che concludono il ciclo di lezioni mattutine alle 14 e a quelli che hanno lezione nell’arco di tempo immediatamente successivo. “Sono numerosi infatti i corsi che terminano alle ore 14:00 – spiega Torre – il che comporta difficoltà per gli studenti nel raggiungere il capolinea del tram. Questa situazione inoltre ha creato in diverse occasioni situazioni tali che gli stessi docenti hanno stravolto l’orario per venire incontro alle esigenze degli alunni”.
I mezzi che partono dal polo dirigendosi verso il capolinea, sono otto. Dall’inizio del servizio alle 7:55, le corse sono ripartite con una certa continuità almeno fino alle 10:20 (7:55; 8:25; 8:50; 8:55; 9:05; 9:30; 9:45; 10:20). Diversa è la situazione proprio nell’orario critico in cui i ragazzi terminano le lezioni mattutine, solo tre navette tra le 12:30 e le 15 (12:30; 13:30; 15). Stessa sorte per chi segue l’ultima ora delle lezioni pomeridiane, che vede l’ultima navetta alle 18, orario esatto in cui dovrebbe terminare la lezione, con la conseguenza che molti studenti, con l’ansia di non arrivare in tempo, escono prima. Nella fattispecie, comunque, la richiesta di Atreju è che il servizio “venga ottimizzato nel minor tempo possibile inserendo una corsa alle ore 14:10 orario immediatamente successivo al termine delle lezione, al fine di venire incontro davvero e in maniera efficiente a chi ha deciso di costruire qui a Messina il proprio futuro”.
Francesco Torre e i membri di Atreju approfittano della segnalazione per fare una riflessione più ampia sulle sorti dell’Università di Messina, che ha perso migliaia di iscritti a favore di altri atenei, come quelli di Catania e Cosenza, meta particolarmente favorita dagli studenti calabresi nel corso dell’ultimo anno accademico proprio per i servizi che offre.
“La nostra università – scrive Atreju – ha rappresentato in passato (e, purtroppo, sempre meno negli ultimi anni) un riferimento per studenti provenienti da diverse parti della Sicilia e della Calabria: l’Ateneo oggi presenta pur sempre numeri importanti in termini di iscrizioni, ma si inserisce in un contesto, se guardiamo ai dati degli ultimi dieci anni, di sostanziale decrescita. Numeri negativi che interessano tante università del meridione, tanto da farci tornare indietro con la memoria agli anni delle valigie di cartone. Sempre più giovani lasciano Messina, e, in una città interessata da dissesto economico e culturale, non ci possiamo permettere di perdere la più consistente e valida risorsa che abbiamo: il capitale umano. Quel capitale che è dato dalle giovani menti, dai ragazzi virtuosi e ambiziosi che per ragioni di opportunità decidono di lasciare Messina. È proprio l’ università, dunque, che può e deve intervenire in questo senso. In un’ottica di maggiore efficienza dunque consiglieremmo di rivedere le modalità di prestazione del servizio”.
L’associazione universitaria, infine, esorta anche il Comune a integrare il servizio di navette con mezzi dell’Atm, per garantire una maggiore copertura del territorio, migliorando l’accesso alle strutture da parte degli studenti iscritti nell’Ateneo Peloritano.