E' stato condotto nel carcere di Gazzi il trentacinquenne Domenico Barbuscia, accusato di aver messo a segno, insieme al complice Giovanni Costa, la rapina ai caselli autostradali dello scorso 31 gennaio. La Polstrada chiude il cerchio.
Sapeva che lo stavano cercando, avevano già setacciato le zone di Santa Lucia Sopra Contesse, Pistunina e Tremestieri per dare esecuzione all’ordinanza di arresto. Lo avrebbero trovato di lì a poco, questione di tempo e il cerchio delle rapine seriali ai Caselli di Tremestieri si sarebbe definitivamente chiuso. Così, ormai alle strette, il trentacinquenne Domenico Barbuscia ha preferito presentarsi in caserma, ieri sera, accompagnato dai famigliari, e consegnarsi agli agenti una volta per tutte. Da lì è stato condotto nella Casa Circondariale di Messina Gazzi e rinchiuso con l’accusa di rapina aggravata: avrebbe messo a segno, insieme al complice Giovanni Costa, il colpo da circa 1100 euro ai caselli autostradali di Messina Sud, lo scorso 31 gennaio.
Quella sera, gli agenti della Polstrada li avevano praticamente attesi al varco. Non era difatti la prima volta che i due rapinatori prendessero di mira i caselli di Tremestieri, sempre con lo stesso modus operandi, quasi con la stessa “divisa” e la stessa tecnica. Dopo i colpi del 3 dicembre, del 14 e del 20 gennaio, i poliziotti avevano così improntato dei servizi di appostamento per tutte le sere, in attesa che i due si ripresentassero.
Il 31 gennaio Barbuscia e Costa avevano agito incappucciati, mentre gli agenti li osservavano poco lontano pronti ad agire. Costa era stato arrestato in flagranza, mentre Barbuscia era riuscito a sfuggire, non senza però lasciare “tracce” evidenti del suo passaggio.
In primis, la Vespa Piaggio che i due avevano abbandonato nella stradina sterrata accanto alla barriera Sud, di proprietà dello stesso Barbuscia, nonché varie immagini dei circuiti interni di videosorveglianza che lasciavano poco spazio ai dubbi.
In realtà, il trentacinquenne sapeva che i poliziotti erano ormai risaliti alla sua identità così, due giorni dopo, una volta passato l’arco temporale della “flagranza”, si era autonomamente presentato alla Centrale col suo avvocato difensore Tino Celi.
Due mesi di indagini, perquisizioni, controllo delle immagini di videosorveglianza e intercettazioni telefoniche che hanno infine condotto il Gip Maria Vermiglio ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta del pm titolare delle indagini, Diego Capece Minutolo.
Grande soddisfazione da parte di tutto il personale della Polstrada e delle sottosezioni Boccetta A20 e Giardini, nonché del dirigente Sergio Iannello che ha così commentato in conferenza stampa: “Avevamo promesso che il cerchio sui rapinatori seriali ai caselli si sarebbe chiuso nell’arco di poco tempo e, grazie ad un intenso lavoro di squadra, così è stato”.
Veronica Crocitti
già altro rapinatore nel messinese ke viene beccato
w la polizia anche se la giustizia lo lascierà libero quanto prima