A siglare l’intesa, il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, il commissario ad acta dell’Ente Porto, Emanuele Nicolosi, e l’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri. Già predisposta la legge di messa in liquidazione dell’Ente Porto, che sarà presentata nella prossima finanziaria. Verranno considerate le titolarità della Regione su attività e patrimonio immobiliare. Si apre una nuova fase di collaborazione, senza il tramite dell’Ente Porto, tra Autorità Portuale e Regione, che sarà più presente in Comitato Portuale
La tensione, in mattinata, era palpabile. Si attendeva l’arrivo del presidente Crocetta ma, come spesso accade, regnava l’incertezza. Tutto rinviato alle 13, quando era ormai giunta la notizia che Crocetta non sarebbe arrivato. C’era però l’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri, artefice di un accordo agognato da tempo ed oggi diventato realtà.
Il volto del presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, si rilassa solo quando le firme vengono apposte. “Fino a quando non vedo il documento siglato – aveva anticipato – non dico niente”. Nel momento in cui è tutto fatto, mostra la sua soddisfazione: “E’ un risultato che si raggiunge grazie alla determinazione dell’assessore Vancheri – afferma -. Sono a Messina da un anno e mezzo e in questo periodo sono cambiati tre commissari all’Ente Porto. Finalmente, con Nicolosi, è stato possibile avviare questo processo di chiusura definitiva, nell’interesse della città. Adesso potrà partire il Piano Regolatore Portuale. Era uno dei primi obiettivi che mi ero prefisso perché un ente senza un piano di organizzazione futura non può esistere. Quando sono arrivato, mi era subito stato detto che l’Ente Porto bloccava lo sviluppo di una parte di Messina da 60 anni. Dopo un anno e mezzo dal mio arrivo, non c’è più. Mi ritengo soddisfatto e mi auguro che la cittadinanza possa godere di quest’opportunità”.
La firma è arrivata subito dopo un Comitato Portuale straordinario sull’area dello Stretto, a proposito di cui De Simone prefigura: “Speriamo di uscire presto con un documento forte. Ne parleremo in futuro, per il momento ci godiamo la giornata storica di oggi”.
E’ storica, la giornata, anche secondo l’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri. “Estinguiamo un debito che avevamo con i cittadini messinesi e siciliani – dice -, chiudendo una vicenda annosa. Era uno dei tanti vincoli che la Sicilia imponeva senza motivo allo sviluppo del territorio, come ci era stato più volte rappresentato sia in sede di Confindustria sia nel corso di altri incontri con le imprese. Messina ha la titolarità per rappresentarci nel bacino del Mediterraneo e nel contesto europeo. Oggi abbiamo fatto questo passo con l’apporto fondamentale dell’ing. Nicolosi. Ha avuto il mio indirizzo politico e lo ha realizzato egregiamente. Si deve chiudere l’Ente Porto, dobbiamo finire questo contenzioso e tutti gli atti pendenti legati perché non possiamo ancora proseguire la querelle tra enti, di cui uno morto e sepolto e un altro che può essere un punto di riferimento per la Regione. Dobbiamo in stretta collaborazione cominciare a parlare di progetti di sviluppo. Penso a portare proposte interessanti a Messina nel campo della logistica, per la creazione di piattaforme e il rafforzamento della rete che deve servire per far diventare la città uno snodo commerciale”.
L’assessore Vancheri risponde poi alle critiche giunte dal Movimento 5 Stelle: “C’è una parte politica che vede la giornata di oggi non come una festa, ma come una morte, come la disfatta della Regione che cede all’Autorità Portuale, come questa fosse chissà quale entità avulsa dagli interessi del territorio. E’ invece un momento storico, una nuova collaborazione tra enti alla vigilia della nuova programmazione dei fondi europei. Abbiamo già redatto una prima bozza di documento, che verrà poi consegnato il 2 giugno, in cui pensiamo a Messina come città specializzata nella logistica e nella rete dei trasporti, il rilancio di una città marittima per eccellenza. Il punto franco non è mai stato istituito, era un punto morto che serviva per fare vivere un altro punto morto. Qualcuno dice che non ci abbiamo mai provato. Ma possiamo farlo senza portare avanti carrozzoni e studiando invece progetti strategici. Abbiamo il dovere istituzionale di interrompere la querelle, di sbloccare il Piano Regolatore Portuale e di occuparci della riqualificazione dell’area tra la Zona Falcata e Tremestieri. Il punto franco potrà essere un progetto unico integrato tra la Regione e l’Autorità Portuale. Possiamo collaborare, decidere insieme e coprogettare opportunità di sviluppo. Quello sviluppo che l’Ente Porto, previsto dalla legge di 60 anni fa, non ha mai creato. E’ nato con una legge e verrà soppresso definitivamente con un’altra legge che è stata già predisposta e verrà presentata nella prossima finanziaria. Sarà messo in liquidazione e verranno considerate tutte le titolarità da parte della Regione anche sulle attività e il patrimonio immobiliare. Ma intanto la gestione della Zona Falcata passa all’Autorità Portuale e noi esprimeremo le nostre proposte nell’ambito del Comitato Portuale”.
Ed è proprio ciò che ha chiesto il comandante della Capitaneria di Porto, Antonino Samiani: “La Regione è stata finora rappresentata in Comitato Portuale solo formalmente, perché è sempre mancato un interlocutore. Nella migliore delle ipotesi abbiamo avuto un funzionario, che ha fatto solo da portavoce. L’impegno che chiedo alla Regione è quello di essere presente quando si discute di cose importanti”. Impegno condiviso dall’assessore Vancheri.
Felice dell’accordo raggiunto, anche il sindaco Renato Accorinti, che si sofferma sull’importanza di mantenere a Messina la sede dell’Autorità Portuale: “In un attimo – dichiara – si può cambiare ciò che non è stato fatto per decenni. Dipende tutto dalla volontà delle persone e della politica. La nostra città ha potenzialità straordinarie ed ha bisogno di un organo di controllo per le attività portuali. Non si tratta di campanilismo, non è un qualcosa che mi appartiene e l’ho dimostrato più volte in altre occasioni, quando ad esempio ho ceduto la presidenza della Ssr o la risonanza magnetica del Margherita. Tra Messina, Catania e Augusta, i numeri sono schiaccianti a favore della nostra città sotto tutti i punti di vista, anche delle potenzialità, visto che a Giammoro si potrà e si dovrà fare un retroporto come quello di Gioia Tauro. Sono stato a Roma e ci tornerò per pressare in tal senso ma ognuno deve fare la propria parte”.
(Marco Ipsale)