'Delitto dei coniugi' a Calanna, Barillà condannato all'ergastolo in primo grado

‘Delitto dei coniugi’ a Calanna, Barillà condannato all’ergastolo in primo grado

Redazione

‘Delitto dei coniugi’ a Calanna, Barillà condannato all’ergastolo in primo grado

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giovedì 21 Luglio 2022 - 08:45

Le vittime fulminate a colpi di fucile dal loro parente mentre raccoglievano le olive, il movente identificato nella lite di vicinato per un terreno

REGGIO CALABRIA – ‘Delitto dei coniugi’ a Calanna: per il terribile fatto di sangue avvenuto il 9 dicembre 2020 Francesco Barillà è stato condannato all’ergastolo in primo grado di giudizio.
Secondo la Corte d’assise (presidente, Natina Pratticò), è il 66enne l’autore dell’omicidio dei coniugi Giuseppe Cotroneo (58 anni) e Francesca Musolino (51) nella località preaspromontana del Reggino.

La parentela e il movente della lite di vicinato

Accolta dunque la richiesta di ‘fine pena mai’ formulata dal pm reggino Flavia Modica, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore Giovanni Bombardieri e all’allora procuratore aggiunto (oggi procuratore generale presso la Corte d’appello) Gerardo Dominijanni.
La sentenza è stata emessa in aula bunker dopo tre ore di camera di consiglio.

Parente della coppia uccisa, Barillà aveva un terreno confinante con quello di Cotroneo e Musolino. L’imputato era stato arrestato dai carabinieri nel gennaio 2021. Le vittime, da subito, erano apparse lontane dagli ambienti criminali della zona.

La dinamica del duplice omicidio

Marito e moglie vennero uccisi a colpi di fucile mentre raccoglievano le olive assieme al figlio che, in quel momento, si era allontanato.
Secondo gli inquirenti, Barillà (difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Gaetano Vizzari) avrebbe sparato con il proprio fucile detenuto legalmente. Alcuni bossoli dell’arma erano sul luogo del delitto mentre altri sono stati trovati a casa dell’arrestato.
Proprio su questo e sulla dinamica della sparatoria, durante il processo, la difesa ha depositato una perizia che secondo gli avvocati metteva in dubbio la ricostruzione della Procura.

Entro 90 giorni, la Corte d’Assise depositerà le motivazioni della sentenza.

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