Chiesta una rimodulazione del progetto in base al nuovo codice degli appalti previsto dalla legge numero 207 del 2010. Il progetto preliminare della via don Blasco, però, risale al 1993 ed è diventato esecutivo nel 2008. La 207/2010 non prevede la retroattività. E’ ciò che risponderà il responsabile unico del procedimento, Domenico Manna
Un film già visto. In poche settimane, sono stati messi in dubbio finanziamenti fondamentali per il futuro di Messina. Si è iniziato col risanamento, 3,4 milioni decurtati sul totale previsto di 10,9 milioni. Poi è stata la volta del porto di Tremestieri, una lettera simile a quella arrivata adesso per la nuova via don Blasco, adempimenti da soddisfare per avere la conferma del finanziamento che, viceversa, sarebbe stato a rischio.
Promessa la restituzione dei fondi per il risanamento, da parte di Crocetta, e chiariti con una risposta scritta alla Regione gli aspetti legati all’ampliamento dell’approdo a sud, stessa linea dovrà seguirsi per la nuova strada di collegamento tra il cavalcavia e il viale Gazzi. Da Palermo, infatti, si chiede un aggiornamento del progetto in base al nuovo codice degli appalti, regolato dalla legge numero 207 del 2010. Vero è che il progetto preliminare fu approvato nel 1993 ma è anche vero che è diventato esecutivo nel 2008, prima dell’entrata in vigore della 207/2010, che tra l’altro non prevede la retroattività. Ed è ciò che il responsabile unico del procedimento, Domenico Manna, scriverà alla Regione. Così come per il porto di Tremestieri, dunque, da palazzo Zanca nessun dubbio sulla regolarità del procedimento e sulla conseguente conferma dei finanziamenti. Se anche tutto dovesse essere confermato, però, con ogni probabilità si tratterà dell’ennesimo slittamento di tempi per opere pubbliche fondamentali per la città e per dar respiro all’edilizia in crisi.
La nuova via don Blasco sfrutterà l’area della “piccola velocità” di via Santa Cecilia, che le Ferrovie cederanno al Comune. Con Fs, ieri, l’assessore Sergio De Cola ha discusso anche di una rimodulazione delle aree da trasferire al Comune, nell’ambito del Piau “Programma innovativo ambito urbano” Porti e Stazioni. Cassata l’ipotesi Ponte sullo Stretto, così come il trasferimento della stazione centrale a Gazzi o a Contesse, i programmi cambiano. Il gruppo di progettazione che ha vinto il concorso di idee lanciato qualche anno fa da palazzo Zanca è pronto a rivisitare i piani.
(Marco Ipsale)
eccoli, dopo i grandi annunci il tutto si ridimensiona
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ho capito la mia generazione non deve vedere la via don blasco completa
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non la vedrà nessuna generazione,Messina è ferma al dopoguerra e farà prima a scomparire
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