Trasferiti adulti e minori. Si svuota la Chiesa dell'Immacolata

Trasferiti adulti e minori. Si svuota la Chiesa dell’Immacolata

Eleonora Corace

Trasferiti adulti e minori. Si svuota la Chiesa dell’Immacolata

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venerdì 27 Giugno 2014 - 00:08

Si è svuotata ieri sera stesso la Chiesa dell'Immacolata, sul Viale Boccetta, messa a disposizione dalla Curia per gli oltre 500 migranti sbarcati sui moli messinesi dal mercantile "Etna". Gli adulti sono stati trasferiti in centri al nord, i minori in comunità idonee della provincia.

Due ragazzi pregano rivolti verso La Mecca. Si alzano e si inginocchiano come prevede il rituale in un cortile che, però, non è quello di una moschea, ma di una chiesa. La chiesa di San Francesco all’Immacolata, sul Viale Boccetta, è stata aperta, infatti, per accogliere le persone reduci dal quarto sbarco avvenuto direttamente sui moli messinesi. Come già avvenuto ad Agrigento e Palermo, anche la Curia di Messina apre le porte dei suoi luoghi di culto, rispondendo all’appello dell’Amministrazione ed eseguendo le disposizioni di Papa Francesco che da tempo invoca di spalancare chiese, cattedrali e finanche conventi per far fronte agli sbarchi che dall’inizio del 2014 hanno portato sulle coste siciliane oltre 30.000 persone.

Quando la Prefettura ha comunicato al Comune la notizia che il Viminale aveva dato ordine alla nave mercantile “Etna” di trasportare oltre 500 recuperate in mare tramite l’operazione Mare Nostrum, a Messina, il Sindaco Renato Accorinti ha contattato il Vescovo Calogero La Piana e l’interlocuzione tra le due istituzioni cittadine è andata a buon fine. “Il Vescovo ha conferito con i padri Francescani che si sono resi disponibili per l’accoglienza ai fratelli migranti. Calogero La Piana – come viene riportato dall’addetto stampa Padre Lonia ha , inoltre, suggerito al Sindaco Renato Accorinti una strategia per le emergenze future: utilizzare temporaneamente gli edifici scolastici, dal momento che l’anno accademico è ormai giunto al termine”.

372 uomini, 96 donne, delle quali 7 incinte con una quasi al termine della gravidanza, e 56 minori più otto ragazzine. Queste le cifre del quarto sbarco avvenuto sul molo della nostra città, dopo quelli del 9 Aprile, 1 e 8 Maggio. Le nazionalità di provenienza dei rifugiati sono principalmente: Eritrea, Etiopia, Tunisia, Marocco, Siria e Pakistan. Sono stati recuperati nel canale di Sicilia, a sud di Lampedusa, due giorni fa, dalle navi Sirio e Dattilo della Capitaneria di Porto. Sul primo barcone erano in 200, tutti eritrei. Sul secondo oltre 300, di diverse nazionalità. Ieri mattina, il trasbordo sul mercantile Etna, poi indirizzato al porto di Messina. Qui, sono stati trasferiti al fresco delle navate della chiesa sul Boccetta, essendo le tende del PalaNebiolo al completo, ospitando, infatti, 249 persone, nonostante il sole e l’afa di questi giorni le rendano particolarmente invivibili. Ancora nessuna decisione ufficiale, tra l’altro, è stata presa circa le strutture per l’accoglienza, indicate dai partecipanti all’ultimo bando prefettizio, tra cui spiccava un edificio a Messina con disponibilità di 150 posti.

Le donne in stato interessante sono state immediatamente trasferite in ospedale per ricevere le adeguate cure mediche. I minori – comprese le otto ragazzine che hanno affrontato il viaggio da sole – sono stati sistemati in comunità nella provincia, anche grazie la disponibilità della Caritas. Sistemate in strutture idonee anche le famiglie, che non sono state divise. Sono stati effettuati anche diversi ricongiungimenti familiari. Ad esempio, un ragazzo ha potuto raggiungere suo fratello a Catania, un ragazzino pianificare il viaggio per riabbracciare lo zio. Capita spesso, soprattutto agli eritrei, di avere già un parente in Italia, o comunque, in Europa, da raggiungere. Nella chiesa di San Francesco sono state approfondite le visite mediche svolte già sul molo ed è stato necessario l’intervento di un medico per una ragazza vittima di una crisi d’asma.

Ovviamente la sosta nella Chiesa era di natura puramente temporanea. Nel corso della giornata, infatti, i migranti sono stati trasferiti in luoghi d’accoglienza più idonei, e già verso le 21 di ieri sera, rimanevano solo una quarantina di persone delle 530 sbarcate durante la mattinata. Per quanto riguarda gli adulti, sono stati trasferiti all’aeroporto di Catania, e da qui imbarcati su voli diretti per Roma, Isernia e Frosinone.

L’assistenza ad un numero così elevato di persone è stata fornita, oltre che dalla Croce Rossa.- che si è occupata della distribuzione del pranzo – anche da tanti volontari, soprattutto appartenenti al gruppo immigrazione del Movimento Cambiamo Messina dal Basso. “Dalle otto di questa mattina siamo tutti in campo – spiega Clelia Marano, esperta del Sindaco alla mediazione e ai servizi sociali – le ragazze e i ragazzi di Cambiamo Messina dal Basso hanno dato accoglienza, preparato kit di vestiti, offerto soccorso ed informazioni”. Mentre i volontari fornivano assistenza e conforto ai migranti – adulti e ragazzini – in un angolo della Chiesa, si sono svolte le consuete procedure di identificazione gestite dalla Questura di Messina. Ciò segna un curioso precedente: una procedura di identificazione svolta in questo modo – con civili liberi di entrare ed uscire ed a porte aperte – sembrerebbe atipica rispetto a quelle verificatesi in precedenza, soprattutto al PalaNebiolo, durante le quali la struttura è stata praticamente blindata. Verrebbe da chiedersi, a questo proposito, quale delle due modalità di svolgere la stessa procedura sia, se non più corretta, quantomeno necessaria.

Oltre i volontari, che hanno avuto la possibilità di dare all’accoglienza di ieri un volto decisamente molto meno securitario del solito, in campo, sin dalla mattina, anche l’assessore alla protezione civile Filippo Cucinotta, il cui impegno nella pianificazione dell’accoglienza – dall’assistenza all’istallazione di bagni chimici fuori dalla Chiesa – può ben definirsi impeccabile. Sul posto, anche l’assessore ai Servizi Sociali Antonino Mantineo, per affrontare, con l’aiuto della Marano, il problema di un’adeguata sistemazione dei minori.

Penso sia evidente – spiega Mantineo – che l’approssimazione non è nel modo come il Comune gestisce queste situazioni, ma in una regia centrale, quella governativa, praticamente inesistente. L’operazione ed i costi sono a carico del Ministero, ma nei fatti si affrontano di volta in volta, senza che si possa capire quante risorse ci sono. E in un momento simile, questo comporta per un Comune come il nostro grandi difficoltà. Noi siamo in grado di gestire, ma abbiamo bisogno di risorse. Viceversa, Governo e Regione insistono in questa gestione approssimativa degli eventi e questo comporta, al di là di tutto, un grave problema umano”.

Eleonora Corace

4 commenti

  1. Approssimazione….. esattamente ! E scusate dopo la doverosa solidarietà chi si sta occupando di dare una “pulita”profonda a navate bus etc etc…? Consiglio attracco navi a maresicilia e organizzaxione accoglienza in uno degli edifici vuoti dentro la base! Sicuro e dignotoso

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  2. Approssimazione….. esattamente ! E scusate dopo la doverosa solidarietà chi si sta occupando di dare una “pulita”profonda a navate bus etc etc…? Consiglio attracco navi a maresicilia e organizzaxione accoglienza in uno degli edifici vuoti dentro la base! Sicuro e dignotoso

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  3. Ma quelli che non hanno le scarpe hanno pagato 2000 euro per il viaggio e non si sono potuti comprare manco una paio di scarpe da 10 euro?? E poi ora chi disinfetterà la chiesa?? Tutte quelle sedie?? Oppure al solito passerà tutto in secondo piano??

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  4. Ma quelli che non hanno le scarpe hanno pagato 2000 euro per il viaggio e non si sono potuti comprare manco una paio di scarpe da 10 euro?? E poi ora chi disinfetterà la chiesa?? Tutte quelle sedie?? Oppure al solito passerà tutto in secondo piano??

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