L'assessore Cucinotta, cui fa riferimento il progetto per le borse lavoro finito al centro delle polemiche per la partecipazione delle figlie degli assessori Mantineo e De Cola si schiera al fianco dei colleghi: "Avevano i titoli per vincere, e poi stiamo parlando di soli 500 euro al mese, che non giustificano le speculazioni inopportune e non sono paragonabili ai reati commessi in passato da altri amministratori". All'assessore Cucinotta poniamo, da cronisti, alcune domande. Quanto al resto gli rispondiamo con le frasi del collega di giunta Tonino Perna e di Paolo Borsellino.
Sulla vicenda delle borse lavoro alle figlie degli assessori Mantineo e De Cola, l’assessore alle politiche giovani Filippo Cucinotta (cui fa riferimento il progetto) si schiera con i colleghi di giunta.
Per la verità i due casi, quello della figlia di De Cola e della figlia di Mantineo sono diversi, ma l’assessore Cucinotta con un comunicato stampa rende nota quella che evidentemente è la posizione ufficiale dell’amministrazione sulla vicenda che, lo ribadiamo, riteniamo si sia basata su un comportamento inopportuno da parte di chi ricopre un ruolo alla guida di un’amministrazione, che peraltro ha basato sin da primo giorno, il suo operato sulle differenze etiche con le precedenti.
L’assessore Filippo Cucinotta, che domani presenterà i 55 beneficiari delle borse lavoro del progetto “Gioventù al Lavoro – Youth at Work”, spiega nella nota come “per il bando siano pervenute ben 563 domande segno dell’estrema attenzione che la città ha per questo genere di iniziative” (e noi aggiungiamo anche della fame di lavoro che i giovani messinesi hanno). Le domande, spiega l’assessore, sono state analizzate in venti sedute dalla commissione,costituita da funzionari comunali con specifiche competenze nel campo e presieduta dal dirigente al ramo. Cucinotta specifica inoltre che la commissione ha svolto un’attività di tipo tecnico che è consistita nell'attribuzione di punteggi a una griglia di valutazione, in funzione del materiale curriculare presentato dal candidato. Le griglie, a seconda della linea di progetto a cui ci si presentava (linea A e linea B), assegnavano un punteggio al candidato valutandone titolo di studio, voto di laurea, master, dottorati, esperienze pregresse in progetti, conoscenza certificata delle lingue. Precisazione questa che ci appare superflua, perché diamo per scontato che una commissione valuti in base ai titoli e non per sorteggio o consultando l’oracolo. Per visionare le griglie comunque, prosegue la nota, è possibile accedere all'albo pretorio del comune.
“ I ragazzi selezionati, che hanno da poco cominciato le attività – continua Filippo Cucinotta – percepiranno una borsa di complessivi 2 mila euro per 4 mesi di lavoro. E’ opportuno precisare che Maria De Cola, vincitrice della borsa per la linea A, non appena ricevuta la notifica, ha immediatamente ufficializzato la rinuncia alla borsa, facendo scorrere la graduatoria e chiedendo la possibilità di partecipare a titolo gratuito al progetto. Successivamente, a seguito della pubblicazione della graduatoria di linea B, Marilin Mantineo, vincitrice della borsa per la linea B, ha comunicato di voler rinunciare alla partecipazione al progetto. Decisioni di questo tipo devono spettare esclusivamente al giovane interessato e compito dell'amministrazione è quello di voler tutelare i giovani e la loro immagine di fronte a speculazioni e strumentalizzazioni spesso inopportune. Si tratta di ragazze che avevano certamente il diritto di partecipare e certamente i titoli per collocarsi nella posizione di graduatoria che è stata loro attribuita. Il compenso di 500 euro al mese per quattro mesi sembra del resto del tutto insufficiente a giustificare una congiura di palazzo e sembra del tutto inadeguato a inopportuni confronti con ben più gravi casi di peculato e di malaffare propri di alcuni esponenti politici del passato”.
All’assessore Cucinotta, che evidentemente confonde la libertà di stampa con “speculazioni inopportune” vorremmo fare alcune precisazioni e lo facciamo con le dichiarazioni di un suo collega di giunta, l’assessore Tonino Perna, docente universitario, che a proposito della vicenda ha dichiarato: “Io ho espressamente vietato alle mie figlie di partecipare a bandi per ricercatrici all’Università. Se lo avessero fatto le avrei buttate fuori di casa. Le mie figlie lavorano per privati. E’ stata dura per loro ma è meglio così”.
Detto questo abbiamo alcune perplessità in merito a queste precisazioni che provengono dall’assessore, collega di giunta di Mantineo e De Cola, che ha bandito la selezione alla quale, vogliamo ricordarlo, hanno partecipato ben 563 ragazzi messinesi.
Nessuno mette in dubbio il merito e la qualità delle figlie degli assessori, alle quali auguriamo una carriera professionale degna dei loro sogni e delle loro legittime aspirazioni. Da cronisti ci siamo interrogati sull’opportunità di partecipare ad una selezione bandita dall’amministrazione nella quale i genitori sono parte attiva. Lo stesso fatto che la De Cola abbia immediatamente, e senza aspettare le polemiche, ritirato la domanda dopo aver vinto per meriti, è la prova che un dubbio sull’opportunità è venuto. Quindi, assessore Cucinotta, non si tratta di speculazioni o strumentalizzazioni inopportune, ma del normale lavoro quotidiano di un giornalista che si pone domande e vorrebbe risposte.
Le vorremmo a questo punto chiedere:
1)Se la De Cola partecipa ugualmente, ma a titolo gratuito la stessa cosa può essere chiesta da altri partecipanti che magari non rientrano tra i primi 25?
2)Cosa le fa ritenere che 500 euro al mese a Messina in questo periodo di crisi possano ritenersi una cifra insufficiente a giustificare una congiura di palazzo? Magari le commesse in nero, o i giovani messinesi (neo laureati e non ) non la pensano esattamente come lei. 500 euro al mese a Messina hanno un valore.
3)Poiché lei ritiene opportuno che i figli di un amministratore partecipino ad un bando emesso dall’amministrazione del genitore, riteniamo che questo valga per gli amministratori attuali ed anche per i precedenti, oppure esiste una graduatoria di opportunità in base alla quale ciò che per questa giunta è opportuno e quindi consentito, non lo è per altri?
4)Perché lei paragona l’opportunità di un comportamento con reati quali sono il peculato e il malaffare, dal momento che non sono categorie comparabili?
Un comportamento può non essere etico e non essere allo stesso tempo un reato, ma non per questo diventa “lodevole” o giustificabile”.
Diceva Paolo Borsellino (tra l’altro in un discorso ai giovani, il 26 gennaio dell’89 all’Istituto Tecnico professionale di Bassano del Grappa): “in politica non basta essere onesti, occorre APPARIRE onesti”, e lo diceva proprio a proposito della differenza tra i reati ed il comportamento etico di un politico.
Rosaria Brancato