Il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto stringe i tempi
“Alcuni temi non sono ben approfonditi nel piano regolatore portuale, abbiamo chiesto contributi di idee agli operatori ma abbiamo ricevuto risposte blande e insufficienti. Chiediamo suggerimenti entro il 15 settembre, poi sarà tempo di decidere”.
Lo dice il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina, Mario Mega, in occasione della presentazione del Dpss, il Documento di programmazione strategica del sistema portuale.
Per quanto riguarda il porto di Messina i temi chiave sono tre, di cui due riguardano la cantieristica navale (alla rada San Francesco e in Zona Falcata) e uno le aree retroportuali di Tremestieri.
Rada San Francesco e frontemare Boccetta – Annunziata
Nel nuovo porto (il cui appalto rischia la rescissione, tra l’altro), ci sono gli spazi necessari per le operazioni navale ma “non è detto ci siano anche per spostare la cantieristica presente alla rada San Francesco – spiega Mega – e questo potrebbe costituire un vulnus perché stiamo programmando la riqualificazione del frontemare Boccetta – Annunziata. Quelle attività sono da salvaguardare o da cancellare? Non avendo ricevuto risposte molto chiare dagli operatori, assumeremo noi le nostre valutazioni”.
Zona Falcata
Lo stesso vale per la cantieristica della Zona Falcata. “Col Patto per la falce l’originale destinazione delle aree è stata ridotta. Quel settore è di interesse o, come qualcuno dice, costituisce un vincolo? Noi abbiamo le nostre idee, che trasformeremo in proposta con l’obiettivo di preservare e anzi di sviluppare le funzioni portuali produttive”.
Aree retroportuali a Tremestieri
Poi Mega riprende un tema che aveva già affrontato qualche mese fa, quello delle aree retroportuali a Tremestieri. “Secondo noi gli spazi a terra sono limitati e, quando si sposterà il traghettamento, nei periodi di alto traffico ci sarebbero difficoltà a gestirlo, con disagi che si ripercuoterebbero anche sull’autostrada. Anche su questo non abbiamo ricevuto risposte adeguate. Vorrà dire che porteremo avanti la nostra strategia, da confrontare in un secondo momento con le indicazioni dei vari portatori di interessi”.
Un chiarimento arriva dall’ing. Nino Sutera, di Dinamica srl, una delle imprese che si occupa del Documento di programmazione strategica dell’Autorità Portuale. “A Tremestieri sarà necessario individuare aree da destinare a funzioni retroportuali, leggasi autoporto e aree di accumulo, e altre aree dove situare la cantieristica, che viceversa potrebbe trovare allocazione nelle grandi aree di Giammoro”.
Da cittadino senza le dovute competenze universitarie noto solo che alla minima mareggiata il porto (eccessivo definirlo così) di Tremestieri viene chiuso per la felicità delle ditte addette al dragaggio. Tantomeno ho competenza per poter dire che le problematiche di Galati siano connesse con il porto di Tremestieri. Ci sono però tutti gli elementi per chiedersi se l’ubicazione di Tremestieri sia funzionale. Di certo determinate valutazioni andavano fatte quando il porto è stato progettato
Troppo complicato per i messinesi avere la visione di un futuro radioso…meglio salvaguardare il proprio orticello anche al costo di far inabissare sempre più questa città
Finiamola con lo spostare il lavoro fuori Messina… Non bestemmiamo
Sutera quindi propone di ridurre lavoro in città… Ma lo paghiamo noi a questo professionista?