Fino a 2 ore e 35 minuti dall'arrivo a Villa alla ripartenza da Messina. Annunci ancora senza seguito, anche se ci sono le prime prove con locomotive a batteria
“Servizi di m…, ci p… in testa, trasporto bestiame”. Cateno De Luca usa il suo solito linguaggio colorito per denunciare ancora una volta quel che lui e i messinesi sanno bene: attraversare lo Stretto di Messina è spesso un salto nel vuoto. Anzi, rispetto al passato, i servizi sono migliorati ma le incognite restano dietro l’angolo.
Fino a 2 ore e 35 minuti da Villa a Messina
Fino a pochi anni fa non era neppure garantita la coincidenza fra treni e aliscafi. Oggi sì ma le lunghe attese non sono finite. De Luca era a bordo dell’Intercity Notte 1959 che parte da Roma alle 23, ferma a Villa San Giovanni alle 6.10, sale sulla nave e arriva a Messina alle 8.05 per poi ripartire alle 8.45. Un’ora e cinquantacinque minuti da Villa a Messina, che diventano due ore e trentacinque se si considera la ripartenza. In questi tempi, anzi meno, si va da Roma a Bologna, tanto per fare un esempio, circa 350 chilometri.
Poche navi veloci
Ecco perché De Luca, come tanti messinesi, è sceso dal treno a Villa, sperando di trovare un mezzo navale. Speranza vana, in questo caso, la coincidenza non c’è: i primi due aliscafi (le cosiddette “navi veloci”) del mattino partono alle 5.55 e alle 7.15. Anche perché Blujet, che opera su Villa e, in proroga, anche su Reggio (proroga illegittima secondo sentenza Corte Ue), ha solo due mezzi di proprietà (Selinunte e Tindari Jet) e noleggia gli altri necessari (Princess of Dubrovnik, Salerno Jet, Eurofast). E gli orari sono legati anche alle esigenze dei pendolari delle due sponde, perché non c’è solo la lunga percorrenza. Quindi o si aspetta un’ora o si va a piedi agli imbarchi privati, a circa 800 metri, per la partenza delle 6.40. In entrambi i casi si arriva prima che restando a bordo treno ma si capisce che il percorso non è agevole.
Stazione di Villa senza ascensori né scale mobili
Il traghettamento dei treni sullo Stretto di Messina, nel 2022, quasi 2023, è rimasto al secolo scorso. Alla Stazione di Villa San Giovanni non ci sono neanche ascensori e scale mobili, quindi i bagagli devono essere trasportati a mano. I passeggeri a mobilità ridotta possono restare a casa.
L’annuncio
Nello scorso marzo, il ministro ai Trasporti, Enrico Giovannini, aveva annunciato che dall’estate i tempi di traghettamento in treno sarebbero stati dimezzati: dall’arrivo a Villa alla ripartenza da Messina, e viceversa, ci sarebbe voluta “solo” un’ora. L’estate è passata ma i tempi restano quelli di sempre, più di due ore.
Le prime prove di sbarco e imbarco
Solo avantieri sera, in realtà, sono partite le prove di sbarco delle prime due locomotive a batteria, in composizione con tre carrozze, che hanno manovrato autonomamente, senza ausilio di personale, per passare dalla ferrovia alla nave e poi di nuovo alla ferrovia. E chissà che non possano entrare in servizio col cambio orario di dicembre oppure se bisognerà attendere ancora per poter restare a bordo treno anche sullo Stretto, in tempi più “umani”.
Le navi ferroviarie
La flotta delle navi ferroviarie, tra l’altro, non è delle più nuove, nonostante la recentissima inaugurazione della Iginia. Fino a ieri, infatti, era l’unica nave Rfi in servizio, tanto che era stato necessario un “prestito” della Fata Morgana da parte di Bluferries. Appena rientrata in servizio la Scilla, che però sente il peso degli anni (è del 1985), stessa “età” della Villa, ferma per lavori di manutenzione. E ferma per manutenzione è anche la Messina, che è del 2013.
In attesa del collegamento stabile…
Semmai, dunque, i tempi di traghettamento in treno dovessero essere effettivamente dimezzati, sarà finalmente un passo avanti ma di certo non la soluzione definitiva. La Sicilia, per dirne una, continuerà a restare esclusa dall’alta velocità. A traghettare, infatti, sono solo gli Intercity mentre per le Frecce la stazione di riferimento rimarrà Villa San Giovanni. Difficile, se non impossibile, per la lunga percorrenza, garantire connessioni agevoli tra le due sponde senza collegamento stabile: le attese tra sbarco e imbarco non mancheranno. Nel frattempo si può e si deve lavorare per ridurre i disagi al minimo.
Concordo con l’articolista. Ma aggiungo che, a Villa San Giovanni si potrebbero attuare, da subito, alcuni miglioramenti:
1)Rifunzionalizzare il servizio con navi veloci. Per quanto riguarda gli aspetti BIGLIETTERIA, bisognerebbe creare un’area apposita (conservando anche il bar).
2) TRASPORTO PASSEGGERI, bisognerebbe costruire un apposito percorso che passi al di sopra della strada di collegamento con i traghetti privati, agevolando cosi’ anche l’utenza a mobilità ridotta.
non esiste una continuità i rapporti restano salvi con la distanza il grande errore fu quando ci fu l’occasione di proclamare la sicilia indipendente grazie agli americani
ma quei pochi che mangiavano sulle spalle di molti non furono daccordo è adesso siamo niente
si potrebbero fare tante…e tante.. tante migliorie ma siamo fermi a decenni indietro…..forse qualcuno vuole veramente che resti tutto così
Basta basta siamo stufi.
La scoperta dell’acqua calda… Faccio avanti e indietro da 30 anni e le cose sono andate di male in peggio. Esisteva il traghettamento a piedi con le navi delle ferrovie e non è più fattibile da anni. Esisteva un’unica scala mobile che portava al binario 3 della stazione di Villa, e qualche scienziato di turno non solo non l’ha fatta restaurare ma è stata eliminata, creando al suo posto non una pedana, né una rampa di accesso bensì una bella scalinata… Esisteva un ascensore che è da anni un cantiere aperto… Non esiste un servizio navetta da e per gli imbarchi privati. Non esistono facilitazioni architettoniche per portatori di handicap, per mamme con passeggini, per chi trascina valigie e trolley… Vi lascio solo immaginare cosa accade quando sei costretta a fare il percorso binario/Caronte sotto la pioggia battente e il vento… E potrei continuare all’infinito su ciò che ho visto e vissuto in 30 anni di questa vita.