Il Riesame ordina di togliere i sigilli all'impianto, sequestrato per un problema burocratico. Per l'Arpa è tutto ok
MESSINA – Via ai sigilli al depuratore di Sant’Alessio, sequestrato a settembre scorso dalla Capitaneria di Porto nell’ambito di una inchiesta partita nel 2019. Lo ha disposto il Tribunale del Riesame di Messina (presidente Vermiglio) che con ordinanza ha restituito l’impianto nella disponibilità del Comune. Impianto, sempre operativo, che il mese scorso era stato affidato al custode giudiziario. Gli ultimi rilievi dell’Arpa risalgono proprio all’inizio di settembre e non hanno evidenziato criticità.
Rimane il problema dell’autorizzazione allo scarico, chiesto dal Comune alla Regione già nel 2017 ma ancora non concesso. L’ufficio competente sta infatti ancora esaminando la documentazione che supporta l’istanza. Proprio la mancanza di questa autorizzazione ha convinto la Procura a chiedere ed ottenere il sequestro del depuratore.
I tre indagati, il sindaco in carica all’epoca e l’allora tecnico responsabile insieme al titolare della ditta che gestiva, hanno però presentato al Riesame la documentazione che svela come il Municipio di Sant’Alessio ha sempre fatto tutto il possibile per ottenere l’autorizzazione, tornando a più riprese a sollecitare il completamento dell’iter agli uffici competenti. Documentazione che a quanto pare ha convito i giudici.