Nuove intercettazioni al processo sugli "Affari di famiglia" a Mojo e Malvagna

Nuove intercettazioni al processo sugli “Affari di famiglia” a Mojo e Malvagna

Alessandra Serio

Nuove intercettazioni al processo sugli “Affari di famiglia” a Mojo e Malvagna

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mercoledì 09 Novembre 2022 - 08:07

Nel processo ai Pennisi entra la recente inchiesta catanese sul clan dei Laudani e altre prove sul "clima mafioso" nell'area jonica del messinese

MESSINA – L’inchiesta “Terra Bruciata” irrompe al processo Affari di famiglia in corso a Messina e relativa ad alcune vicende avvenute tra Mojo Alcantara e Malvagna. Si tratta del blitz scattato qualche giorno fa a Catania e che ha svelato molti retroscena degli affari dei Laudani, inchiodando alcuni elementi importati del clan. E proprio alcune pagine di quell’inchiesta entreranno a far parte del fascicolo oggi al vaglio del Tribunale di Messina. D’altronde l’ipotesi della Procura peloritana è che quegli “Affari di famiglia” nei due Comuni della provincia jonica del Messinese siano stati portati avanti, negli anni scorsi, all’ombra degli interessi dei Laudani.

Nuove prove al vaglio del Tribunale

Per dare forza a questo quadro il processo, che vede imputati, tra gli altri, il sindaco sospeso di Mojo Bruno Pennisi, la vice sindaca Clelia Pennisi e i suoi familiari e un ex assessore di Malvagna, si è arricchito anche di altri nuovi atti: entrano nel fascicolo, infatti, anche intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine nella stessa area geografica negli anni scorsi, in particolare tra il 2012 e il 2016. Si tratta di conversazioni di soggetti non coinvolti in questo processo, imputati per reati pesanti come estorsione e associazione, ma considerati “vicini” ai protagonisti di “Affari di famiglia”.

Il “colpo di scena” è arrivato all’udienza di ieri. Una udienza “di passaggio”, che il Tribunale aveva fissato proprio per sciogliere in nodo intercettazioni, e che si è concluso con la clamorosa novità.

L’ombra dei Laudani nel messinese

“Sono atti che spiegano e rendono meglio conto di qual è il clima che si respirava in quella zona negli anni oggetto del processo”, hanno spiegato oggi i pubblici ministeri Liliana Todaro e Antonella Fradà, chiedendone l’acquisizione. Richiesta cui la Corte (presidente Sciglio) ha detto sì. Le intercettazioni saranno però autonomamente trascritte dal consulente nominato, il perito Bertè, mentre le pagine dell’ordinanza custodiale catanese non sono state ancora trasmesse dalla Procura etnea a quella messinese, ma arriveranno a breve. Tutto il materiale sarà quindi acquisito e potrà essere valutato dai giudici e dai difensori.

Il processo sui lavori pubblici a Mojo Alcantara

Mentre i consulenti lavoreranno a queste “nuove” prove, la Corte intanto andrà avanti per sentire i testimoni. Si torna in aula il prossimo 13 dicembre, quindi, per ascoltare gli investigatori che hanno lavorato al caso. Alla precedente udienza ha invece deposto il teste chiave, il pentito Carmelo Porto, che ha confermato gli interessi del clan nei lavori pubblici dei Comuni jonici del Messinese.

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