I Carabinieri l'arrestarono l'8 ottobre scorso a Monasterace con l'accusa di tentata rapina e di violenza carnale nei confronti di un'88enne
Un migrante ivoriano di 21 anni si è suicidato nel carcere di Reggio Calabria, dov’era detenuto.
L’accusa: violenza sessuale su un’88enne
Era stato arrestato l’8 ottobre scorso a Monasterace – nell’Alto Jonio reggino – dai carabinieri della compagnia di Roccella Jonica con l’accusa d’avere violentato, dopo avere tentato di rapinarla, una donna di 88 anni. Per l’anziana, a causa delle violenze subite, si era reso necessario il ricovero in ospedale.
L’ivoriano, che si diede alla fuga, venne bloccato poche ore dopo dai militari.
Il giovane era arrivato in Italia agli inizi del 2021 con uno sbarco di migranti in provincia di Ragusa.
Il report dell’associazione Antigone
Stando al report dell’associazione Antìgone, su scala-Paese non ci sono mai stati così tanti suicidi nei primi otto mesi dell’anno (da gennaio ad agosto, dunque): nei primi otto mesi del 2022, si sono tolti la vita 59 detenuti, 16 dei quali nel solo mese d’agosto.
Età media dei carcerati che si sono tolti la vita: 37 anni. Quattro le donne suicidatesi: numero alto, visto che sono di sesso femminile solo poco più del 4% dei reclusi.
Il 47,5% dei reclusi suicidi è di altri Paesi
E purtroppo l’estremo gesto d’autolesionismo del ragazzo della Costa D’Avorio nel penitenziario “Panzera” conferma un triste trend: il 47,5% dei detenuti che scelgono di darsi la morte è di nazionalità straniera, benché gli stranieri dietro le sbarre siano meno di un terzo del totale dei reclusi.
Tra i detenuti che si sono uccisi, emblematico il caso di un 35enne suicidatosi nel marzo scorso nel Cosentino, nel carcere di Castrovillari: aveva rubato una pecora in Aspromonte per poi chiedere il riscatto al proprietario.
Solo ieri, detenuto d’alta sicurezza salvato al Gom
Ma, lasciando il rapporto di Antigone, è proprio in queste settimane che si sta verificando un boom di gesti autolesionistici nelle carceri calabresi. E per un amaro paradosso giusto ieri la Polizia penitenziaria – che già aveva salvato un recluso a Vibo Valentia – aveva tratto in salvo un altro detenuto a Reggio Calabria.
Era piantonato nel reparto protetto del Grande ospedale metropolitano, come rende noto il segretario regionale del sindacato Osapp Maurizio Policaro. Nelle prime ore della sera, il detenuto d’alta sicurezza aveva tentato d’impiccarsi con le lenzuola.
Anche per questa ragione, secondo l’Osapp il nuovo Governo dovrebbe dare assoluta priorità al sistema penitenziario.