Si alzano le barricate contro l'ormai quasi scontata chiusura dell'ospedale Piemonte. D'Alia, Picciolo e la Cgil chiedono l'intervento dell'assessore regionale Lucia Borsellino, finora rimasta in silenzio. "Il nosocomio non può essere oggetto di miserabili dispute di lobbies sanitarie", tuona D'Alia. Duro anche Picciolo: "Non lo si immoli sull'altare dei conti regionali"
Nella confusione c’è chi arriva prima all’obiettivo. In questo caso l’obiettivo dichiarato è la chiusura dell’ospedale Piemonte, tentata più volte negli anni scorsi e adesso ormai prossima ad essere portata a termine grazie ad un clima di confusione e assenza di chiarezza, anzi di franchezza, sulle parole e dalla totale assenza dell’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino che sulla questione finora non ha proferito verbo. Il suo pensiero, finora,è stato reso noto in maniera indiretta dai protagonisti a vario titolo della vicenda.
Mentre il direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte annuncia in sede di quella Commissione da lui selezionata e voluta, il de profundis del nosocomio di viale Europa, insorgono sindacati e politici.
“L'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, si pronunci, una buona volta, in modo chiaro sul futuro dell'ospedale Piemonte di Messina, per evitare si consumino sulla pelle dei cittadini, miserabili dispute delle lobbies sanitarie: un copione già visto in passato- tuona l'ex ministro della Pubblica amministrazionea e presidente nazionale dell'Udc, Gianpiero D'Alia, che in estate si era già rivolto al ministro della salute Beatrice Lorenzin (a proposito, attendiamo lumi anche da quel fronte) “Questa vicenda da settimane sta alimentando solo uno stucchevole dibattito che è espressione di un vecchio vizio in città, quello di pensare di cucinare interessi diversi senza mai produrre nulla. L'ospedale Piemonte non può essere oggetto di una scalata di legittimi interessi sanitari pubblici e privati, che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze di un efficiente servizio sanitario per i cittadini. Siamo invece convinti che debba diventare un ospedale delle emergenze e della medicina del territorio a servizio della città. Solo così si potranno anche giustificare tutte le risorse già spese per la sua parziale ristrutturazione”.
Non è da meno il presidente del gruppo regionale del Patto per le riforme Beppe Picciolo che utilizza l’arma dell’ironia per affondare il colpo sulle recenti dichiarazioni di Vullo, in linea con quelle rilasciate dal direttore generale ad agosto in Consiglio comunale, in merito alle accuse nei confronti degli operatori del Piemonte, tacciati, nel migliore dei casi di assenteismo.
“Lo invito a chiarire quanto dichiarato- ha dichiarato Picciolo- Sono rimasto perplesso dalle affermazioni rilasciate dal direttore generale Michele Vullo circa le drammatiche condizioni in cui verserebbe l'organizzazione dell’ospedale Piemonte a causa dei troppi disservizi, in primis la refertazione delle cartelle cliniche. Sono certo che le legittime doglianze gestionali messe in campo dal Dg, che però dovrebbe indicare uno per uno i responsabili delle infrazioni lamentate , nascono dal clima di grande pressione mediatica che inficia la serenità con cui vorrebbe operare il nuovo manager lo invito a maggiore attenzione nell'agone dialettico. Mi permetto di ricordargli il motto evangelico "Il vostro parlare sia sì, sì, no, no; il di più viene dal Maligno" (Matteo 5.37). Non ritengo infatti sostenibile che per perorare una " giusta" causa come potrebbe essere quella della riforma della rete ospedaliera si debba additare tutta una categoria come quella medico-infermieristica che nella grande maggioranza dei casi ha sempre onorato la propria professione dando prova di dedizione e particolare affetto nei confronti dello storico nosocomio peloritano. Mentre invece andrebbero stanati e cacciati solo i “fannulloni” di brunettiana memoria”. Il deputato regionale invita quindi Vullo, che nell’arco degli ultimi due mesi ha definito il Pronto soccorso del Piemonte “pericoloso per i pazienti”, gli utenti “gente di basso ceto” e infine ha accusato il personale medico e paramedico di assenteismo, incapacità e di volere contrastare la chiusura solo per non andare a lavorare pochi chilometri più in là del Piemonte, a pesare almeno le parole.
“Il nosocomio- ha concluso Picciolo- non deve essere immolato solo sull'altare del mero riequilibrio dei conti regionali.
Sulla vicenda il NO senza riserve di Cisl e Uil è noto e ribadito più volte anche con la manifestazione del 29 settembre davanti al presidio.
A chiedere l’intervento dell’assessore Borsellino sono stati anche la segretaria generale Fp Cgil Clara Crocè e i responsabili del settore sanità Carmelo Pagana Antonio Trino. “A destare preoccupazione- si legge- è la probabile inversione di rotta da parte dell'Assessore in merito alla ubicazione del punto nascita: esso in atto si trova, temporaneamente, al Piemonte, era stato assodato che dopo i lavori necessari sarebbe stato trasferito al Papardo, mentre ora si ripresenta la opzione Piemonte. La FP CGIL ha sempre sostenuto che non potendosi realizzare, in viale Europa, il polo di eccellenza il punto nascita deve essere ubicato al Papardo. Ciò sia per ragioni di sicurezza, , che per ragioni logistiche legate all'orografia della città. La FP CGIL ritiene che sia ormai diventato ineludibile un intervento chiarificatore e risolutivo da parte dell'Assessore Borsellino, la città non merita questo silenzio, irrispettoso per la dignità di tutti. Assodato che il Piemonte non può e non deve essere smantellato, riteniamo opportuno che l'Assessore Borsellino prenda posizione perché non è accettabile sentire ipotesi fantasiose e assurde. Su tutte quella del Pronto soccorso diurno: come si può vendere l'idea di fare emergenza urgenza solo h12? Il Pronto soccorso o è funzionante a 360° o non può essere definito tale”.
Nei giorni scorsi era intervenuto duramente anche il presidente del Comitato Salvare l’ospedale Piemonte Marcello Minasi “Ricordiamo- ha detto- che l’Ospedale Piemonte è centro di rifrimento in caso di calamità, così come previsto dal piano di Protezione Civile e mi meraviglia come il rappresentante della Protezione Civile stessa abbia dato la facile soluzione di una rimodulazione di quel Piano in caso di chiusura del Piemonte. Spiazzante pure la risposta del vicesindaco Signorino, riguardo alle particolari condizioni geografiche: Signorino ha, anch’egli, dato un’altra soluzione facile, ovvero rifare le strade con i soldi inutilizzati dalla mancata costruzione del Ponte sullo Stretto! E che dire poi delle reiterate affermazioni circa quella insinuata inefficienza del Pronto Soccorso, che trasformerebbe codici bianchi in verdi e sui ritardi negli interventi per infarto cardiaco: Vullo, se ne ha prova – ma le carte pare direbbero diversamente! prenda i giusti provvedimenti disciplinari e denunci alla magistratura i casi che avrebbe accertato, ma la smetta di creare inutili allarmismi”
Rosaria Brancato
La mente corre, per analogia, ad un evento accaduto ai tempi del Ministro della Sanità (ma fu anche Ministro del Lavoro, non dimentichiamolo! ) della PRIMA REPUBBLICA : sen. prof. Carlo Donat-Cattin (DC). Ebbene, pare che che il Ministro (in traferimento, sulla tangenziale di Messina, per importanti impegni istuzionali e/o politici), un certo giorno d’estate (dell’anno 1986, piu’ o meno), decidesse di recarsi nel primo Ospedale di Messina, al momento raggiungibile. La scelta cadde sull’Ospedale Piemonte; si fosse stati all’altezza dello svincolo di Gazzi, probabilmente, non staremmo qui a ricordare l’episodio. Comunque sia, non sappiamo nei dettagli cosa esattamente avvenne in quel P.O. (probabilmente non lo sapremo mai ; detto episodio trapelò a fatica e lentamente, nei mesi successivi, fino a perdersi nei meandri dei ricordi). Ma quel che successe dopo, è cosa risaputa : un periodo estremamente travagliato per questo storico Ospedale, che dura tutt’ora (invece del suo più sacrosanto rilancio e sviluppo). Preciso che chi scrive è stato utente, per motivi familiari in questa struttura, constatando, con soddisfazione, la qualità del trattamento riservato ai propri familiari ed allo stesso ; per questo continua a non comprendere perche’ piuttosto non si privilegi la civile e degna scelta di renderlo più funzionale e più utile alla città ed al territorio, in grado cioè di fornire i servizi essenziali che la gente, giustamente richiede, motivando ed incentivando equamente il personale tutto. E’voler chiedere la Luna ?
La mente corre, per analogia, ad un evento accaduto ai tempi del Ministro della Sanità (ma fu anche Ministro del Lavoro, non dimentichiamolo! ) della PRIMA REPUBBLICA : sen. prof. Carlo Donat-Cattin (DC). Ebbene, pare che che il Ministro (in traferimento, sulla tangenziale di Messina, per importanti impegni istuzionali e/o politici), un certo giorno d’estate (dell’anno 1986, piu’ o meno), decidesse di recarsi nel primo Ospedale di Messina, al momento raggiungibile. La scelta cadde sull’Ospedale Piemonte; si fosse stati all’altezza dello svincolo di Gazzi, probabilmente, non staremmo qui a ricordare l’episodio. Comunque sia, non sappiamo nei dettagli cosa esattamente avvenne in quel P.O. (probabilmente non lo sapremo mai ; detto episodio trapelò a fatica e lentamente, nei mesi successivi, fino a perdersi nei meandri dei ricordi). Ma quel che successe dopo, è cosa risaputa : un periodo estremamente travagliato per questo storico Ospedale, che dura tutt’ora (invece del suo più sacrosanto rilancio e sviluppo). Preciso che chi scrive è stato utente, per motivi familiari in questa struttura, constatando, con soddisfazione, la qualità del trattamento riservato ai propri familiari ed allo stesso ; per questo continua a non comprendere perche’ piuttosto non si privilegi la civile e degna scelta di renderlo più funzionale e più utile alla città ed al territorio, in grado cioè di fornire i servizi essenziali che la gente, giustamente richiede, motivando ed incentivando equamente il personale tutto. E’voler chiedere la Luna ?
Non riesco a capire perchè i politici messinesi parlano sempre quando le decisioni assunte non possono essere più revocate. Non capiscono che così facendo non fanno altro che confermare il loro disinteresse alla propria città?
Eliminando posti di lavoro qualcuno ritiene che il grado di disoccupazione migliori? Lo dica pure, in modo tale che io possa approfondire le nozioni acquisite negli anni.
E’ ben diverso il discorso per gli stipendifici.
Gli irremovibili assessori e dirigenti perchè non cominciano a sacrificare qualche centinaio di euro dello loro ricche prebende?
VERGOGNATEVI
Non riesco a capire perchè i politici messinesi parlano sempre quando le decisioni assunte non possono essere più revocate. Non capiscono che così facendo non fanno altro che confermare il loro disinteresse alla propria città?
Eliminando posti di lavoro qualcuno ritiene che il grado di disoccupazione migliori? Lo dica pure, in modo tale che io possa approfondire le nozioni acquisite negli anni.
E’ ben diverso il discorso per gli stipendifici.
Gli irremovibili assessori e dirigenti perchè non cominciano a sacrificare qualche centinaio di euro dello loro ricche prebende?
VERGOGNATEVI
Ma come sono provvidi a scrivere i nostri rappresentanti politici per manifestare il proprio pensiero e/o disappunto…..chissà se lo sono altrettanto quando si trovano nelle “stanze dei bottoni” e vengono chiamati a fare scelte!!!!!! Io penso di no altrimenti non saremmo qui a discutere del sesso degli angeli……che siamo noi comuni mortali a dover salvare il Piemonte o dovevano essere loro a farlo quando sono stati interpellati laddove si legifera?
Per non parlare di questi sindacalisti che cercano di addossare le colpe sul Sindaco, incolpevole in questo caso, sobillando artatamente le masse e poi dire che era la voce del popolo….chissà se sapremo mai la verità in questa vicenda!!!!
Ma come sono provvidi a scrivere i nostri rappresentanti politici per manifestare il proprio pensiero e/o disappunto…..chissà se lo sono altrettanto quando si trovano nelle “stanze dei bottoni” e vengono chiamati a fare scelte!!!!!! Io penso di no altrimenti non saremmo qui a discutere del sesso degli angeli……che siamo noi comuni mortali a dover salvare il Piemonte o dovevano essere loro a farlo quando sono stati interpellati laddove si legifera?
Per non parlare di questi sindacalisti che cercano di addossare le colpe sul Sindaco, incolpevole in questo caso, sobillando artatamente le masse e poi dire che era la voce del popolo….chissà se sapremo mai la verità in questa vicenda!!!!
è strano, un democristiano, figlio di democristiano che ha il coraggio di parlare, mah!!
è strano, un democristiano, figlio di democristiano che ha il coraggio di parlare, mah!!
Caro On. Don Peppino alias (On. Piccilo) dove ti nascondi !! Al Paparo 118. Vergognati!!! Dove sono andati a finire le Tue dichiarazioni???.
Caro On. Don Peppino alias (On. Piccilo) dove ti nascondi !! Al Paparo 118. Vergognati!!! Dove sono andati a finire le Tue dichiarazioni???.