Il sindacato spiega che per le otto fermate ci sarebbero ben 70 minuti di soli tempi tecnici a fronte dei 25 di percorrenza diretta
“Nelle rilevazioni Tom Tom del 2021, Messina si è rivelata la terza città italiana per traffico di auto. Questo dimostra che manca una vera politica di mobilità urbana sostenibile e un trasporto pubblico efficiente. E’ fondamentale puntare sul potenziamento di infrastrutture e servizi pubblici disincentivando il mezzo privato”.
Il segretario generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, e il segretario di Uil Trasporti, Michele Barresi, partono da questa premessa per “puntualizzare che l’estratto dell’offerta tecnico organizzativa redatto dalle società incaricate dall’amministrazione comunale e proposto per eventuali suggerimenti, propedeutico alla fase progettuale, si presenta come un documento scolastico e approssimativo. Un documento che ci appare unicamente finalizzato ad affascinare i non addetti ai lavori, senza elementi indispensabili, rimandando la sostanza ad approfondimenti successivi su punti determinanti per comprendere la fattibilità, la reale utilità e sostenibilità economica del progetto. L’estratto si presenta pertanto un esercizio puramente teorico, a volte anche impreciso e datato in alcuni aspetti e dati forniti”.
La Metromare a Venezia, Amsterdam e Sidney
Nell’estratto tecnico si prendono ad esempio le esperienze di Venezia, Amsterdam e Sidney. “Ma Messina non è assolutamente assimilabile – proseguono Tripodi e Barresi -, occorre piuttosto chiarire da subito quale sia la reale finalità dell’eventuale realizzazione. Temiamo che, con eccessiva enfasi, sia stata già battezzata un’opera che ancora è nella fase della pura teoria presentandola come “fondamentale” per il Pgtu della città. Leggiamo a mezzo stampa (pubblicate dal nostro giornale) in queste settimane le dichiarazioni dell’assessore Mondello che testualmente definiscono, in maniera forse azzardata, la Metromare “progetto centrale con il piano del traffico e mobilità sostenibile“ della città”.
10 minuti ad ogni fermata, 70 minuti di soli tempi tecnici
“Considerando il servizio proposto, con la realizzazione delle otto fermate e i relativi pontili in ambito urbano nella tratta da Tremestieri a Ganzirri, ci appare il servizio via mare non competitivo con altri mezzi in termini di tempi di percorrenza. In analogia teorica, infatti, con il servizio tra Napoli e la penisola sorrentina, qualunque sia la tipologia del mezzo navale impiegato, ogni fermata per sbarco e imbarco passeggeri rileverebbe un tempo non inferiore a dieci minuti tra attracco e ripartenza, accumulando su un tragitto totale compreso tra 8 e 10 miglia marine (circa 18 km) circa 70 minuti di soli tempi tecnici a fronte di circa 25 minuti di percorrenza diretta della tratta penalizzando così notevolmente la velocità commerciale fondamentale per un servizio pubblico di mobilità. Ad oggi inoltre sarebbe un doppione delle linee forti di mobilità su ferro – continuano Uil e Uil trasporti -, già esistente con la Metroferrovia in tutta la zona sud da Giampilieri alla Stazione Centrale Fs e con la linea Shuttle di Atm che di fatto percorre in meno di 80 minuti la medesima tratta urbana”.
I fattori meteo marini
“Di certo inoltre appare azzardato ipotizzare in fase progettuale e nella realtà urbana messinese una linea forte che sia perno della mobilità cittadina optando per il vettore marittimo, che dipendendo da fattori meteo marini variabili non garantisce adeguata affidabilità del servizio e di puntualità d’orario nell’interscambio tra vettori, fondamentale nel servizio urbano. Continuiamo a rilevare, come utile ritorno di esperienza, che analogo tentativo di interscambio a pettine, come si ipotizza nell’estratto, dei mezzi bus Atm verso la metromare è di fatto rimasto lettera morta sul servizio di metroferrovia”.
Il Molo Rizzo e la Zona Falcata
“Inoltre, rileviamo tra le altre imprecisioni dall’estratto tecnico come venga indicato il pontone galleggiante del molo Rizzo quale punto nevralgico di attracco nella zona del porto storico, ma ci risulta che lo stesso sia in dismissione e prossimo alla vendita perché l’area interessata, sia a terra che a mare, sarà oggetto di un intervento dell’Adsp dello Stretto di riorganizzazione per l’avvicinamento degli ormeggi degli attuali mezzi veloci alla Stazione Marittima ferroviaria. Per quanto riguarda il pontile individuato in Zona Falcata, evidenziamo che in sede di approvazione del Piano Regolatore Portuale nella zona è stata esclusa la possibilità di realizzare opere a mare”.
La controproposta
“Di maggior valenza, fattibilità e utilità è invece l’idea di un servizio di collegamento circolare nello Stretto – concludono Tripodi e Barresi – tra le fermate (ne basterebbero tre: Ganzirri, rada San Francesco e Tremestieri) sulla sponda messinese con Villa, Reggio e Reggio Aeroporto. Quindi, un servizio extra urbano, evoluzione e potenziamento dell’esistente e non prettamente di mobilità cittadina che riteniamo abbia più funzionalità e utilità per conurbare l’area dello Stretto che con oltre 450 mila cittadini rappresenta una delle più grandi aree metropolitane d’Italia. Restano per intero, alla luce dell’esperienza, le perplessità sulla sostenibilità economica, sui costi per l’utenza e quindi sull’appetibilità di un servizio che non riteniamo debba nascere solo come attrattiva turistica. Riteniamo che gli approfondimenti su dati concreti, che oggi non rileviamo, siano comunque imprescindibili ed urgenti. Pertanto, sollecitiamo un confronto approfondito e trasparente”.
Fuori dal mondo reale ….assumete trecento vigili e fate rispettare le più comuni regole….
forse è meglio una passerella mobile
Io non sono un esperto come invece paiono essere i sindacalisti della Uil ma, da semplice turista, osservo che i vaporetti di Venezia per ogni fermata impiegano generalmente un minuto o al massimo due minuti (in periodo di alta affluenza). Perchè a Messina dovrebbero impiegare ben 10 minuti per ogni sosta? Il mio non è spirito di polemica ma la semplice considerazione di un ignorante in materia.
Sicuramente c’é una grande differenza fra i canali di Venezia, riparati dai marosi, e le acque dello stretto soggette a perturbazioni di elevate intensità.
Per questo motivo è eufemisticamente “poco opportuno” assoggettare la mobilità di una città ad elementi naturali non gestibili.
Inoltre per ogni punto di attracco bisognerebbe prevedere un sistema di mezzi pubblici “terrestri” che facciano da raccolta e smistamento dei passeggeri, unitamente ad adeguate aree di parcheggio, visto che per diminuire l’incidenza dei tempi di manovra le fermate della metromare dovrebbero essere abbastanza distanziate e quindi agevolmente raggiungibili in maniera pedonale solo da una piccola parte dell’utenza.
C’é una grande differenza fra i canali di Venezia, riparati dai marosi, e le acque dello stretto soggette a perturbazioni di elevate intensità.
Per questo motivo è eufemisticamente “poco opportuno” assoggettare la mobilità di una città ad elementi naturali non gestibili.
Inoltre per ogni punto di attracco bisognerebbe prevedere un sistema di mezzi pubblici “terrestri” che facciano da raccolta e smistamento dei passeggeri, unitamente ad adeguate aree di parcheggio, visto che per diminuire l’incidenza dei tempi di manovra le fermate della metromare dovrebbero essere abbastanza distanziate e quindi agevolmente raggiungibili in maniera pedonale solo da una piccola parte dell’utenza.
Definire i sindacalisti persone esperte è un offesa a chi esperto lo è davvero. Senza nulla togliere alla valenza dell’analisi fatta, anche perché tutto è migliorabile, rimane il fatto che alcune oo. ss. siano critiche nei confronti di atm, amministrazione comunale a prescindere. E ciò, come ogni lavoratore può confermare, viene fatto di certo non per formulare proposte costruttive.
Nel condividere le osservazioni dei sigg del Sindacato vorrei aggiungere una ulteriore considerazione circa i parcheggi di interscambio nel senso che ad ogni fermata dovrebbero esserci parcheggi con numerosi posti auto per lasciare la macchina e mi pare che questi spazi non ci siano.Inoltre vorrei osservare al lettore che parla di Venezia che qui è mare aperto e come ben noto Venezia è laguna, grazie.
A Messina occorrono parcheggi di modo che ogni abitazione ne abbia almeno uno, un tpl vero, non si puo’ parlare di bus urbani se passano ogni 30 minuti e poi magari saltano pure la corsa, in tutte le fermate si dovrebbe mettere il display che indica quanto manca all’arrivo del mezzo. Per quanto riguarda il tram e’ assurdo che i semafori non tengano conto della presenza e bloccano il traffico veicolare. Per la zona nord occorrerebbe una via aggiuntiva alla panoramica e alla litoranea. Dopo si puo’ pensare alla metromare…..
Sicuramente c’é una grande differenza fra i canali di Venezia, riparati dai marosi, e le acque dello stretto soggette a perturbazioni di elevate intensità.
Per questo motivo è eufemisticamente “poco opportuno” assoggettare la mobilità di una città ad elementi naturali non gestibili.
Inoltre per ogni punto di attracco bisognerebbe prevedere un sistema di mezzi pubblici “terrestri” che facciano da raccolta e smistamento dei passeggeri, unitamente ad adeguate aree di parcheggio, visto che per diminuire l’incidenza dei tempi di manovra le fermate della metromare dovrebbero essere abbastanza distanziate e quindi agevolmente raggiungibili in maniera pedonale solo da una piccola parte dell’utenza.