Il ritorno a Messina della Madonna col Bambino e San Giovannino di Girolamo Alibrandi

Il ritorno a Messina della Madonna col Bambino e San Giovannino di Girolamo Alibrandi

Autore Esterno

Il ritorno a Messina della Madonna col Bambino e San Giovannino di Girolamo Alibrandi

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domenica 04 Dicembre 2022 - 08:06

Mentre l'imprenditore Rocco Finocchiaro riporta in città l'opera, la storica dell'arte Alessandra Migliorato ricorda l'importanza del quadro

MESSINA – Tempostretto ne ha raccontato la storia di recente: ora l’imprenditore Rocco Finocchiaro ha comprato all’asta per 102mila euro (più iva e 31 di commissione per un totale di circa 140mila euro) la Madonna con Bambino e San Giovannino del messinese Girolamo Alibrandi. E l’opera tornerà nella città dello Stretto, presentata al Monte di Pietà, il prossimo 12 dicembre. Di seguito, sul tema, pubblichiamo un articolo della storica dell’arte Alessandra Migliorato.

Il quadro

Messina reclama il suo capolavoro disperso

Gli elementi per appassionare anche i più lontani dal mondo dell’arte ci sono tutti: un dipinto misterioso e affascinante, un collezionista altrettanto misterioso, lo sfondo sempre sfavillante di Parigi, il turbinio del mondo antiquario e infine, un’altra città, Messina, devastata in passato dalle perdite e dalle distruzioni, che reclama oggi un capolavoro disperso.

L’opera di cui stiamo parlando è una Madonna col Bambino e San Giovannino del messinese Girolamo Alibrandi, conosciuta da tutti gli studiosi di storia dell’arte meridionale, ma di cui si erano perse le tracce dopo la vendita a Parigi nel 1983. Nella capitale francese riappare quest’anno in un’altra vendita all’asta, annunciata per il 25 novembre. L’interesse è subito enorme, tanto che in città viene avviata una petizione per chiedere all’assessora dei Beni culturali della Regione siciliana, Elvira Amata, appena insediata, di acquisirla per il Museo regionale di Messina.

La città si riappropria del suo passato

L’assessore risponda con sollecitudine, ma i tempi sono troppo stretti e l’acquisto sembra sfumato. Dopo meno di una settimana, invece, con un magistrale colpo di scena, ecco una splendida notizia: il dipinto è stato acquistato dall’illuminato imprenditore Rocco Finocchiaro, che lo riporterà nella sua città e che lo presenterà il 12 dicembre. Un giorno certamente di festa per la possibilità di ammirare l’opera dal vivo, per riappropriarsi di un passato che troppo spesso a Messina sentiamo sfilacciato.

Chi è Alibrandi? Uno dei pittori meridionali più interessanti

Ma perché dare tanta importanza a quest’opera e alla sua acquisizione? La risposta sta nella vicenda complessa di questo maestro, Girolamo Alibrandi (1470-1524), uno dei più interessanti pittori meridionali del primo Cinquecento, in grado di fondere – in un’originale sintesi – spunti dagli artisti più disparati, come Antonello, Dürer, Bosch, ma soprattutto Leonardo da Vinci.

E proprio in questo dipinto le citazioni da Leonardo abbondano: dal maestro toscano è tratto, infatti, lo studio dei caratteri anatomici e del movimento; l’impostazione monumentale; il dettaglio delle fronde che schermano la testa della Vergine (derivate dal ritratto di Ginevra Benci); e, infine, il gioco tra San Giovanni Battista bambino e l’agnello, che prefigura simbolicamente il sacrificio di Cristo.

Non è leonardesco, invece, lo sfondo, in cui Alibrandi rappresenta l’episodio che forse ci offrirà la chiave di lettura per capire l’originaria collocazione dell’opera e la correlazione ad un eventuale polittico. Vi si scorge infatti, fra le piccole figurine, la sagoma di Sant’Antonio Abate e da qui si potrà partire per successivi approfondimenti. Ma questa è un’altra storia, che sarà possibile raccontare vedendo il dipinto dal vero.

Alessandra Migliorato

3 commenti

  1. Grazie al signor Finocchiaro,facciamo tutti la nostra parte,anche semplicemente non sporcando le strade.

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  2. Anche questa è una espressione di amore per la propria città riappropria ndola di una sua bellezza perduta e ora ritrovata. Sentitamente grazie a chi lo ha reso possibile

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  3. Nino Principato 5 Dicembre 2022 15:14

    Non è certo che sia di Girolamo Alibrandi, è stato solo attribuito nel 1988 da Giovanni Previtali

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