Il fenomeno dell'inversione termica nella piana di Milazzo, caratteristica del microclima locale

Il fenomeno dell’inversione termica nella piana di Milazzo, caratteristica del microclima locale

Daniele Ingemi

Il fenomeno dell’inversione termica nella piana di Milazzo, caratteristica del microclima locale

sabato 07 Gennaio 2023 - 08:30

Nel messinese è una delle poche aree dove il fenomeno è particolarmente rilevante

L’inversione termica è un fenomeno meteorologico molto particolare caratterizzato da un raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo che determina una inversione del “gradiente termico verticale”. In pratica la temperatura dello strato atmosferico coinvolto aumenta con la quota. Come è noto questo tipo di “inversione termica” è causato dall’irraggiamento notturno del suolo e interessa gli strati più bassi della troposfera.

La temperatura dell’aria tende a diminuire all’aumentare della quota a causa della maggiore lontananza dal suolo. Ma durante determinati orari del giorno, in condizioni atmosferiche stabili, puo’ accadere l’esatto opposto.

Come si forma l’inversione termica?

Durante il giorno il suolo si riscalda a causa della radiazione solare. Il calore che si produce al suolo, tramite i raggi infrarossi, viene trasferito allo strato d’aria immediatamente soprastante, che poi a sua volta lo trasferirà a quello successivo e così via, fino ad arrivare ad una certa quota, che può variare a seconda della stagione. Nel periodo estivo questa quota sarà più alta, visto che la radiazione solare incidente è molto più forte e le ore di soleggiamento sono più lunghe.

Durante la notte invece accade esattamente il contrario. In pratica il terreno si raffredda più velocemente dell’aria e quindi assorbe calore allo strato di aria immediatamente superiore, favorendo un abbassamento della temperatura nello strato d’aria, prossimo al suolo, che diventa così più freddo di quello sovrastante.

Ed è proprio questo il processo che porta all’inversione termica, quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli, ossia in presenza di cieli sereni, senza nubi (che possono trattenere il calore disperso dal terreno) e venti molto deboli o del tutto assenti (in grado di creare turbolenze e rimescolare lo strato d’aria superficiale). E’ proprio in presenza di queste condizioni che lo strato d’aria prossimo al terreno risulta essere più freddo e denso rispetto allo strato d’aria posto più in alto, a quote più elevate.

Quante tipologie d’inversione termica esistono?

Le inversioni termiche che interessano le nostre regioni si possono suddividere anche in “inversioni dinamiche” e “inversioni per avvezione calda”. Le “inversioni dinamiche”, sono provocate sia dalla compressione adiabatica generata dai moti discendenti, tipici di un’area anticiclonica dinamica, che dall’orografia locale. In genere questo tipo di inversione si estendono dai 1000 ai 4000 metri di altezza, ma in presenza di forti e robusti anticicloni possono investire anche gli strati più prossimi al suolo, determinando le cosiddette “inversioni radioative”.

Generalmente questo tipo di inversioni termiche si riscontrano spesso nelle vallate interne delle regioni montuose di Alpi e Appennini (in particolare nelle doline di natura carsica). Specie nelle lunghe e serene nottate invernali, in presenza di una ventilazione debole o assente nei medi e bassi strati, può capitare che una massa d’aria molto fredda e più pesante, presente negli strati più alti, tenda a scorrere sopra di una massa d’aria più temperata, che preesiste negli strati più bassi.

Le “inversioni termiche” più frequenti in Sicilia

Da noi in Sicilia le “inversioni termiche” più frequenti sono quelle prodotte dalle avvezioni di aria calda, di origine subtropicale (sia marittima che continentale), che alimentano robusti promontori anticiclonici, soprattutto durante il periodo invernale e primaverile. Si tratta, come già spiegato prima, di “inversioni termiche” sospese in quote, derivate da scorrimenti di aria calda o molto mite umida, sopra uno strato di aria più fredda, preesistente nei bassi strati.

Generalmente lo strato di questa “inversione termica” viene delimitato da un tappeto di nubi basse, come gli strati e gli stratocumuli, che possono coprire i cieli a bassa quota, mentre sopra lo strato nuvoloso (ad esempio in montagna) i cieli si mantengono sereni o poco nuvolosi.

Il caso della piana di Milazzo

Sono molto più rare le tipiche “inversioni termiche radioative” che generalmente si possono verificare solo in alcune aree di pianura della nostra provincia, dove la vegetazione, la tipologia di suolo e la conformazione morfologica ne possono favorire l’attivazione. Un esempio su tutti è il caso della piana fra Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, dove spesso, durante il periodo invernale, si possono realizzare delle “inversioni termiche” di tutto rispetto, paragonabili a quelle della piana di Catania. Si tratta di un elemento caratteristico del microclima locale, nonostante ci troviamo a pochi passi dall’influenza del mite mar Tirreno.

Spesso in inverno, proprio in questa zona, nell’area più interna della piana fra Milazzo e Barcellona, durante le lunghe serene e calme nottate invernali si registrano temperature minime molto basse, con valori prossimi o poco sotto la soglia dei +0°C. Mentre in pieno centro, a Milazzo, o negli altri comuni della costa tirrenica, di fronte il Tirreno, le minime fanno fatica a scendere sotto i +8°C +10°C. Purtroppo sono ancora poche le stazioni meteorologiche istituzionali presenti in loco, in grado di permettere uno studio più dettagliato sul fenomeno.

Le condizioni meteorologiche ideali all’inversione termica sul milazzese

Questo forte raffreddamento del terreno, in condizioni di tempo stabile e anticiclonico, con cieli sereni e venti molto deboli o calmi, può favorire pure delle brinate, su un’area molto ristretta della piana. Il fenomeno si verifica spesso sul finire di una ondata di freddo, quando la sensibile attenuazione della ventilazione dai quadranti settentrionali favorisce il deposito della massa d’aria fredda, molto densa e pesante, sopra la superficie della piana.

Questa massa d’aria fredda, a contatto con il terreno che si raffredda di suo durante la notte, tende a perdere rapidamente quel poco calore che ancora riesce a contenere (assorbito durante il passaggio sopra la superficie del mite mar Tirreno), favorendo un sensibile abbassamento della temperatura. Il fenomeno dell’”inversione termica” può durare per diversi giorni, in alcuni casi pure settimane, fino a quando la ventilazione e il sopraggiungere di una avvezione calda non andrà a rompere questo cuscino di aria più fredda che durante le ore notturne si isola sopra il terreno.

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