Il comico reggino puntualizza via social: nel suo monologo il Premio Oscar ha "preso in prestito" una frase di Gaber, morto 20 anni fa, senza manco citarlo
REGGIO CALABRIA – Anche in una manifestazione che, anno dopo anno, esercita uno strapotere assoluto sotto il profilo dell’audience e dello share per tutti i giorni del suo svolgimento, anche in una kermesse che vanta ospiti di caratura mondiale e che può vantarsi d’aver avuto la presenza in sala dello stesso Presidente della Repubblica, può esserci qualche piccolo neo.
A quanto pare, è proprio il caso di Sanremo. E anche di uno dei suoi momenti più intensi e mediaticamente osannati: l’omaggio ai 75 anni della Costituzione italiana formulato dal premio Oscar Roberto Benigni, presente appunto il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Difficile, tuttavia, pensare che a “rimettere a posto” il grande attore e regista toscano avrebbe dovuto pensarci un attore di Reggio Calabria… Invece è andata proprio così.
“Lui” è il conosciutissimo e apprezzatissimo comico reggino Rocco Barbaro: il ‘poeta’ del Menefotto, potremmo dire citandolo con un po’ d’ironia. “L’altro” è appunto una star internazionale del cinema e della tv come Benigni. Ma, cosa evidentemente non preventivata, c’è anche un silente “terzo incomodo”: il fantastico, mai dimenticato “signor G”.
Quella frase “rubacchiata” a Gaber…
Ecco allora che Barbaro evidenzia come nel suo intervento sulla nostra Carta fondamentale Benigni abbia scandito tra l’altro questa frase: «Trovare l’audacia di frequentare il futuro con gioia!».
Una stupenda frase del Premio Oscar, si potrebbe giustamente pensare.
Chiarisce invece Rocco Barbaro che la frase «appartiene al monologo interpretato dal compianto Giorgio Gaber, scritto e composto da lui e da Sandro Luporini negli anni Ottanta/Novanta. Niente di male quando si dice qualcosa di bello, anche quando non è farina del proprio sacco!», ironizza beffardo Rocco Barbaro, sottolineando ancor di più quello che, se non è un plagio vero e proprio, certo gli somiglia molto.
Mancato omaggio al “signor G” nel ventennale della morte
Giusto un punto e poi il post diffuso dal comico reggino sui social network affonda ancor di più il colpo. «Quello che mi ha sorpreso è stato che Roberto Benigni, nel dispensare saluti e ringraziamenti a destra e a manca (ripetendosi più di una volta) si sia dimenticato, nel ventennale della morte di Giorgio Gaber, di ricordarlo citando la vera fonte di quella stupenda frase. Giorgio Gaber è molto più conosciuto di quanto si possa immaginare».
Gioco, partita, incontro. E questo nei confronti di un genio indiscusso della comicità come Benigni e di una super-corazzata come Sanremo. Anche se rimane un brutto retrogusto amaro; va detto.
Per la cronaca, il grande Gaber – all’anagrafe Giorgio Gaberščik – è scomparso a Marina di Camaiore il primo gennaio del 2003: aveva 75 anni. La sua genialità, dalla musica al teatro fino alle apparizioni tv che lo videro spesso in compagnia del Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, non è stata mai dimenticata.
Ha fatto BENISSIMO Rocco Barbaro a “puntualizzare” che una frase del monologo di Benigni era dell’istrionico Giorgio Gaber ….Benigni ,mi dispiace dirlo, ma pecca di egocentrismo secondo me , perché non è la prima volta che usa bellissime frasi ad effetto, facendole passare per sue, visto che non lo specifica quando sa che non lo sono ….lo fece pure durante il ritiro di un premio ,dedicandolo alla moglie e usando una frase di Jorge Luis Borges spacciandola per sua ….possiamo tranquillamente dire che pure i BRAVISSIMI copiano e sperano che nessuno se ne accorga!!!!!