E' stata disposta la sospensione di 11 attività imprenditoriali. 80 le posizioni lavorative risultate irregolari. 33 persone, inoltre, lavoravano "in nero"
GIOIA TAURO – Si è conclusa la missione avviata in Calabria nello scorso mese di gennaio dalla task force dell’Ispettorato nazionale del lavoro per contrastare fenomeni di caporalato e sfruttamento delle maestranze. Al termine dell’attività, che ha riguardato in particolare il territorio della Piana di Gioia Tauro, dove si registra una consistente presenza di braccianti extracomunitari impegnati, in particolare, nella raccolta di agrumi, è stata disposta la sospensione di 11 attività imprenditoriali. Sono state verificate, inoltre, 246 posizioni lavorative, 80 delle quali sono risultate irregolari. Trentatre persone, inoltre, lavoravano “in nero”. Un bracciante extracomunitario era privo di permesso di soggiorno, mentre cinque lavoratori italiani erano impiegati nei lavori malgrado fossero già percettori di Reddito di cittadinanza. Sono state emesse, inoltre, 14 prescrizioni per omessa formazione e visite mediche e per altre violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Per le violazioni penali che sono state accertate l’Ispettorato provvederà ad informare l’autorità giudiziaria.