Il giorno del cardinale Montenegro, simbolo della Chiesa al servizio degli ultimi

Il giorno del cardinale Montenegro, simbolo della Chiesa al servizio degli ultimi

Il giorno del cardinale Montenegro, simbolo della Chiesa al servizio degli ultimi

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sabato 14 Febbraio 2015 - 17:11

Papa Francesco oggi ha "creato" 20 nuovi cardinali, tra i quali il vescovo di Agrigento Franco Montenegro. Amatissimo da migliaia di fedeli il cardinale rappresenta il simbolo di quella Chiesa che il Santo Padre vuole, la Chiesa al fianco degli ultimi, la Chiesa che sa servire con umiltà.

E’ stato il giorno del Cardinale Franco Montenegro. Il giorno più intenso per il “suo popolo”, quello che lo ama e lo ha accompagnato dalla Sicilia fino a Roma, nella Basilica di San Pietro dove alle 11 del mattino papa Francesco ha officiato la cerimonia per i 20 nuovi cardinali. In 1500 hanno seguito il cardinale Montenegro dall’Arcidiocesi agrigentina ma numerosi sono stati anche i fedeli partiti da Messina e dalla Sicilia. Si chiama rito per “la creazione dei Cardinali” e avviene dopo ol saluto, l’orazione e la proclamazione del Vangelo. Poi, nella giornata di domenica, i 20 neo cardinali concelebreranno con il papa. Una cerimonia molto sentita, il Santo Padre dopo aver letto la formula di creazione ed elencato i nomi dei nuovi Cardinali ( annunciando l’Ordine Presbiterale o Diaconale al quale vengono assegnati) ha imposto ad ognuno dei 20 la “berretta cardinalizia” quella “rosso cardinale” appunto, un colore che simbolicamente per la Chiesa rappresenta il segno della dignità del Cardinalato, una dignità che cammina di pari passo con la forza d’animo che può arrivare fino “all’effusione del sangue” per difendere e diffondere la Parola di Dio e la Santa Romana Chiesa. Nell’imporre la berretta papa Francesco pronuncia appunto le formule di rito come quella per la consegna dell’anello: “Ricevi l’anello dalla mano di Pietro e sappi che con l’amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa”. Papa Francesco assegna inoltre ad ogni cardinale una delle chiese della Capitale conferendone il titolo o la diaconia. Ultimo passaggio della cerimonia la consegna della Bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del Titolo e della Diaconia, e l’abbraccio di pace. Nella lettera che papa Francesco ha inviato ai 20 si legge: “chiedo al Signore di accompagnarti in questo nuovo servizio, che è un servizio di aiuto, sostegno e speciale vicinanza alla persona del Papa e per il bene della Chiesa. Il Signore, mediante la Chiesa, ti chiama ancora una volta a servire; e ti farà bene al cuore ripetere nella preghiera l’espressione che Gesù stesso suggerì ai suoi discepoli per mantenersi in umiltà: «Dite: “Siamo servi inutili”», e questo non come formula di buona educazione ma come verità dopo il lavoro, «quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato» (Lc 17, 10). Mantenersi in umiltà nel servizio non è facile quando si considera il cardinalato come un premio, come culmine di una carriera, una dignità di potere o di superiore distinzione. Di qui il tuo impegno quotidiano per tenere lontane queste considerazioni, e soprattutto per ricordare che essere Cardinale significa incardinarsi nella Diocesi di Roma per darvi testimonianza della Risurrezione del Signore e darla totalmente, fino al sangue se necessario”. In queste frasi c’è tutto il nuovo spirito di un papa che vede nel Cardinalato un servizio e non un premio, o, come lui stesso scrive, il culmine di una carriera. Ed è bellissimo il riferimento alla frase di Gesù “siamo servi inutili” come invito a quell’umiltà che troppa chiesa ha perso per strada. E per il cardinale Montenegro le frasi del papa sono uno stile di vita ed una fiammella che hanno da sempre animato il suo operare nella terra più difficile ma da lui più amata, perché è la sua: la Sicilia.

Dovremmo metterci tutti in ossequioso silenzio e pensare che questi erano uomini come noi e sono morti in una maniera indegna per un essere umano- ha detto appena pochi giorni fa dopo l’ennesima e terribile strage di migranti in cerca di una terra- Qui ci sono esseri umani che continuano a bussare alle porte perché continuano a chiedere di vivere e un’operazione europea che si limiti soltanto a salvaguardare i confini credo che non otterrà grandi risultati. Occorre fare delle scelte politiche coraggiose che rispettino la gente e che siano in sintonia con le necessità del mondo d’oggi».

Ma non sono parole nuove le sue, perché in questi anni non è rimasto senza voce una sola volta ed è stato proprio nel primo viaggio del pontificato a Lampedusa, nel 2013, che il papa ha avuto modo di conoscere quello che per migliaia di siciliani era già da allora molto più di un “monsignore”. Ad Agrigento aveva tuonato contro quelle forme di ossequio ai boss durante i funerali e il suo unico faro è sempre stato il servizio. Franco Montenegro è nato a Messina nel ’46 e dal ’69 è prete. Il suo percorso è iniziato subito in periferia, da parroco. Dal 1988 è stato anche delegato della Caritas di Messina e delegato regionale e nazionale della Caritas. Intanto insegnava religione e faceva il padre spirituale del seminario minore di Messina. Dal 2003 al 2008 è stato presidente della Caritas italiana. Nella Cei, dal 2013 è presidente della Commissione per le migrazioni, e della Fondazione Migrantes.Vescovo di Agrigento è amatissimo da quello che possiamo definire il “suo popolo”, quel popolo della Chiesa che sta al fianco degli ultimi, dei deboli, di chi soffre e di chi spera. Ed è il ritratto del cardinale che papa Francesco voleva (e che ha trovato anche in gran parte dei 20) e che vedrà il prete nato in riva allo Stretto partecipare al prossimo Conclave, ma soprattutto dare il suo apporto e il suo straordinario impegno in uno dei momenti particolari per la Chiesa. Servono uomini come il cardinale Montenegro, “servono” nel senso più ampio del termine.

R.Br.

4 commenti

  1. puzza di bruciato 14 Febbraio 2015 17:24

    Io griderei al “Miracolo”. I vertici xxxxxxxxx della Curia cercano di farlo fuori e quindi viene rilegati in una provincia siciliana quasi sperduta. Ma guarda caso un Papa venuto da lontano lo Vuole come Cardinale. Nemo Profeta in Patria. Meno male che Francesco oggi ha parlato di sopprimere il Suo”Rancore” altrimenti sarebbero tanti i sassolini da togliere da parte del Cardinale Montenegro.

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  2. puzza di bruciato 14 Febbraio 2015 17:24

    Io griderei al “Miracolo”. I vertici xxxxxxxxx della Curia cercano di farlo fuori e quindi viene rilegati in una provincia siciliana quasi sperduta. Ma guarda caso un Papa venuto da lontano lo Vuole come Cardinale. Nemo Profeta in Patria. Meno male che Francesco oggi ha parlato di sopprimere il Suo”Rancore” altrimenti sarebbero tanti i sassolini da togliere da parte del Cardinale Montenegro.

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  3. pensi prima ai cittadini che crepano di fame e di stenti e che gli pagano l’8 x 1000

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  4. pensi prima ai cittadini che crepano di fame e di stenti e che gli pagano l’8 x 1000

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