Ma bisogna valutare l’aspetto tecnico e trovare eventuali soluzioni condivise. Il parere del Genio Civile del 2013 e i possibili prossimi passi per superarlo
Una discesa verso il mare e una strada che poi diventa sterrata davanti ad un’ampia spiaggia. La prima parte usata da parcheggio di un noto lido e ristorante, poi un’altra parte di spiaggia davanti a case e ville private che si collega ad un’altra strada, raggiungibile da un’altra discesina di via Consolare Pompea, che prosegue fino a via Pietro Caristi. Infine un altro collegamento tramite la via Giuseppe Caporale, fino al torrente Papardo.
Sono tutte stradine interne di Sant’Agata, quasi ad uso esclusivo dei residenti, sconosciute alla gran parte dei messinesi. Fare lì una pista ciclabile significherebbe restituire alla città una splendida parte di affaccio a mare e quindi, in linea teorica, molto meglio rispetto alla prosecuzione in via Consolare Pompea.
Il parere del Genio Civile nel 2013
In linea teorica perché bisogna valutare l’aspetto tecnico. Nel 2013, il Genio Civile, con firma dell’allora dirigente Gaetano Sciacca, aveva espresso parere favorevole per il prolungamento a partire dalla zona dei cannoni, infatti poi realizzato fino all’attuale fine della pista ciclabile.
Ma, nello stesso parere, aveva anche dato il diniego per l’ulteriore prosecuzione in area demaniale, a causa di “continui, costanti, nel corso degli ultimi anni, fenomeni di erosione delle coste ed in particolare della porzione di arenile prospiciente tutta la riviera nord del Comune di Messina, fenomeni che potrebbero produrre, in caso di eventi meteo marini di particolare intensità, danni alle opere di che trattasi, nonché pericoli per la pubblica incolumità, derivanti dall’utilizzo e dalla conseguente costante fruibilità della pista ciclabile”.
Erosione costiera
Fenomeni di erosione che, negli ultimi dieci anni, almeno in quella zona non ci sono stati ma che sono sempre imprevedibili. Ecco perché se forse non è impossibile fare una pista ciclabile lì, è pur vero che, nell’eventualità, bisognerà predisporre tutte le possibili soluzioni a difesa dell’opera e del territorio.
Nuove soluzioni
In attesa dell’approvazione del Pudm, Piano di utilizzo del demanio marittimo, prezioso strumento per la gestione delle spiagge cittadine, il Comune di Messina valuterà nuove soluzioni, possibilmente in sinergia col Demanio e con l’organo tecnico, che è il Genio Civile. In via Consolare Pompea, però, niente prolungamento, almeno non come da progetto originario, ma solo un nuovo marciapiede ciclopedonale. I lavori in corso si sono spostati al Trocadero, lì dove ci sarà un percorso nuovo interno rispetto al tracciato crollato anni fa e da mettere in sicurezza.
Infatti il PUDM (piano di utilizzo del demanio marittimo) redatto dal Comune e adottato in via preliminare dal Con. Comunale, ha localizzato in quell’aria il prolungamento della Pista Ciclabile. Non si spiega come lo stesso Comune abbia investito risorse ed iniziato i lavori lungo la via Cons. Pompea.
Altro discorso riguarda la previsione del PUDM riguardo al percorso della Pista su area demaniale fra Ganzirri a Torre Faro (impossibile da realizzarsi) dove la battigia lambisce le abitazioni. Sarebbe opportuno affrontare la pianificazione con maggiore attenzione visto che a gestirla abbiamo uno scienziato con la condivisione di tutta l’Amministrazione e della maggioranza del Consiglio Comunale.
Ma ci lasciate in pace! Ogni 2 anni il mare arriva fino alla strada, le fogne saltano in continuazione perché non adeguate allo sviluppo urbano degli ultimi 20 anni e i tecnici del comune fanno sopralluoghi in continuazione per la fuoriuscita di liquami. Il torrente Sant’Agata già ha fatto vedere cosa succede con un acquazzone di 10 minuti. La pista ciclabile è una inutile cementificazione del litorale che diventerebbe più che altro una pista fognabile. Vi accorgete di questo posto
solo adesso. La sabbia della mareggiata di 2 anni fa, dalla strada l’hanno spostata i residenti. Quello è un posto tranquillo che non necessita minimamente di essere martorizzato da piste pseudo ciclo-fognabili ed altro ancora, piuttosto bisogna costruire i pennelli a mare prima che sia troppo tardi. Chi vuol passeggiare a Sant’Agata lo fa da sempre e non sente minimamente il bisogno di questa opere invasive. Il posto è straconosciuto . In estate è frequentatissimo. Se volete isolarlo costruite pure la vostra ciclabile sulla sabbia. Noi siamo pronti a fotografare la prossima mareggiata.
L’ideale sarebbe costruire una passerella ( un piccolo ponte !) che , dalla fine della attuale pista ciclabile ( per intenderci dove esiste il chiosco vicino il rifornimento ENI ) porti all’interno del mini autodromo , cosi da riutilizzare anch e quest’area ( campi da calcetto, basket , volley etc ) e dal li’ fare proseguire la pista ciclabile sulla spiaggia.
Non mi sembra una cosa impossibile…
Si potrebbero anche recuperare (in mille modi ) le casupole ,16 , al di sotto dello stesso rifornimento e riqualificare tutta l’area.
In un’altra città questa sarebbe la scelta naturale…a Messina purtroppo no!
Da fiumara guardia al Vill. Sant’ Agata tutte le ville che si affacciano sul mare hanno la loro spiaggetta privata con tanto di chiusura.
Per le autorità questo è possibile dato che anno dato parere negativo per la pista ciclabile?
Intanto vorrei capire come si concilia la pista ciclabile lato mare con l’acqua, e non solo, che scende copiosa nei torrenti in occasione delle piogge.
Invece ritengo che lo spazio che riciclerebbe sulla strada statale, con la pista ciclabile, è lo stesso di quello che residua attualmente con le macchine parcheggiate in doppia fila. Il problema è eliminare il vizio di parcheggiare dentro i negozi.