La proposta è del commissario dell'Istituto autonomo case popolari, Giovanni Rovito
MESSINA – Edilizia residenziale pubblica: Messina come Verona. Basile come il sindaco Tommasi, anche se non ha giocato in nazionale. La proposta è del commissario dell’Istituto autonomo case popolari, Giovanni Rovito: “Messina deve fare come Verona. Il problema dei 2500 morosi dello Iacp, a Messina e provincia, investe l’emergenza sociale. Così, come ha fatto l’amministrazione veronese, occorre attivare il il fondo povertà assegnato al distretto socio-sanitario dalla Regione e gestito dal Comune. A Verona hanno utilizzato oltre tre milioni di euro provenienti dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”. Il commissario, oggi 2 marzo impegnato in un confronto con presidente e Consiglio della III Municipalità, tiene a sottolineare l’importanza della proposta del fondo povertà, presentata a Federico Basile. Ora la “palla” passa al sindaco.
“Su 6500 alloggi Iacp, tremila persone senza reddito e la necessità di provvedere alla manutenzione”
Rovito ricorda che, su 6500 alloggi e più di tremila persone potenzialmente senza reddito, che “non hanno aggiornato la loro posizione”, nei 108 Comuni messinesi, gli incassi non arrivano ai 5 milioni di euro. Quando non si aggiornano le posizioni fiscali, le persone vengono collocate nella fascia massima. Il canone sociale varia dai 52 euro (il minimo) ai 205 (il massimo) in base all’Isee, alla dimensione della casa e all’anno di costruzione. E la morosità riguarda il 40 per cento delle persone che alloggiano in queste abitazioni. Spiega il commissario: “Noi possiamo fornire l’elenco dei morosi, di quelli che vivono con 560 euro di pensione, e non riescono a pagare 52 euro, il 10 per cento del loro reddito. In questo caso potrebbe intervenire il Comune, pagando il canone grazie a questo finanziamento sociale, e lo Iacp, incassandolo, potrebbe occuparsi finalmente della manutenzione di queste case. Molti interventi, per ora, vengono rimandati per mancanza di capacità finanziaria, che ricaviamo dalla riscossione”.
Ma qual è la situazione degli immobili? “Richiedono la manutenzione perché molti sono vetusti. La gran parte ha superato i trent’anni. Ma non possiamo intervenire subito – precisa Rovito, che in passato è stato pure componente del Consiglio d’amministrazione dello Iacp – su tutti gli alloggi per problemi economici. L’assessore regionale Aricò sta cercando d’individuare le risorse necessarie per avviare una campagna di manutenzione straordinaria”. Nel frattempo, però, l’Istituto ha ora solo 54 dipendenti, per Messina e provincia, e in prospettiva ne dovrebbero rimanere nei prossimi cinque anni, dopo i pensionamenti, solo in quaranta.