I carabinieri hanno sequestrato la salma di Mattia, il neonato spirato al Policlinico. I medici messinesi: "Quando è arrivato era già grave, ma non per problemi respiratori".
Sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Mattia, il neonato di Bronte morto a soli 38 giorni al Policlinico di Messina, venerdì scorso. I carabinieri di Messina hanno sequestrato la salma, che si trova all’obitorio dell’ospedale universitario, dove resterà fino all’esame medico legale. L’ispezione è stata ordinata dalla Procura di Messina, – che ha chiesto anche l’acquisizione delle cartelle cliniche relative al soggiorno ospedaliero del piccolo – dopo la denuncia dei familiari.
L’avvocato Dario Pastore, legale della famiglia, sostiene che il neonato sarebbe stato trattato con un’apparecchiatura difettosa che avrebbe provocato la rottura del lembo che divide le due narici.
Secondo i medici messinesi che si sono occupati di lui, Mattia è arrivato in riva allo Stretto già in condizioni gravissime per una acidosi metabolica irreversibile, una patologia che nulla avrebbe a che fare con le problematiche respiratorie per le quali i medici di Siracusa lo avevano dirottato a Messina.
Il piccolo era nato prematuro all’ospedale Umberto I di Siracusa dove la madre, affetta da un’infezione che non diagnosticata in tempo, era stata portata dall’ospedale di Bronte dopo la ricerca di un posto di terapia intensiva negli ospedali di Catania. Mercoledì le condizioni del figlio sono peggiorate ed è stato trasferito a Messina per essere sottoposto ad una terapia ossidonitrica. Ha chiuso gli occhi per sempre il giorno dopo.