Lo strano caso del Pd: vivo e guerriero in provincia, in stato di letargo a Messina

Lo strano caso del Pd: vivo e guerriero in provincia, in stato di letargo a Messina

Rosaria Brancato

Lo strano caso del Pd: vivo e guerriero in provincia, in stato di letargo a Messina

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giovedì 12 Marzo 2015 - 06:55

E' davvero strano il caso del Pd messinese: a Milazzo e Barcellona si dimostra attivo e combattivo,dando forti segnali di vita, mentre in città è in stato di letargo da due anni.

Quanto sta succedendo in queste settimane a Milazzo e Barcellona fa pensare ad un caso di sdoppiamento di personalità e richiede l’intervento di uno psicoterapeuta. Siamo di fronte infatti ad un Pd vivo, vegeto e guerriero in provincia e in stato di letargo a Messina. Eppure è lo stesso Pd, i leader di riferimento sono gli stessi,così come gli stessi sono gli organismi di partito ancora in piedi. Non si capisce perchè, con gli stessi ingredienti a Milazzo e Barcellona venga fuori dalla cucina del Pd un “pollo alla diavola” ed a Messina una “gallina in brodo”.

Non voglio entrare nel merito delle questioni, che sono abbastanza complesse e legate anche, ovviamente, ai singoli territori, preferiscono soffermarmi sul fatto che in entrambi i casi c’è un Pd attivo, pimpante, che si scontra su progetti, idee, fatti, dà segnali di vita e arriva persino, nel caso di Barcellona a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Maria Teresa Collica, dando prova di essere forza d’opposizione. Ripeto,non voglio entrare nei contenuti,ma parlare dello “stato di salute” di quel Pd che sembra persino straniero rispetto a quello messinese. E’ come se esistesse, come il topolino delle favole, il Pd di provincia ed il Pd di città. Prendiamo il caso di Milazzo. Le primarie del Pd,in vista delle amministrative di primavera, sono diventate fonte di scontri tra correnti, finiti al centro di ricorsi e appelli nonchè approdati all’attenzione dei magistrati. Nessun accordo a tavolino deciso nelle segrete stanze e che poi viene fatto passare per “unanimità”, nessun congelamento o scongelamento, ma anzi, la fiamma viva di un dibattito,anche accesissimo e senza esclusioni di colpi, per le candidature. Assistendo alle liti tra Pino e Formica,tra rinaldiani e panarelliani, leggendo le decisioni dei circoli Pd, i comunicati stampa pro o contro le decisioni delle commissioni di vigilanza del partito, interpellate a raffica dopo il ricorso presentato dal sindaco uscente e paragonandole alle riunioni stile ex alcolisti anonimi dei Comitati cittadini sembra di trovarsi di fronte due Pd. Paradossalmente a turbare la pace nel Coordinamento cittadino, quegli equilibri trovati a tavolino nell’ottobre 2013 con la nomina di Ridolfo a segretario provinciale, non sono stati né i guai messinesi,né le inchieste, né le sconfitte, né un Pd a brandelli ed incapace di guidare l’opposizione a Palazzo Zanca, ma le beghe di Milazzo. La pax sarebbe durata per sempre se Franco Rinaldi e Filippo Panarello non avessero litigato sul candidato sindaco del Pd a Milazzo. E non è ancora finita, perché al momento sono state annullate le primarie di domenica ma da adesso alle elezioni ci sarà ogni tipo di sorpresa. Insomma, c’è un Pd vivo e vegeto al punto da scontrarsi frontalmente su idee,progetti, perché la posta sul terreno è altissima ed è il futuro del Comune dopo gli anni del dissesto. A Messina, nonostante le macerie siano sotto gli occhi di tutti, nonché sia evidente il fallimento di quella che doveva essere una rivoluzione, il Pd semplicemente non esiste. Tira a campare sperando che il fato, gli eventi, i magistrati, l’Accorinti di turno, gli tolgano le castagne dal fuoco. Ci sarebbe da usare la frase “è in sonno” se non avesse connotati massonici. Semplicemente è il letargo dalla primavera 2013 quando diede gli ultimi cenni di vita con le primarie per le amministrative e poi per la campagna elettorale nata sotto il segno dell’inchiesta sui Corsi d’oro e finita con la sconfitta e poi gli arresti.

Spostiamoci a Barcellona, dove a fare da traino all’opposizione sono stati i consiglieri comunali del Pd, ai quali si sono uniti i Dr,presentando la mozione di sfiducia alla Collica e chiedendo,per ritirarla un gesto forte come “l’azzeramento e l’ingresso in giunta di assessori tecnici”. Al di là del fatto, noto a tutti, che nessun consiglio comunale del mondo sfiducerà mai il sindaco con la conseguenza di dire tutti addio alle poltrone,quindi sappiamo già come finirà, quel che preme sottolineare è la determinazione del Pd di Barcellona,a torto o a ragione. Peraltro non si può neanche dire “sono così vivi perché ci sono le elezioni” dal momento che a Barcellona non si è in campagna elettorale. A Messina non sappiamo neanche che idea abbiano i consiglieri Pd in blocco sull’amministrazione Accorinti, perché è diversa singolo per singolo ed in tanti casi cambia in base al momento ed alla circostanza. Anzi, in taluni casi abbiamo persino assistito a consiglieri che fino a 33 secondi prima ne dicevano di cotte e di crude contro sindaco e giunta promettendo di bocciare la delibera di turno e poi,improvvisamente, la votavano sorridenti, adducendo le più svariate motivazioni. Tutto può fare il Pd di Palazzo Zanca tranne dichiararsi opposizione. Né d’altra parte,quanto a numeri, può definirsi maggioranza, perché ci sono troppe differenze di posizioni tra i diversi consiglieri. E del resto, a tenere in piedi la maggioranza ci pensano con più forza i centristi dell’Udc, i Dr, Forza Italia con Trischitta diventato il più strenuo sostenitore della giunta. Quindi opposizione non è, maggioranza non è, il Pd di Messina a Palazzo Zanca non è neanche ago della bilancia,è semplicemente qualcosa di fluido in cerca di un’identità. A Milazzo e Barcellona tengono banco i temi, a Messina neanche ci si mette d’accordo su un singolo problema da considerare la battaglia delle battaglie. A Milazzo e Barcellona i sindaci, Pino e Collica, si trovano di fronte un Pd agguerrito e a testa alta,a Messina non si sa chi possa legittimamente parlare a nome di tutto il Pd. A Milazzo e Barcellona i leader delle diverse correnti intervengono e si scontrano,a Messina fanno a gara per mettere la camomilla nelle tazze di chi parla.

Urge un intervento di un terapista bravo,di qualcuno che ci spieghi perché, per quale coincidenza astrale, nei due comuni della provincia ci sia un Pd in vita e a Messina sia in letargo da due anni.

Rosaria Brancato

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